I fenomeni
astronomici e quelli naturali in genere da sempre suscitano la
curiosità dell’uomo: perché il Sole si oscurava ogni
tanto? E perché compariva quella strana stella luminosa, dalla
forma allungata? Cosa regola il buio e le ore di luce?
L’astronomia è strettamente collegata alle varie religioni che
nel corso dei secoli e dei millenni hanno cercato di dare una risposta
a questi interrogativi, dalle figure degli dei come responsabili
dell’alternarsi del giorno e della notte, dei venti e delle tempeste,
alla figura di un unico Dio; fino alle prove scientifiche che ne
metterebbero addirittura in dubbio l’esistenza.
Secondo la religione ebraico-cristiano-islamica l’Universo è
nato in un tempo passato preciso da una “Causa Prima”. Era necessario
trovare questa causa prima poiché nell’Universo ogni causa era a
sua volta la conseguenza di una causa precedente, fino quindi
all’infinito.
Sant’Agostino trova la causa prima in Dio che avrebbe creato l’Universo
nel 5000 a.C. circa, data che aveva stimato seguendo i calcoli dal
libro della Genesi.
Aristotele e i suoi discepoli non credevano invece all’idea della
creazione perché questa avrebbe previsto un intervento divino.
La scusa più ovvia era che il genere umano e l’Universo
così come si osserva sia esistito da sempre ed è
perciò destinato a non finire mai.
Anche il filosofo tedesco I. Kant si dedicò a questo problema
nella sua celeberrima opera La Critica della Ragion Pura. Tale problema
lo chiamò antinomia, cioè contraddizione della ragione:
egli infatti si era reso conto di aver trovato tematiche e prove che
reggevano entrambe le tesi dell’inizio dell’Universo in un tempo
definito, e dell’età infinita dell’Universo.
Se l’Universo non avesse avuto un inizio preciso, ci sarebbe dovuto
essere un tempo infinito prima di ogni evento e questo è per lui
impossibile, quindi sosteneva l’idea dell’inizio dell’Universo in un
tempo finito.
D’altra parte se l’Universo avesse avuto un inizio, prima ci doveva
essere stato un tempo comunque infinito e non vedeva perché la
nascita dell’Universo si doveva porre in un certo momento o in un altro.
Questi ragionamento seguono comunque lo stesso filo conduttore: infatti
sia che l’Universo abbia avuto un inizio determinato oppure no, si
può notare che il tempo continua a ritroso all’infinito. L’unica
differenza è che prima della formazione dell’Universo il
concetto di tempo non ha alcun significato.
Questo ha spinto lo stesso sant’Agostino a chiedersi cosa potesse fare
Dio prima della formazione dell’Universo, ma non riuscì a dare
una risposta precisa, disse solo che il tempo era stato creato da Dio
con l’Universo e che prima non esisteva nulla.
A queste domande fu risposto solo secoli dopo grazie a Edwin Hubble
che, grazie alle osservazioni condotte, si rese conto che in qualsiasi
parte si osservi, la galassie si allontanano da noi e ciò vuol
dire che ci deve essere stato un tempo in cui erano molto più
vicine e perché no, magari in un unico punto di densità
infinita e quindi solo la scienza poteva ora occuparsi dell’affettiva
origine dell’Universo.
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I. Kant
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