La tettonica e il clima
Per il
mantenimento della vita è indispensabile la stabilità del clima. Sulla Terra
questa stabilità dipende da molti fattori. Un semplice confronto con quanto
succede sul pianeta Venere, ad esempio, può far comprendere l’importanza della
composizione dell’atmosfera. Da essa dipende il grado di efficienza
dell’effetto serra, benefico ed indispensabile finché si presenta in modesta
quantità, ma incredibilmente deleterio quando si incammina verso i livelli
venusiani. Per questo motivo sul banco degli imputati, visto il suo ruolo
fondamentale nella regolazione dell’effetto serra, troviamo soprattutto
l’anidride carbonica . Diventa dunque di importanza cruciale la valutazione del
ciclo dell’anidride carbonica, il meccanismo grazie al quale l’attuale
piccola quantità di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre rimane
stabile. Il ciclo dell’anidride carbonica trasferisce continuamente
dall’atmosfera all’oceano, da qui al mantello terrestre e
da lì nuovamente all’atmosfera. Il processo segue queste fasi:
1) Il
atmosferico si dissolve negli oceani;
2) Ne contempo la pioggia erode le rocce sulla superficie terrestre contenenti i silicati e trasporta i minerali erosi fino agli oceani;
3) Negli
oceani i silicati reagiscono con il
qui disciolto e formano carbonati. Questi minerali si
depositano sul fondo dell’oceano costruendo pian piano strati di rocce
calcaree;
4) Nel volgere di milioni di anni l’azione di trasporto della tettonica a zolle conduce i carbonati alle zone di subduzione, dove vengono trascinati in profondità, dentro il mantello della Terra;
5) Quando
raggiungono la zona più profonda del mantello queste rocce fondono a vanno a
far parte del magma che verrà portato in superficie dalle eruzioni vulcaniche
successive. Grazie ai vulcani, dunque, il
viene ricondotto nuovamente nell’atmosfera chiudendo il
ciclo.
I calcoli
indicano che il tempo di riciclo per il
atmosferico è di circa 400 mila anni. Questo significa che
se l’ammontare di
nell’atmosfera dovesse aumentare, per esempio a seguito di
un incremento delle eruzioni vulcaniche, bisognerebbe attendere 400 mila anni
per il ripristino delle temperature. Il ciclo dell’anidride carbonica, in
somma, avrebbe giocato (e giocherebbe tuttora) un ruolo chiave nella
regolazione termostatica del nostro pianeta.
Da ciò se ne conclude che un’altra caratteristica irrinunciabile di un pianeta candidato alla vita debba essere quella di possedere un meccanismo geologico simile a quello funzionante sulla Terra, capace di rimescolare gli strati del mantello.
Venere, per esempio, non presenta nessuna evidenza di tettonica a zolle e di conseguenza ha finito col diventare l’anticamera dell’inferno. L’assenza di acqua sulla superficie di Venere (a causa della sua vicinanza al Sole) può aver limitato i moti sotto la sua crosta mentre le levate temperature superficiali hanno reso la crosta troppo calda (e di conseguenza troppo soffice) per potersi muoversi come una zolla rigida. La tettonica delle zolle, comunque, sembrerebbe un processo estremamente probabile – se no proprio inevitabile – per i pianeti che hanno una taglia terrestre e si trovano alla stessa distanza orbitale.