"Sei pronto? -
gridò ansimando dall'altra parte del prato
Quintino - sbrigati che la mongolfiera è
già pronta e sta aspettando noi."
Quintino, grassottello
e robusto, con un viso paffuto e sorridente, era
un uomo tutto d'un pezzo. Aveva frequentato l'Istituto
Tecnico Navale e successivamente si era iscritto
alla facoltà di agraria dove si era brillantemente
laureato con una tesi sull'alimentazione bovina
nel cuneese. Da parecchio tempo lui e Lavinio suo
amico per la pelle, avevano paventato l'idea di
effettuare una gita in mongolfiera. Quindi niente
da stupirsi se, appena presentata l'occasione, l'abbiano
entrambi colta al volo.
A dire il vero Lavinio non era molto entusiasta
dell'idea per quel suo difetto di soffrire di vertigini.
Ma Quintino era riuscito ad essere molto convincente
nei suoi confronti e gli aveva promesso in cambio
un cucciolo di Terranova. Infatti la sua cagnoiina
ne aveva partoriti tre ed uno sarebbe stato donato
a Lavinio in cambio della gita in mongolfiera
Per l'ennesima volta Quintino gridò a squarciagola:
"Sei pronto? Guarda che ci lasciano a terra...
porca miseria, questa è un'occasione da non
perdere". All'ora prestabilita il pallone si
alzò in cielo tra lo stupore dei due amici.
All'altezza di cinquanta metri circa vedevano le
cose piccole e la loro gioia era incontenibile nonostante
il timore di vertigini. Più si prendeva quota
e più il panorama era fantastico.
"Peccato
non avere approfittato prima di quest'occasione"
imprecava di rabbia Quintino. Proprio lui che aveva
sempre nutrito l'idea di volare e contemplare lo
spazio dell'universo.
"Come ti trovi qui in alto? - chiese Quintino
a Lavinio - Non vedi che tutto è meraviglioso...
anche l'aria è più respirabile e lo
smog inesistente."
Lavinio fece un cenno di risposta non del tutto
convincente. Vi era una terza persona sulla mongolfiera;
era il conducente del pallone, un certo Marzio,
il quale sorrideva fumando una sigaretta.
Non si sa come riuscisse a quell'altezza ma lui
ce la faceva. "È impressionante sapere
come ti trovi bene sia con te stesso sìa
con gli altri" borbottava Quintino mentre continuava
a guardare in basso ed in alto, stupito da quell'insolito
paesaggio.
Da parte sua, Lavinio, vinto il momento iniziale
del decollo, cominciava a gustarsi quella visione
eccellente. Il silenzio, tutt'intorno era perfetto;
le nubi passavano accanto al pallone quasi a porgere
la mano in segno d'affettuosa amicizia. Il cielo
era azzurro e nitido e si notava il contrasto con
la verde terra dei campi in superficie; persino
il contatto col Creatore sembrava più vicino,
quasi abbordabile.
"Grazie, Signore, per tutto ciò"
gridava Quintino mentre Lavinio non poteva fare
a meno di gioire per la felicità del suo
amico. Giunti all'altezza di circa cento metri,
Marzio, il conducente, decise di fermare il pallone.
Tutti e due rimasero senza fiato e la paura cominciava
a serpeggiare nelle loro menti.
"Calma ragazzi - disse Marzio - è tutto
tranquillo. Mi sono fermato per spiegarvi ii funzionamento
della mongolfiera"
Fu in quell'istante
che accadde una cosa strana. Marzio, radioamatore
per passione, ricevette un messaggio che diceva:
"Allarme, allarme, avvistato asteroide dì
notevoli dimensioni, affrettate al più presto
la discesa. Passo e chiudo."
Inutile dire lo stupore e la paura dei nostri protagonisti,
Senza perdere un attimo di tempo Marzio si mise
in contatto con la trasmittente spaziale. "Qui
Icaro, il nome dalla mongolfiera; è il conducente
che parla. Abbiamo individuato un corpo simile ad
un asteroide. Seguiamo le vostre istruzioni da terra.
Passo e chiudo."
Quintino e Lavinio erano impietriti. "Ragazzi
- disse Marzio - ho bisogno della vostra collaborazione
se vogliamo evitare l'impatto diretto con l'asteroide.
Procediamo."
La mongolfiera compì un guizzo repentino
provocando panico.
"Non so cosa stia succedendo" disse Marzio
ai due nostri viaggiatori.
"Forse un campo magnetico attira Icaro verso
l'asteroide"
La mongolfiera Icaro sembrava impazzire e Marzio
cercava inutilmente di evitare lo strano campo che
li spingeva in rotta di collisione. Disperato Marzio
si mise in contatto nuovamente con la stazione spaziale:
"Non c'è niente da fare - gridò
- i campo ci attira verso l'asteroide e tra poco
avverrà i'mpatto."
Così fu e al momento dell'urto ci fu un lampo
tremendo, accecante. Poi per un lungo attimo, vi
fu solo silenzio. "Pronto, pronto" continuava
a chiamare la base spaziale. Ma nulla, non ci fu
risposta. I nostri tre uomini si guardarono sgomenti.
Marzio, che non si dava per vinto, riuscì
a sintonizzarsi con un'emittente americana la quale
diceva: "Tremendo impatto tra una mongolfiera
ed un asteroide di proporzioni gigantesche, inevitabile
lo scontro, tutto il mondo piange la scomparsa dei
tre viaggiatori solitari.
Marzio, constatato che i suoi amici erano vivi,
si mise in contatto conla base e disse: "Pronto
pronto, qui Icaro, la mongolfiera; non ci siamo
scontrati con nessuno."
"Ma sulla terra hanno visto la vostra esplosione"
continuò la base da terra.
"E molto strano - disse Marzio grattandosi
il mento - andiamo... in rotta di collisione con
un asteroide ed ad un tratto non si vede più."
" Eppure da terra hanno assistito alla vostra
disintegrazione... o era pubblicità?"
replicava la base spaziale. Quintino mise una mano
sulla spalla di Lavinio e disse: "Se vuoi sapere
la mia, eccotela: per me siamo belli e morti.
" Lavinio per canto suo si sforzò di
ridere; poi abbracciandolo gli gridò in faccia:
"Allora pace all'anima nostra!"