Fiodr Petrovic, come
tutte le mattine, si era alzato di buon'ora.
Aveva da accudire gli animali, preparare le esche per la pesca
e le nuove trappole per la caccia. A quelle latitudini d'estate
era sempre giorno e pertanto conveniva sfruttare l'illuminazione
del sole per lavorare alacremente, cercando di immagazzinare più
viveri possibile in vista dell'inverno siberiano.
Aveva già accudito gli animali domestici e si stava preparando
per uscire nei boschi circostanti per controllare le trappole
che aveva sistemato nei giorni precedenti e per metterne di nuove.
La selvaggina, per fortuna, era abbastanza abbondante in questo
periodo per cui c'erano buone possibilità di tornare alla
dacia con un buon bottino. Più tardi sarebbe andato a pescare
nel fiume Tunguska che scorreva a pochi chilometri di distanza.
Il sole era ancora basso sull'orizzonte e, con il passare delle
ore si sarebbe spostato verso Sud, senza però cambiare
di molto la sua altezza.
Era
bello e caldo ed era piacevole sentire sulla pelle il calore dei
suoi raggi.
Ad un tratto, però lo sguardo di Fiodr si fece più
attento. A pochi gradi dal Sole c'era una strana macchiolina luminosa.
Non aveva mai visto nulla di simile. Lo strano fenomeno lo affascinava
e lo turbava insieme. Cercò di distogliere lo sguardo dicendosi
che non aveva molto tempo da perdere e che era meglio cercare
di sfruttarlo in qualche attività costruttiva, piuttosto
che starsene col naso per aria. Ma il turbamento rimaneva. Qualche
minuto dopo rialzò gli occhi e vide che il puntino luminoso
era sempre lì, accanto al Sole. Lì per lì
sembrava che fosse rimasto immutato ma poi si rese conto che la
sua luminosità stava crescendo lentamente. Occorreva più
di un minuto per rendersene conto ma l'oggetto misterioso diventava
sempre più brillante con il passare del tempo.
Fiodr rientrò in casa per prendere le sue armi e andare
nel bosco; dopotutto anche se qualcosa di strano c'era in cielo,
lui doveva pensare alle cose terrene e non poteva perdere tempo.
Pochi minuti dopo era pronto per partire. Un ultimo sguardo al
sole e rimase a bocca aperta.
Il puntino luminoso era diventato grande quanto il sole stesso
e perlomeno altrettanto luminoso. Era sempre stato un tipo coraggioso
e non era mai stato colto dalla paura ma stavolta qualcosa si
ruppe dentro di lui e cadde in ginocchio cominciando a pregare.
L'oggetto era sempre più grande e luminoso e, fra l'altro,
sembrava che si muovesse verso di lui.
Improvvisamente si alzò un fortissimo vento caldo che fece
cadere Fiodr per terra. L'ultima cosa che vide fu l'oggetto luminoso
che sfrecciava sopra di lui occupando quasi tutto il cielo.
Pochi istanti dopo un enorme boato esplose alle sua spalle. La
terra tremò in un modo che Fiodr non aveva mai sentito.
Un vento infuocato passò sopra la sua testa bruciando le
punte degli alberi e, dopo pochi minuti, un'altra raffica di vento,
questa volta molto più fresca ma ugualmente intensa, spense
i focolai accesi.
Gli animali erano in preda al panico e anche lui era sconvolto.
Tuttavia era sempre stato un tipo molto curioso e, una volta rimessa
a posto la sua dacia, calmato gli animali, e armatosi, decise
di andare a vedere cosa era successo. Si inoltrò nel bosco
ancora fumante verso Ovest, cercando di dominare l'inquietudine
che lo aveva colpito. Non riusciva a spiegarsi il fenomeno che
aveva appena visto. Dopo alcune ore di cammino, quando il Sole
stava ormai per raggiungere l'altezza massima sull'orizzonte,
arrivò sul limitare di un nuovo bosco. Tutti gli alberi
erano stati abbattuti.
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Ma la scure non
era stata manovrata da un uomo. Quegli alberi erano completamente
spogli, quasi carbonizzati, e, cosa ancora più inquietante,
erano sdraiati come una raggiera, con la punta rivolta verso l'esterno
del bosco. Fiodr aggirò tutto il bosco, prima di avere
il coraggio di avventurarsi al suo interno. Da qualsiasi parte
osservasse gli alberi erano tutti stati abbattuti come da un potentissimo
vento caldissimo che si fosse sprigionato dall'interno del bosco
stesso. Alla fine si disse che se era arrivato fin lì era
stupido tornarsene
indietro senza sapere cosa fosse esattamente successo.
L'interno del bosco era spettrale.
Ogni tanto incontrava le braci fumanti di qualche cespuglio. Il
silenzio era rotto solamente dai suoi passi. Gli sembrava di essere
il solo essere vivente su tutto il pianeta. Improvvisamente arrivò
in una radura larga oltre mille metri. All'interno di questa radura
non c'erano alberi abbattuti, solo poche decine di tronchi carbonizzati
ma rimasti in piedi,
perfettamente verticali, come a indicare che qualcosa era
successo lassù,
in cielo.
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Non gli fu possibile
avvicinarsi ulteriormente in quanto la zona era un mare di fango.
