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Fantascienza


da Caccia alla meteora
di Jules Verne


[..]Ma, in fin dei conti, era dunque così glorioso aver scoperto questa meteora? Non era ciò dovuto unicamente al caso? Se il bolide non avesse così favorevolmente attraversato il campo visuale degli strumenti di Mr. Dean Forsyth e di Mr Sydney Hudelson, proprio al momento in cui costoro avevano l'occhio all'oculare, sarebbe forse stato avvistato da questi 2 astronomi, che se ne facevano davvero troppo vanto?
D'altronde, forse non ne passavano, giorno e notte, a centinaia e a migliaia di questi bolidi, di questi asteroidi, di queste stelle filanti? E' possibile contarli questi globi di fuoco, che tracciano a sciami le loro capricciose traiettorie sul fondo scuro del firmamento? Seicento milioni: tale è, secondo gli scienziati, il numero delle meteore che attraversano l'atmosfera terrestre durante una sola notte, cioè un miliardo e duecento milioni in 24 ore. Passano dunque a miriadi questi corpi luminosi, di cui, al dire di di Newton, ne sarebbero visibili ad occhio nudo da dieci a quindici milioni.
"Quindi - faceva osservare il Punch, il solo giornale di Whaston che avesse preso la faccenda dal lato comico - trovare un bolide nel cielo è un po' meno difficile che trovare un chicco di frumento in un campo di grano, e c'è motivo di dire che i nostri due astronomi ne stanno un po' abusando, a proposito di una scoperta, davanti a cui non c'è motivo di scoprirsi".

