La sopravvivenza
Ma una volta che un pianeta di tipo terrestre si è formato alla giusta distanza dalla stella, quante probabilità ci sono che possa rimanere indisturbato per tutto il tempo necessario all’evoluzione della vita? Per rispondere a questa domanda diventa indispensabile considerare quali possibili minacce possano attentare alla sua esistenza. L’universo è infatti un luogo molto pericoloso, e il delicato equilibrio di un ecosistema in fase di formazione può essere spazzato via nel volgere di pochi secondi da una qualsiasi delle seguenti catastrofi:
Impatti di asteroidi e comete.
Episodi di vulcanesimo in grado di provocare un cambiamento del clima e il conseguente innalzamento del ritmo di estinzione.
Periodi di raffreddamento planetario(in grado di ridurre la Terra a una palla di neve. Il clima gelido avrebbe condotto molte specie all’estinzione).
Aumento della dannosa radiazione ultravioletta emessa dal Sole, magari dovuto all’assottigliarsi dello strato d’ozono per un aumento del vento solare o all’inversione del campo magnetico della Terra.
Esplosione di una supernova vicina. I raggi cosmici (particelle X e Gamma di elevatissima energia) prodotti da questi eventi possono indurre ad estinzioni biologiche e mutazioni genetiche.
Le estinzioni di massa si sono verificate più volte nel corso della storia del nostro pianeta. I dati provenienti dallo studio dei fossili, infatti, confermano la presenza di molti altri episodi oltre a quello – probabilmente il più famoso – avvenuto 65 milioni di anni fa, il cosiddetto evento K-T.
Il fatto che siamo qui a raccontarlo non è certamente una prova a favore dell’invincibilità della vita (potremmo, semplicemente, essere stati molto fortunati), ma è tuttavia un indizio di quanto raro possa essere il verificarsi di un evento distruttivo globale e definitivo.