Scrivere un romanzo
è come intraprendere un viaggio fantastico attraverso la realtà
e la fantasia, nessun limite è ammesso, tutto può accadere
e soltanto l'autore ne può decidere le sorti.
Ma quando la fantasia si mischia alla scienza, ecco che si assiste
all'alba di un nuovo genere letterario: la fantascienza, di cui Verne
può esserne meritatamente considerato il padre.
Da un saggio di Bruce Sterling "Mezzanotte in rue Jules Verne":
<< Jules Verne ha inventato la fantascienza nella sua forma
più radicale. Ne ha creato il métier, combinando le
trame e i personaggi dei romanzetti da poco con la vasta messe divulgativa
della scienza popolare.>>
E così siamo pronti a partire, Verne ci porterà dove
nessuno prima era mai stato
Dalla
terra alla Luna
(1865)
Tutto ebbe inizio durante la Guerra di Secessione
con la nascita del Gun club nella città di Baltimora. Una volta
che le ostilità furono cessate il club si oscurò rapidamente,
finché un'idea del presidente Barbicane non lo riportò
alla ribalta. Si trattava di un esperimento ambizioso: ideare un cannone
adatto a spedire un proiettile sulla Luna. Il proiettile all'inizio
doveva essere una granata sferica, ma poi un avventuriero francese
di nome Michel Ardan propose di modificare il progetto: il proiettile
sarebbe dovuto essere cilindro-conico e cavo, per permettergli di
partire con esso. Quest'idea trovò l'opposizione del capitano
Nicholl (già acerrimo nemico di Barbicane), ma alla fine l'ardire
del francese ebbe la meglio e così venne deciso che dentro
al proiettile cavo sarebbero partiti: Ardan, Barbicane e lo stesso
Nicholl.
Il fatidico giorno arrivò e il proiettile fu lanciato
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Una
detonazione spaventosa, inaudita, inconcepibile; della quale
nulla potrebbe dare l'idea, si produsse istantaneamente.
Un immenso fascio di fuoco sprizzò dalle viscere
del suolo come da un cratere.
La terra si sollevò e fu molto se qualcuno poté
intravedere per un istante il proiettile che fendeva vittoriosamente
lo spazio tra vapori fiammeggianti.
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Il
proiettile lasciò l'atmosfera terrestre diretto verso il satellite,
che avrebbe raggiunto dopo qualche giorno. La Luna si faceva sempre
più vicina, anche se il proiettile stava puntando sull'emisfero
settentrionale invece che verso il centro del disco lunare, così
come era stato calcolato. Il proiettile non cadeva verticalmente,
ma si muoveva lungo una tangente: la traiettoria era stata deviata
da un bolide che all'inizio del viaggio per poco non lo colpiva. La
capsula non stava cadendo sulla Luna: ne stava diventando a sua volta
il "satellite"!
<<
A mezzanotte la Luna era piena e i tre viaggiatori avrebbero dovuto
mettervi piede in quel momento preciso se il malaugurato bolide
non li avesse deviati dalla loro meta. Inutile dire che quella notte
nessuno dormì. Tutti i sentimenti dei viaggiatori si concentravano
in un unico pensiero: vedere! Essi rappresentavano la Terra, riassumevano
in loro stessi tutta l'umanità passata e presente ed era
coi loro occhi che la razza umana guardava per la prima volte le
regioni lunari e ne penetrava i segreti. >>
Essendo
la Luna priva di atmosfera non esiste il crepuscolo, ma solo luce
o tenebre e di questo i viaggiatori si resero bene conto non appena
la capsula si avvicinò al Polo Nord.
<<
Il disco non offriva più agli sguardi dei viaggiatori che
una metà violentemente illuminata, mentre l'altra metà
spariva nelle tenebre. Di colpo il proiettile superò la linea
di demarcazione tra la luce intensa e l'ombra assoluta e fu immediatamente
avvolto dalla notte profonda. >>
La capsula stava ora sorvolando la faccia nascosta della Luna, che
comunque non poteva essere vista perché immersa nel buio
più totale.
<<
Si può quindi comprendere la delusione e l'abbattimento dei
nostri amici immersi in quella notte impenetrabile, vivificata solo
dalle stelle, che certo nessun astronomo della Terra aveva mai potuto
esaminare in condizioni altrettanto favorevoli. Quei diamanti incastonati
nella volta celeste gettavano barbagli superbi. Lo sguardo abbracciava
il firmamento dalla Croce del Sud fino alla Stella Polare. L'immaginazione
si perdeva in quel sublime infinito del quale il proiettile sembrava
il centro, come un nuovo astro dovuto alla mano dell'uomo. >>
Il
viaggio comunque continuava seguendo una traiettoria parallela alla
superficie lunare, il proiettile era immerso nel buio e nel freddo
più totale finché un nuovo fatto attirò l'attenzione
dei presenti:
<<
"Un vulcano! Un vulcano in attività!" aveva esclamato
Nicholl "Uno sfogo del fuoco interno! Allora questo mondo non
è ancora del tutto morto!"
"Sì, è proprio un'eruzione!" confermò
Barbicane che studiava il fenomeno attraverso il cannocchiale.
"Ma se per alimentare una combustione occorre l'aria"
osservò Ardan "allora bisogna ammettere che questa parte
della Luna dispone di un'atmosfera!"
