[..]L'Ammiraglio rimasto solo co'
suoi amici e gli ammalati, riescì a ristabilire l'ordine
nella sua piccola brigata. Ma la miseria aumentava. La carestia
diventava minacciosa. Gl'indigeni si stancavano di nutrire quegli
stranieri il cui soggiorno si prolungava sulla loro isola. Inoltre
essi avevano veduto gli spagnoli battersi fra loro, e ciò
aveva distrutto il loro prestigio. Quegli indigeni comprendevano
finalmente che gli Europei non erano che semplici uomini, e
così impararono a non rispettarli né temerli più.
L'autorità di Colombo su quelle popolazioni indiane diminuiva
dunque di giorno in giorno, e fu mestieri di una circostanza
fortuita di cui l'Ammiraglio si valseabilmente per riguadagnar
il prestigio necessario alla salvezza de' suoi compagni.
Un'eclisse di luna, preveduta e calcolata da Colombo stava per
aver luogo. La mattina di quel giorno stesso, l'Ammiraglio fece
domandare un abboccamento ai cacichi dell'isola. Questi aderirono
all'invito, e quando furono riuniti sotto la tenda di Colombo,
egli annunciò loro che Dio, volendo punirli della loro
inospitalità e delle loro cattive disposizioni riguardo
agli Spagnoli, ricuserebbe loro la sera la luce della luna.
Infatti tutto accadde come aveva annunciato l'Ammiraglio. L'ombra
della terra andò a coprire la luna, il cui disco sembrava
roso da qualche mostro formidabile. I selvaggi spaventati si
gettarono ai piedi di Colombo, supplicandolo d'implorare il
cielo in loro favore, e promettendo di mettere tutte le loro
ricchezze a sua disposizione. Colombo dopo qualche esitazione,
finse di arrendersi alle preghiere degli indigeni. Sotto pretesto
d'implorare la divinità, corse a chiudersi nella sua
tenda, per tutta la durata dell'eclissi, e non ricomparve che
quando il fenomeno stava per cessare. Allora annunciò
ai cacichi che il cielo si era lasciato piegare, e, stesa la
mano, comandò alla luna di ricomparire. Tosto la luna
uscì dall'ombra, e brillò in tutto il suo splendore.
Da quel giorno gl'Indiani, riconoscenti e sommessi, accettarono
l'autorità dell'Ammiraglio che le potenze celesti imponevano
loro così manifestamente.[..]
Questo brano è tratto
da "Cristoforo Colombo": un romanzo-verità,
una biografia che ci presenta lo scopritore dell'America in
maniera epica, ma la documentazione storica su cui si basa Jules
Verne è precisa.
Quest'opera, pubblicata dall'Editore Hetzel nel 1870, fa parte
di Dècouverte de la Terre, La scoperta della Terra, e
comprendeva anche romanzi dedicati ad Annone (il cartaginese
che si spinse fino a colonizzare le coste dell'Africa Occidentale),
Erodoto, e Marco Polo.