Magnitudini assolute
Quando sia nota la distanza di una stella, diventa possibile introdurre una quantità che ne misuri lo splendore intrinseco, cioè la luminosità; tale luminosità si esprime in magnitudini assolute. Le magnitudini assolute sono le magnitudini che avrebbero le stelle se fossero portate tutte alla distanza fissa di 10 parsec (32,6 anni luce). Se potessimo realizzare in pratica questa esperienza, dovremmo ridurre la volta celeste a una grande sfera di raggio 32,6 anni luce e sistemare sulla superficie di questa le stelle, che verrebbero così a trovarsi tutte alla medesima distanza dalla Terra. Questo ipotetico cielo stellato ci apparirebbe evidentemente assai diverso da quello che conosciamo: il Sole, diventato una stella quasi di quinta magnitudine, sarebbe una delle tante stelle deboli che brillano in cielo, alcune delle stelle più brillanti si indebolirebbero notevolmente, mentre molte nuove stelle che non sono visibili ad occhio nudo aumenterebbero notevolmente di splendore. Lo studio di questo cielo ideale sarebbe indubbiamente più semplice, perché in questo caso dalla misura dello splendore di ogni singola stella si potrebbe ricavare direttamente la luminosità intrinseca. È chiaro che per il modo stesso con cui sono state definite, le magnitudini assolute si possono calcolare solo per le stelle di cui sia nota la distanza.