Keplero, disse il Whaston Standard - credeva che i bolidi fossero il risultato delle esalazioni terrestri. Sembra più verosimile che i fenomeni non siano altro che degli aeroliti, infatti in loro si sono sempre trovate tracce di una violenta combustione. Dai tempi di Plutarco, erano considerati già come delle pietre che precipitano sul suolo del nostro globo, allorché passando nelle sue vicinanze, sono attirati dall'attrazione terrestre. Lo studio dei bolidi dimostra che la loro sostanza non è per nulla differente dai minerali da noi conosciuti e che nel loro insieme comprendono press'a poco il terzo dei corpi semplici. Ma quale diversità presenta l'aggregazione di questi elementi! Le particelle costitutive sono talvolta piccole come quelle delle limature, a volte grosse come dei piselli o delle nocciole, di durezza notevole e mostranti alla frattura delle tracce di cristallizzazione. Ce ne sono alcuni che sono formati solo di ferro allo stato nativo, a volte mescolato a nichel, e non alterato da ossidazione".
Giustissimo, in verità, ciò che il Whaston Standard portava a conoscenza dei suoi lettori. Durante questo tempo, il Daily Whaston insisteva sull'attenzione che gli scienziati antichi moderni hanno sempre rivolto allo studio di queste pietre meteoriche. Esso diceva: Diogene d'Apollonia non menziona forse una pietra incandescente grande come una macina da mulino, la cui caduta presso l'Ageos Potamos spaventò gli abitanti della Tracia? Se un simile bolide cadesse sul campanile di Sainth-Andrew, lo demolirebbe dalla cima alla base. Ci sia permesso, a questo proposito, di citare alcune di queste pietre, che, giunte dall'immensità dello spazio e entrate nel raggio d'attrazione della terra, precipitarono sul suolo terrestre: prima dell'era cristiana, la pietra di fulmine che si adorava come simbolo di Cibele in Galazia e che fu portata a Roma; così pure un'altra, trovata in Siria e consacrata al culto del Sole; lo scudo sacro raccolto sotto il regno di Numa; la pietra del tuono che servì a fabbricare la famosa spada di Antar. Dopo l'inizio dell'era cristiana, si parla di molti aeroliti e sulle circostanza che accompagnarono la loro caduta: una pietra di 160 libbre caduta ad (nota) Ensisheim, in Alsazia; una pietra di color nerometallico, che aveva la forma e la grossezza di una testa umana, caduta sul monte Vaison, in Provenza; una pietra di 71 libbre, emanante un odore solforoso, che si era supposto derivante da schiuma di mare, caduta a Larini, in Macedonia; una pietra caduta a Lucé, nei pressi di Chartres, nel 1763, e che scottava talmente che fu impossibile toccarla. Non sarebbe giusto parlare con gli stessi termini di quel bolide, che nel 1203, colpì la città normanna di Laigle e di cui Humboldt parla in questo modo:" un'ora dopo mezzogiorno, attraverso un cielo molto sereno, si vide un grosso bolide che si muoveva da sud-est a nord-ovest. Alcuni minuti dopo si sentì, perla durata di 5 0 6 minuti, un'esplosione proveniente da una piccola nuvola nera quasi immobile, esplosione che fu seguita da altri tre o quattro scoppi e da un rumore che poteva essere paragonato a scariche di moschetteria, alle quali si fosse unito il rullo di un gran numero di tamburi. Ogni esplosione distaccava dalla nuvola nera una parte dei vaporidi cui era costituita. Non si notò in quella circostanza nessun fenomeno luminoso. Più di mille pietre meteoriche caddero su una superficie ellittica, il cui asse maggiore, diretto da sud-est a nord-ovest, misurava 12 chilometri di lunghezza. Tali pietre fumavano e scottavano senza essere infiammate, e si constatò che esse erano più facili a rompersi alcuni giorni dopo la loro caduta che in seguito."
Il Daily Whaston continuava su questo tono per più colonne, e si dimostrava prodigo di particolari che manifestavano per lo meno l'interesse dei redattori.
Gli altri giornali, d'altronde, non restavano indietro. Poiché l'astronomia era di attualità, tutti parlavano di astronomia, e se, dopo ciò, un solo whastonese non era ferrato sulla questione dei bolidi, ciò era dovuto al fatto che aveva cattiva volontà.
Alle nozioni date dal Daily Whaston, il Whaston News aggiunse le sue. Esso richiamava il ricordo di quel globo di fuoco, di un diametro doppio rispetto a quello della Luna piena, che nel 1254 fu avvistato successivamente a Hurworth, a Darlington, a Durham, a Dundee, e passò da un orizzonte all'altro senza scoppiare, lasciando dietro di sé una lunga scia luminosa, dal color d'oro, larga, compatta e spiccante vivamente sull'orizzonte cupo del cielo. Esso ricordava inoltre che, se il bolide di Hurtworth non era scoppiato, non era avvenuto lo stesso per quello che, il 14 maggio 1864, apparve a un osservatore di Castillon, in Francia. Sebbene questa meteora fosse stata visibile solo per cinque secondi, la sua velocità era tale, che in questo breve spazio di tempo, tracciò un arco di sei gradi.
Il suo colore, dapprima azzurro verdastro, divenne poi bianco e di uno straordinario splendore. Tra l'esplosione e la percezione del rumore, passarono da tre a quattro minuti: ciò implica una distanza da 60 a 80 chilometri. Bisogna perciò dire che la violenza dell'esplosione era stata superiore a quella delle più forti esplosioni che possono verificarsi sulla superficie del globo.
Quanto alla dimensione del bolide, calcolata press'a poco la sua altezza, doveva presentare un diametro non inferiore ai 1500 piedi, e doveva percorrere più di 130 chilometri al secondo, velocità infinitamente superiore a quella con cui la terra compie il suo movimento di traslazione attorno al sole. Poi fu il turno del Whaston Morning, poi quello del Whaston Evening: quest'ultimo trattò specificamente la questione dei bolidi, molto numerosi, d'altronde, e quasi interamente composti di ferro.
Ricordava ai suoi lettori che una di queste masse meteoriche, trovata in una pianura della Siberia, non pesava meno di 700 chilogrammi; che un'altra, scoperta in Brasile, pesava fino a 6.000 chilogrammi; che una terza, dal peso di 14.0000 chilogrammi, era stata trovata ad Olympe, nel Tucuman; che un'ultima, precipitata nei pressi di Duranzo, nel Messico, raggiungeva l'enorme peso di 19.000 chilogrammi!
In verità, non è esagerato affermare che una parte della popolazione di Whaston fosse presa da un certo panico nel leggere questi articoli. Per essere stata vista nelle condizioni che conosciamo, ad una distanza che doveva essere considerevole, bisognava che la meteora di Mr. Forsyth e Mr. Hudelson avesse delle dimensioni molto superiori a quelle dei bolidi del Tucuman e di Duranzo. Chissà se la sua grandezza non raggiungeva e superava quella dell'areolite di Castillon, il cui diametro era stato calcolato di 1.500 piedi?
Ora, se tale meteora era già comparsa allo zenit di Whaston, voleva dire che Whaston si trovava sotto la sua traiettoria. Sarebbe passata dunque di nuovo sulla città, per poco che questa traiettoria avesse assunto la forma di un'orbita. Ebbene, se proprio in quel momento essa si fosse arrestata, per una ragione qualsiasi, sarebbe stata Whaston ad essere colpita con una violenza di cui non era possibile farsi un'idea! Era quella l'occasione di spiegare agli abitanti che l'ignoravano, e di richiamare alla memoria di quelli che la conoscevano il calcolo della forza viva: la massa moltiplicata per il quadrato della velocità, velocità che, secondo la legge ancora più spaventosa della caduta dei corpi, per un bolide che cade da 400 chilometri di altezza, sarebbe stata di circa 3.000 metri al secondo nel momento dell'impatto sulla superficie terrestre!
Vi fu tuttavia un giornale che resistette al contagio e rifiutò fino alla fine di prendere le cose sul serio. In questo caso questo giornale non fu affatto tenero verso Mr. Forsyth e Mr. Hudelson, che esso facetamente rendeva responsabili del pericolo da cui la città era minacciata.
"In che cosa si sono immischiati questi dilettanti - scriveva il Punch. - Avevano proprio bisogno di solleticare lo spazio con i loro cannocchiali e i loro telescopi? Non potevano lasciare in pace il firmamento senza stuzzicare le sue stelle?
I corpi celesti sono molto pudichi e non amano che li si guardi così da vicino. Sì, la nostra città è minacciata, ora nessuno è più al sicuro, e non c'è rimedio per questa situazione. Ci si assicura contro l'incendio, la grandine, i cicloni…Andate dunque ad assicurarvi contro la caduta di un bolide, forse 10 volte più grosso della città di Whaston!… E per poco che esploda, cascando, come accade frequentemente agli ordigni dello spazio, la città intera sarà bombardata, anche incendiata, se i proiettili sono incandescenti! Si tratta in ogni caso della distruzione certa della nostra cara città, non bisogna nasconderlo! Si salvi chi può dunque! Si salvi chi può!… Ma poi, perché Mr. Forsyth e Mr. Hudelson non se ne sono restati tranquillamente al pianterreno della loro casa, invece che spiare meteore?
Sono essi che le hanno provocate con la loro indiscrezione, che le hanno attirate con i loro colpevoli intrighi. Se Whaston sarà distrutta, se sarà fracassata o bruciata, sarà colpa loro; con essi perciò bisognerà prendersela!…In verità noi lo domandiamo a qualunque lettore imparziale, cioè, a tutti i lettori del Whaston Punch: a che cosa le servono gli astronomi, astrologhi, meteorologhi e altri animali del genere? Quale vantaggio è mai derivato dai loro lavori? Farsi la domanda vuol dire rispondere, e per quanto ci riguarda, noi persistiamo più che mai nelle nostre convinzioni ben note, perfettamente espresse da questa sublime frase, dovuta al genio di un francese, l'illustre Brillat-Savarin: "La scoperta di un nuovo piatto serve al benessere dell'umanità più della scoperta di una stella!"
In quale povera stima Brillat-Savarin avrebbe quindi tenuto i due malfattori, che non hanno esitato ad attirare sul loro paese i peggiori cataclismi, per il piacere di scoprire un semplice bolide?"

