Perché gli oggetti
ci appaiono colorati? Perché
diffondono le onde elettromagnetiche corrispondenti ad un determinato
colore ed assorbono tutte le altre. I corpi che ci appaiono neri assorbono
dunque tutta la radiazione che li investe. Se i corpi vengono portati
ad alte temperature emettono luce propria e cambiano colore. Essi
emettono le radiazioni che sono in grado di assorbire. Il corpo nero
può dunque essere un radiatore integrale. Ecco
due leggi che i fisici hanno individuato e che sono utili anche per
interpretare le osservazioni astronomiche.
LEGGE DI STEFAN: L =
4π r2 σ T4 Che
significa che con l’aumento della temperatura assoluta aumenta anche
l’energia emessa, per unità di superficie e di tempo. (σ costante
di Stefan) LEGGE DI WIEN: λmax T = cost. La
lunghezza d’onda per cui si ha il massimo dell’emissione è inversamente
proporzionale alla temperatura assoluta. Dunque il colore di un corpo
incandescente si sposta verso il violetto al crescere della temperatura.
Il colore delle stelle è legato alla loro temperatura superficiale.
Gli spettri stellari ci danno perciò informazioni sulla loro temperatura
superficiale. Esistono
diversi tipi di spettri:
Ogni
tipo di sostanza ha uno spettro caratteristico da cui può essere identificata.
Per questo lo spettro a righe di una sorgente, in questo caso una stella,
ci fornisce informazioni sulla sua composizione chimica. L’ultima
informazione, ma non per importanza, che possiamo ricavare da uno spettro
stellare è la velocità radiale della sorgente in quanto esiste un fenomeno
conosciuto come EFFETTO DOPPLER. Secondo questo se una sorgente è in
movimento, le onde emesse da essa ci giungono “infittite” se essa si
avvicina a noi, perciò la lunghezza d’onda percepita dall’osservatore
diminuisce e le righe dello spettro appaiono spostate verso il violetto;
ci giungono invece “diradate” se essa si allontana e perciò l’osservatore
percepisce una lunghezza d’onda maggiore di quella emessa e le righe
dello spettro appaiono spostate verso il rosso. Si può dunque facilmente
individuare la seguente legge: Δλ/ λ0 = v/c In
cui λ0 è la
lunghezza d’onda in condizioni di riposo della sorgente, Δλ
la variazione subita da essa e v la velocità radiale. Dalla misura dello
spostamento delle righe spettrali rispetto alla condizione di riposo
si ricava quindi la velocità radiale della sorgente.
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