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Fantascienza

JULES VERNE
(1828-1905)
La giornata di un giornalista americano nel 2890
con un commento di Paolo Morini

"Gli uomini del XXIX secolo vivono immersi in una magia continua, senza aver l'aria di accorgersene. Abituati alle meraviglie restano freddi davanti a quelle che il progresso porta loro ogni giorno.

Sarebbe più giusto che notassero come meritano le raffinatezze della nostra civiltà. Facendo paragoni con il passato noterebbero il cammino percorso.
Come apprezzerebbero di più le moderne città con le strade larghe cento metri, i palazzi alti 300 metrila temperatura sempre uguale,il cielo solcato da migliaiadi macchine volanti, e aero-omnibus!
E le città
di 10 milioni di abitanti in confronto ai "villaggi" come Parigi, Londra, Berlino, New York, borgate soffocanti e fangose, dove circolano delle casse traballanti trainate da cavalli - sì, cavalli! Incredibile!


Wall Street 1850
 

New York 2000

Se si ricordassero del difettoso funzionamento dei piroscafi e delle ferrovie, dei loro frequenti incidenti, della loro lentezza, quale prezzo pagherebbero per avere gli aero-treni, soprattutto a questi tunnel pneumatici, che attraversano l'oceano, e nei quali si viaggia a una velocità di 1500 chilometri l'ora? E non userebbero più volentieri il telefono e il videotelefono, ricordandosi dei vecchi apparecchi Morse di Hugues, così insufficienti per la trasmissione veloce dei dispacci?

Stranamente queste sorprendenti trasformazioni sono basate su principi conosciuti da sempre: il calore, il vapore, l'elettricità sono antiche come l'uomo. Già alla fine del XIX secolo gli scienziati sapevano che la sola differenza tra le forze fisiche e chimiche è dovuta a un modo di vibrare diverso per ognuno, di particelle eteriche. E' strano che ci sia voluto tanto tempo per determinare i vari modi di vibrare e soprattutto che solo recentemente si sia arrivati riprodurle separatamente. E'accaduto solo nel 2790, da parte di Oswald Nyer. Un grand'uomo, un vero benefattore dell'umanità! La sua invenzione è stata la madre di tutte le altre! Sono comparsi molti inventori, tra i quali il nostro straordinario James Jackson. A lui dobbiamo i nuovi accumulatori che condensano gli uni la forza dei raggi solari, gli altri l'elettricità immagazzinata in seno al nostro globo, altri poi l'energia proveniente da una sorgente qualsiasi, cascata, vento, coste e fiumi, ecc. E' a lui che dobbiamo anche il trasformatore che, potenziando la forza viva negli accumulatori sotto forma di calore, di luce, di elettricità, di potenza meccanica, la restituisce allo spazio, dopo averne ottenuto il lavoro desiderato. "

Tutto questo possiamo vedere in un meraviglioso Hotel, l'Hotel dell'Hearth Herald, inaugurato nella 16.823.ma strada, di Universal City, l'attuale capitale degli Stati Uniti delle Due Americhe.

Questo giornale è diretto da Francis Benett.
Il giornale non si stampa più, si "parla", è "giornalismo telefonico".
Benett incoraggia e finanzia politici, artisti, inventori. Lavora incessantemente; un uomo del passato non potrebbe resistere, ora la vita media è passata da 37 a 50 anni, merito dei progressi dell'igiene e della ginnastica, e aumenterà ancora quando si inventerà l'aria nutriente e basterà respirare per nutrirsi.

Francis Benett, dopo aver visto attraverso il video telefono la moglie dormiente a Parigi riceve i suoi collaboratori: ha una decina di corrispondenti astronomici, che egli interroga riguardo le ultime novità del mondo stellare.

