Una luce
estranea, il dieci ottobre di questo milleseicentoquattro, per la
prima volta fu vista in alto; inizialmente di debole consistenza,
ma in seguito, passati pochi giorni, grandemente aumentata da superare
tutte le stelle, sia le fisse sia le mobili, ad eccezione della
sola Venere; luce splendidissima e interamente sfavillante, al punto
da sembrare nel vibrare della luminosità quasi spegnersi
e subito riaccendersi; luce che supera in splendore quello di tutte
le stelle fisse, compreso lo stesso Cane; simile, per il colore
della luce, allo splendore dorato di Giove e al rossastro colore
di Marte.
Mentre infatti contrae i raggi temibili e dà l'idea errata
di uno spegnimento, si presenta quasi incandescente a causa del
colore rosso di Marte, ma mentre diffonde i raggi in modo più
ampio, come se rivivesse, si mostra splendente del bagliore di Giove:
dal che qualcuno non a torto sarebbe portato a credere che tale
luce sia stata generata dalla congiunzione di Giove e di Marte;
e questo, inoltre, soprattutto, perché appare generata quasi
nello stesso luogo e nello stesso tempo nella congiunzione dei citati
pianeti.
Il nove ottobre, infatti, alle cinque del mattino si verificò
la congiunzione di Giove e di Marte davanti a Saturno, situato a
8 gradi soltanto da essi, verso occidente; nel qual tempo, osservando
tale congiunzione, non abbiamo visto in quella zona nessun'altra
stella oltre le tre citate: la sera seguente, cioè il dieci
ottobre al tramonto del sole, si vide innanzitutto questa nuova
luce; e, mentre inizialmente appariva debole e piccola, ben presto
nel giro di pochi giorni raggiunse una notevole dimensione, non
sarà fuori luogo supporre che quella nuova luce sia stata
generata al momento della citata congiunzione e, data la tenuità,
sia rimasta nascosta.
E inoltre allorché i pianeti si ritrovarono insieme al 19°
grado del Sagittario, nel 18° grado del medesimo segno questa
luce apparve nuovamente; inoltre le distanze secondo la latitudine
dall'ellittica furono allora, di Marte anzitutto, a mezzodì
[a Sud], di gradi 0,53', di Giove, a tramontana [a Nord], gradi
0,37', della nuova luce poi gradi 1,40' circa, ad aquilone [Nord-Nord-Est],
di Saturno invero gradi 1,48', parimenti, in direzione dell'Orsa,
di modo che tale configurazione risulterebbe costituita da queste
quattro luci.
Questo splendore fece elevare alle realtà divine gli occhi
ottusi e rivolti alle terrene della gente, quasi si trattasse di
un nuovo miracolo del cielo; ciò che la congiunzione di astri
splendidissimi ed innumerevoli di cui si ornano i campi del cielo
non riesce ad effettuare: la condizione della struttura umana è
infatti tale che le realtà quotidiane, anche quelle degne
di ammirazione, ci sfuggono; al contrario, se accade qualcosa d'insolito
e fuori della norma, questo attira ogni popolazione.
Siete testimoni, giovani che qui siete accorsi numerosi per sentirmi
trattare di questa apparizione degna di ammirazione; alcuni, spaventati
e scossi da inconsistente superstizione, per capire se il prodigio
portentoso annunci un cattivo augurio; altri chiedendosi se esista
nei cieli una vera stella oppure un vapore bollente nelle vicinanze
della terra; tutti, poi, cercando ansiosamente di conoscere con
unanime interesse la sostanza, il moto, il luogo e il motivo di
quella apparizione. Desiderio stupendo, perbacco, e degno delle
vostre intelligenze!
E, oh! voglia il cielo, che la pochezza della mia intelligenza possa
rispondere all'importanza della cosa e alla vostra attesa! Non spero
né diffido: ritengo di accingermi a stabilire soltanto questa
unica cosa di mia stretta competenza, se si riferisca, in modo da
potersi dimostrare, al movimento relativo alla sostanza, imparerete
a conoscerlo tutti
[..]