In lontananza, quasi in prossimità
del centro della radura, vide un oggetto strano a forma di ciotola,
che stava lentamente affondando nel fango. Era sicuramente metallico
perché rifletteva, a volte, i raggi del Sole che continuava
il suo percorso nel cielo. Anche a quella distanza l'oggetto era
ben visibile, grande più della sua dacia; guardandolo attentamente
si accorse che stava lentamente sprofondando nel mare di fango.
Dopo circa un'ora sparì alla sua vista, lasciando solo
delle bolle d'aria che risalivano dalle profondità come
fossero sfere di fango.
Improvvisamente un pensiero attraverso la sua mente; era un pensiero
strano e lì per lì non riuscì a capire come
mai gli fosse apparsa davanti agli occhi una immensa vallata verde,
in cui animali stranissimi vagavano lentamente, tranquilli.
Fiodr si scosse e torno a guardarsi intorno, notando la notevole
differenza fra quella valle stupenda che aveva immaginato e la
radura di fango con quegli alberi neri e scheletriti che si trovava
lì davanti.
Di nuovo un pensiero estraneo gli invase la mente ma questa volta
l'immagine non era di un prato, bensì di un cielo stellato,
diverso però da quello cui era abituato. Le stelle erano
colorate di rosso, giallo, azzurro e non bianche come era abituato
a vederle. Inoltre la prospettiva cambiava rapidamente come se
tutte queste stelle corressero verso di lui e lo oltrepassassero
per scomparire alle sue spalle: in viaggio tra le stelle, ecco
come si sentiva:"Un viaggiatore cosmico".
Cominciò a muoversi dalla radura per tornarsene a casa
quando un richiamo lo fece sussultare. Sembrava una richiesta
di aiuto. Si fermò, si guardò in giro ma non vide
niente di strano nei dintorni.
Gli unici rumori che sentiva erano il crepitare di alcuni focolai
che non si erano ancora spenti e il vento che aveva cominciato
a soffiare con una certa intensità. Non c'era nessuno intorno
e nonostante fosse molto attento a tutti i rumori e ai movimenti
che ci potessero essere nei dintorni non vide nulla che potesse
fargli pensare all'esistenza di un altro essere umano nelle vicinanze.
Il richiamo giunse improvviso e stavolta Fiodr fu sicuro che non
era una voce ma qualcosa che gli entrava direttamente nella testa.
Preso dal panico cominciò a correre, inciampando nei rami
contorti sparsi sul terreno e cadendo per terra.
La voce mentale che l'aveva così impaurito tornò
a farsi sentire e, agendo sul suo cervello, lo calmò. Non
sentiva dei suoni né frasi nella sua lingua, però
riusciva a capire quasi tutto quello che lo straniero, così
lo aveva battezzato, gli diceva.
Grazie alle indicazioni telepatiche riuscì alla fine a
trovarlo, dietro un tronco abbattuto; sembrava ferito, anche se
il liquido che si spandeva per la terra non era rosso come il
sangue ma di un colore giallastro. Lo straniero aveva una struttura
molto simile a quella di un uomo anche se dietro le sue spalle,
pur lacere e rattrappite, si notavano due ali variopinte come
quelle di una farfalla.
Di nuovo le immagini mentali riapparvero e Fiodr vide lo straniero
dentro un oggetto che vagava per lo spazio; sembrava che lo comandasse
premendo dei bottoni illuminati. Improvvisamente apparve un'enorme
roccia che colpì l'oggetto dello straniero facendo lampeggiare
un numero incredibile di luci. Poi, improvviso, lo schianto, in
un enorme bagliore di luce.
Fiodr provò a chiedere, nella sua lingua, allo straniero,
chi fosse e cosa facesse. Lo straniero mostrò di avere
capito la domanda perché nuove immagini mentali apparvero:
era un esploratore di un pianeta lontanissimo che stava studiando
dallo spazio la vita sulla Terra. All'improvviso aveva visto apparire
un'enorme roccia, lui la chiamava "asteroide" anche
se per Fiodr questo termine non aveva alcun significato, che era
diretta proprio verso la Terra. Lo straniero aveva immediatamente
capito che, se l'impatto fosse avvenuto, un numero grandissimo
di esseri viventi sarebbe morto, forse tutta la vita sulla Terra
sarebbe scomparsa. Aveva perciò deciso di cercare di deviare
l'asteroide. La sua nave spaziale era rimasta però danneggiata
nell'urto ed era precipitata incendiandosi al contatto con l'atmosfera;
lui si era gettato fuori all'ultimo momento, rimanendo però
gravemente ferito.
Il contatto mentale sparì per un attimo e poi tornò
ma molto debole. Lo straniero stava perdendo le proprie forze
e questo "colloquio" lo aveva prostrato enormemente.
Fiodr cercò di curare lo straniero ma non sapeva cosa fare.
Anche il contatto mentale che avevano stabilito si indeboliva
sempre più. All'improvviso lo straniero si irrigidì;
il contatto mentale scomparve definitivamente e Fiodr si accorse
che lo straniero era morto. Con cura cercò dei sassi per
fare un tumulo in cui fare riposare questo essere venuto così
da lontano e l'unico saluto che gli venne in mente fu "Grazie!!!".
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