Torna alla Home-Page


Home              Contattaci              Regolamento per gli autori e per chi vuole collaborare              Ultimi aggiornamenti nel sito


Tesine

LE COMETE
di Gianfranco Maglieri

 

CAPITOLO 1 – Le comete: divagazioni storico-letterarie

1.1 Dai Cinesi ai Romani


Insieme alle eclissi, le comete sono sempre state protagoniste di stupori, attese di calamità e terrori superstiziosi: la comparsa di una stella fiammeggiante con una gran coda, nei cieli pressocché bui e trasparenti dell’antichità, scatenava annunci terribili e previsioni catastrofiche.Il primo avvistamento documentato di una cometa avvenne ad opera dei cinesi, nel 1059 a.C.
Questi oggetti erano stati da loro chiamati con 29 forme e nomi diversi; il più usato era po hsing, “stella scopa”, poiché pensavano che spazzasse via il vecchio per portare il nuovo.
 
. Fig1.1 – Cometa in cinese
Fino al XI secolo d.C. i cinesi catalogarono più di 600 osservazioni. Anche in Occidente studiosi greci e latini si occuparono di comete.

Aristotele le riteneva solo un fenomeno meteorologico, di esalazioni sublunari [1], una perturbazione atmosferica causata quando le emanazioni terestri si incendiavano nella zona di fuoco che egli riteneva circondasse il pianeta.Pochi invece adottarono la stessa chiarezza investigativa di Seneca che, nel I secolo d.C., sostenne che i movimenti delle comete, essendo simili a quelli dei pianeti, escludevano ipse facto che si trattasse di fenomeni atmosferici.
Inoltre scrisse profeticamente: “Verrà il tempo in cui queste cose che rimangono ignote saranno messe in luce [...] Qualcuno verrà che dimostrerà dove corrano le comete, perché errino scostandosi tanto dagli altri astri” [2]. Cicerone, generalmente scettico sugli influssi astrali, attribuiva alla cometa dell’87 a.C. la sfortuna della guerra di Ottavio: questa fu con tutta probabilità la cometa di Halley. Sempre sulla scia dell’infausto è la testimonianza di Plinio, il quale riporta che l’imperatore Augusto fece erigere un tempio a Venere per il culto delle comete, volendo celebrare quella che era apparsa dopo la morte di Cesare. Secondo l’imperatore, questa cometa era l’anima del dittatore suo zio tra gli dei immortali.
Durante l’impero romano anche Tacito riferisce per Nerone “l’opinione del volgo che le comete presagiscano il cambio del re” [3], e Svetonio concorda dopo che l’apparizione di una cometa “che comunemente si ritiene annunziatrice di rovine al potere supremo...deliberò di far scempio dei più nobili cittadini” [4].


1.2 Dalle superstizioni del 1300 alle teorie di Brahe

Nel 1301 l’ennesima comparsa della cometa di Halley si prestò alla contemplazione di Dante e Giotto. IlNel 1401, invece, un’altra grande cometa apparsa a fine febbraio fu poi confusa con quella che la seguì nel 1402: in coincidenza dell’evento si ebbe la morte di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano. Secondo le cronache quest’ultimo, saputo della cometa, ringraziò Dio di aver annunziato agli uomini la sua morte con un segno celeste [5].
Continua pertanto la serie delle stragi attribuite alle comete, ma Shakespeare chiarisce che “quando muoiono i poveri non si vedono le comete” [6].Famose sono invece le osservazioni di Tycho Brahe: dapprima aveva composto un catalogo di 788 stelle, molto preciso.
Queste stelle erano poi usate come riferimento nelle osservazioni. Egli ebbe modo di scoprire e catalogare sei comete: nel 1577, 1580, 1582, 1590, 1593, 1596. Per le osservazioni della cometa del 1577, le sue misure si rivelarono precise a 4’; per quella del 1582 addirittura a 1’, al limite della risoluzione dell’occhio umano.
Tycho scrisse infine un libro ove riportava le sue teorie ed osservazioni sulle comete, il De mundi aetherei (1588): conclude demolendo la teoria aristotelica delle esalazioni sublunari e precisa che le comete erano caratterizzate da orbita ellittica e non circolare.


1.3 Le scoperte di Halley e l’uso della tecnica

La prima cometa scoperta col cannocchiale fu quella di Kirch del 1680; essa fu anche la prima ad essere calcolata con orbita parabolica. Ma la vera rivoluzione avvenne nel 1675 con le scoperte di Edmond Halley, figlio di un benestate fabbricatore di sapone. All’età di 17 anni il padre gli regalò un telescopio di 7 metri di lunghezza e lo mandò a studiare alla Oxford University. Halley applicò un procedimento matematico trovando che le comete osservate da Apiano nel 1531, da Keplero nel 1607 e da lui stesso nel 1682 erano la medesima: fu così che a questa cometa venne dato il nome di Halley.  
E.Halley

Nel 1705 egli pubblicò il libro Sinossi dell’Astronomia delle Comete, in cui previde che la cometa da lui osservata sarebbe riapparsa nel 1758, cioè dopo 76 anni.Nonostante la previsione fosse esatta, egli non ebbe modo di verificarla, poiché morì nel 1742.

L’ultimo passaggio della cometa Halley risale al 1986, quando essa venne avvicinata dalle sonde sovietiche Vega 1 e Vega 2 e dalla sonda europea Giotto.

Nel 1813 Laplace effettuò la distinzione tra comete a breve periodo e comete a lungo periodo, stabilendo che queste ultime si allontanavano fino a 8 bilioni di chilometri dal Sole; e prime invece si comportavano più o meno come i pianeti avendo un periodo di circa 30 anni.
L’uso di strumenti scientifici nell’osservazione delle comete permise di acquisire nuove conoscenze.
Il primo uso della polarimetria per una cometa fu fatto a Vienna da Murman, che, con un prisma di Nicol, scoprì la polarizzazione della luce delle code.

Schiaparelli, nel 1866, espose la sua teoria sulla relazione tra comete e pioggie meteoriche. La prima cometa osservata con uno spettroscopio fu quella di Tempel del 1864, osservata da Huggins, il quale vi trovò composti di idrogeno e di ossigeno. Nel 1882, Vogel trovò poi segni di sodio nella cometa di Wells.
Nel XX secolo il progresso tecnologico ha permesso di capire molto di più sulle comete, grazie all’uso di telescopi ed attrezzature potenti e precise, nonché sonde spaziali.

 

Coordinamento: Pasqua Gandolfi
© Copyright Astrocultura UAI  2003