- Ebbene Cash, cosa avete ricevuto?
- Fototelegrammi da Mercurio, da Venere e da Marte, signore.
- Interessante quest'ultimo?
- Sì, una rivoluzione nell'Impero Centrale, in favore delle democrazie liberali contro i repubblicani conservatori.
- Come da noi, allora.
- E da Giove?
- Niente ancora, Non riusciamo a capire i segnali dei gioviani. Forse essi non ricevono i nostri?
- E' affar vostro, io ve ne ritengo responsabile, signor Cash - rispose Francio Benett, che, molto scontento, raggiunse la redazione scientifica.
Chini sui loro calcolatori, trenta scienziati erano intenti alle equazioni di 95° grado. Qualcuno era impegnato nelle formule dell'infinito algebrico e dello spazio a 24 dimensioni, come uno scolaro con le quattro operazioni.
Francio Benett piombò in mezzo a loro come una bomba.
- Ebbene, signori, che mi dite? Nessuna risposta da Giove?…sarà sempre la stessa storia? Vediamo Corley, sono vent'anni che voi vi occupate di questo pianeta, mi pare…
- Che volete, signore, rispose lo scienziato interpellato, la nostra ottica lascia ancor a desiderare, e anche con i nostri telescopi di 3 chilometri …
- Lo sentite, Peer? - interruppe Francis Benett, rivolgendosi al vicino di Corley - l'ottica lascia a desiderare! …E' la vostra specialità quella, mio caro! Mettete gli occhiali, diavolo, mettete gli occhiali!
Poi tornando a Corley.
- Ma a differenza di Giove, abbiamo almeno qualche risultato riguardo alla Luna?
- Affatto, signor Benett!
- Ah!…stavolta non darete colpa all'ottica! La Luna è 600 volte meno lontana di Marte, con il quale, tuttavia, il nostro servizio di corrispondenza è regolare. Non soco certo i telescopi che mancano…
- No, ma sono gli abitanti, rispose Corley, con un sorriso ironico.
- Osate affermare che laLuna è disabitata?
- Almeno dalla faccia che che ci presenta. Chissà se dall'altro lato…
- Ebbene, Corley, c'è un modo semplicissimo di averne certezza…
- Quale?
- Rivoltare la Luna!
E quel giorno, gli scienziati dell'officina Benett cominciarono a sgobbare sui loro mezzi meccanici per studiare come rivoltare il nostro satellite.
Del resto Francis Benett aveva molte ragioni di essere soddisfatto. Uno degli astronomi dell'Hearth Herald aveva appena determinato gli elementi del nuovo pianeta Gandini. E' a 600.348.284 chilometri e mezzo che questo pianeta descrive la sua orbita attorno al Sole e per compierla occorrono 272 anni, 194 giorni, 12 ore, 43minuti, 9 secondi e 8 decimi di secondo.
- Bene, esclamò, abbiate cura di darne notizia al servizio d'informazione. Sapete quale passione riserva il pubblico alle questioni astronomiche. Voglio che la notizia compaia sul giornale di oggi."

….. continua….



Un commento di Paolo Morini

Inizialmente il titolo di questo racconto era "In the Year 2889" e comparve a firma di Jules Verne sul numero di febbraio 1889 del mensile "The Forum" - edito a New York.
Lo stesso Verne, in una lettera all'editore Hetzel, poco dopo la pubblicazione, scrisse:
"L'articolo di cui le ho parlato durante la sua visita ad Amiens è uscito sul "Forum" di New York: dopo l'accordo fatto tra Michel e me, lo ha scritto interamente lui (questo resti fra noi) e a quanto pare è piaciuto molto. Ho dato 500 franchi su 1000 a Michel, come aveva detto anche lei, ne restano 500 per noi e la prego di versarmene 250"
Michel era il figlio di Verne, incoraggiato dal suo stesso padre a intraprendere la carriera dello scrittore.
Probabilmente Verne aveva scelto il male minore, dato che il figlio Michel non aveva alcun senso degli affari e del denaro, e la sua vita era un continuo cambiare mestiere e seminare debiti, il tutto condito dal divorzio con la prima moglie e dai tre figli avuti dalla seconda - il padre era sempre impegnato a sostenerlo economicamente e aveva pensato di usare la sua influenza nel settore letterario per avviarlo a una professione redditizia.

Nel 1888, tramite l'interecessione del padre, Michel (all'età di 27 anni) pubblicò nove racconti sul giornale "Le Figaro", racchiusi sotto al titolo comune "Zig Zag attraverso la scienza".
Non si sa quanto tempo impiegasse Michel per scrivere un racconto e quanto aiuto gli desse il padre, tuttavia gli articoli erano scritti molto bene, leggeri, interessanti, e nel tipico stile di Jules Verne.

Tanto è vero che i suoi ammiratori erano sicuri che almeno uno di questi articoli "Un express de l'avenir" fosse stato scritto da Jules, dato che nelle ristampe l'autore era indicato come Jules Verne.
In precedenza Michel si era fatto chiamare, per ragioni "commerciali", Michel Jules Verne, e nelle ristampe il nome venne abbreviato in M. Jules Verne: una studiata ambiguità dato che M. poteva essere inteso come Monsieur.

La serie dei nove racconti "Zig Zag attraverso la scienza" poteva continuare con il decimo: "La giornata di un giornalista americano nel 2890" …

[adattato da: Herbert R. Lottman, "Jules Verne: sognatore e profeta di fine millennio", Mondadori, 1999]

 

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