La meteora viene studiata e viene calcolate la sua orbita.

Poiché la meteora ubbidiva a leggi costanti, non vi era difficoltà a calcolarne le coordinate. Ci si adoperò un po' da ogni parte, ma evidentemente non con lo stesso impegno che a Whaston. Tuttavia, per risolvere integralmente il problema, sarebbero state necessarie ancora parecchie osservazioni.
Il primo punto ad essere determinato, quarantotto ore più tardi, da matematici che non si chiamavano né Dean Forsyth né Hudelson, fu la traiettoria del bolide.
Questa traiettoria si sviluppava rigorosamente dal Nord al Sud. L'insignificante deviazione di 3° 31' segnalata all'Osservatorio di Pittsburg da Mr. Dean Forsyth nella sua lettera, era solo apparente e derivava dalla rotazione del globo terrestre.
La distanza che separava il bolide dalla superficie della Terra era di quattrocento chilometri, e la sua prodigiosa velocità non era inferiore a 6.967 metri al secondo. Compiva perciò la sua rivoluzione intorno al globo in un'ora, 41 secondi e 93 centesimi, e da ciò gli scienziati potevano concludere che esso sarebbe ripassato allo zenit di Whaston solo quando fossero trascorsi cento e quattro anni, cento settantasei giorni e e ventidue ore.
Felice constatazione, capace di rassicurare gli abitanti della città, che temevano tanto la caduta del malcapitato asteroide!
Se esso doveva cadere, non lo avrebbe più fatto sopra di loro.

Una sorpresa attende tutti gli abitanti della città, la meteora risulta costituita da...oro!

La mattina del 6 maggio, infatti, apparve nei giornali del mondo intero la seguente notizia:
"L'osservatorio di Greenwich ha l'onore di portare alla conoscenza del pubblico che da calcoli e da un insieme di osservazioni molto soddisfacenti risulta che il bolide, segnalato dai due meritevoli cittadini di Whaston e riconosciuto dall'osservatorio di Parigi come un globo di oro puro, è costituito da una sfera di 110 metri di diametro e di un volume di circa 696 mila metri cubi.
Una tale sfera d'oro dovrebbe pesare più di 13 milioni di tonnellate. I calcoli però dimostrano che non è affatto così. Il peso reale del bolide ammonta appena alla settima parte della suddetta cifra ed equivale ad 1.867.000 tonnellate, peso che corrisponde a un volume di circa 97.000 metri cubi e a un diametro approssimativo di 57 metri. Dalle considerazioni precedenti dobbiamo necessariamente concludere, essendo la composizione chimica del bolide fuori discussione, o che esistono delle grandi cavità nel metalliche costituisce il nucleo, oppure, più verosimilmente, che questo metallo si trova allo stato di pulviscolo, essendo il nucleo, in questo caso, composto di una tessitura porosa simile a quella di una spugna.
Comunque stiano le cose, i calcoli e le osservazioni permettono di precisare con più esattezza il valore del bolide. Tale valore secondo il costo attuale dell'oro, non è inferiore a 5.788 miliardi di franchi."[..]

Nota: del meteorite di Ensisheim si parla qui

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