"Forse, ma non necessariamente, poiché, attraverso la
decomposizione di certe materie, un vulcano può fornire a
se stesso l'ossigeno che gli occorre e lanciare così delle
fiamme nel vuoto. E poi mi sembra proprio che quelle deflagrazione
abbia l'intensità e lo splendore che hanno gli oggetti che
si infiammano nell'ossigeno puro.
Adagio, dunque, prima di sostenere l'esistenza di un'atmosfera lunare!"
>>
Si
stava ancora discutendo di questa cosa, quando all'improvviso un altro
gigantesco bolide apparve nel suo incandescente splendore, questa
volta però puntava dritto sulla capsula: la sorte del proiettile
sembrava ormai segnata, ma invece di investirlo, il bolide scoppiò
in mille frammenti luminosi che rischiararono lo spazio circostante.
<<
"La faccia invisibile! Ecco che finalmente si vede!"
E tutti, attraverso le irradiazioni luminose che durarono appena
qualche secondo, intravidero quel disco misterioso che l'occhio
dell'uomo poteva scorgere ora per la prima volta.
Che cosa videro essi a una distanza che non era possibile valutare?
Qualche striscia allungata mascherava il disco, vere nubi stagnanti
in un'atmosfera ristretta dalla quale emergevano, non solo le montagne,
ma altresì i rilievi di più modesta importanza, i
circhi, i crateri aperti disseminati così capricciosamente
come sulla faccia visibile. Poi degli spazi immensi, non più
pianure aride, ma autentici mari che riflettevano col loro liquido
specchio tutto il fantasmagorico spettacolo dei fuochi dello spazio.
Infine, sui continenti, delle vaste masse scure simili a foreste
immense rapidamente illuminate da un lampo
>>
Dopo
aver visto tutto ciò, la domanda sorse spontanea: la Luna è
abitabile? Fu il presidente Barbicane a risponde
<<
"Nello stato in cui attualmente si trova, con un involucro
atmosferico certamente molto ridotto, i suoi mari in gran parte
asciutti, le sue acque alternanti il caldo e il freddo, le sue notti
e i suoi giorni di trecentocinquantaquattro ore, la Luna non mi
sembra abitabile, né propizia allo sviluppo di una fauna,
né sufficiente ai bisogni di un'esistenza come noi la intendiamo"
>>
Dunque,
se la Luna non è abitabile, lo fu comunque in passato?
<<
"Amici miei" cominciò Barbicane "io ho atteso
questo viaggio per farmi un'idea della passata abitabilità
del nostro satellite, e le nostre osservazioni odierne non possono
che confermarmela. Credo e affermo che la Luna sia stata abitata
da una razza vivente organizzata come la nostra e che abbia prodotto
una fauna conformata anatomicamente come la nostra, ma aggiungo
che quelle razze umane o animali abbiano fatto il loro tempo e siano
ormai sparite per sempre." >>
Il
proiettile continuava il suo viaggio, ritrovandosi di nuovo sulla
faccia visibile della Luna.
<<
Chi osservava la marcia del proiettile riconosceva facilmente che
esso si allontanava dalla Luna seguendo una curva simile a quella
che aveva tracciato avvicinandosi e descrivendo quindi un'ellisse
assai allungata, che sarebbe passata al punto neutro dove le due
attrazioni si equilibrano. >>
Quando
si parla di attrazioni ci si riferisce a quelle esercitate dalla Luna
e dalla Terra, punto contraddistinto dalla perdita di peso dei corpi.
Questo fece venire ai viaggiatori un'idea: utilizzare la spinta dei
razzi, che in origine dovevano attutire la caduta sulla Luna, per
spingere il proiettile quel tanto che basta per superare il punto
neutro e cadere finalmente sulla Luna, obiettivo a cui non si voleva
ancora rinunciare.
Il momento fatidico arrivò: i razzi furono accesi.
<<All'interno
non si percepì nessuna detonazione per la mancanza d'aria,
ma dall'oblò Barbicane vide un lampo prolungato e il proiettile
subì una sensibile scossa. [
] "Stiamo cadendo!"
annunciò. "Ah!" gridò Michel. "Verso
la Luna?" "No, verso la Terra!" rispose Barbicane.
[
]
Era così! La spaventosa caduta cominciava. La velocità
residua del proiettile lo aveva portato al di là del punto
morto e l'esplosione dei razzi non aveva potuto frenarla. Quella
velocità che, nell'andata, aveva trascinato il proiettile
oltre la linea neutra lo trascinava ancora al ritorno e le leggi
della fisica volevano che, nella sua orbita ellittica, esso ricalcasse
tutti i punti per i quali era già passato.
>>
Fortunatamente
il proiettile cadde in pieno oceano, che attutì così
la vorticosa caduta. Quando poi il proiettile tornò a galla
(era cavo!), i nostri eroi furono tratti in salvo.
<<Gli
ufficiali scrutarono coi loro cannocchiali nella direzione
segnalata e videro effettivamente un oggetto che sembrava
uno di quei gavitelli che si collocano per segnalare i punti
pericolosi per la navigazione.
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Ma, particolare curioso, una bandiera sventolava sulla cima
di quel cono che sembrava di emergere dall'acqua per cinque
o per sei piedi e luccicava sotto i raggi del sole come
fosse d'argento. [
]
Quella bandiera era la bandiera degli Stati Uniti! >>
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Commento
di Francesca Benedetti