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Fantascienza

COLLISIONE
Flavio Vacchetta

"Sei pronto? - gridò ansimando dall'altra parte del prato Quintino - sbrigati che la mongolfiera è già pronta e sta aspettando noi."
Quintino, grassottello e robusto, con un viso paffuto e sorridente, era un uomo tutto d'un pezzo. Aveva frequentato l'Istituto Tecnico Navale e successivamente si era iscritto alla facoltà di agraria dove si era brillantemente laureato con una tesi sull'alimentazione bovina nel cuneese. Da parecchio tempo lui e Lavinio suo amico per la pelle, avevano paventato l'idea di effettuare una gita in mongolfiera. Quindi niente da stupirsi se, appena presentata l'occasione, l'abbiano entrambi colta al volo.
A dire il vero Lavinio non era molto entusiasta dell'idea per quel suo difetto di soffrire di vertigini. Ma Quintino era riuscito ad essere molto convincente nei suoi confronti e gli aveva promesso in cambio un cucciolo di Terranova. Infatti la sua cagnoiina ne aveva partoriti tre ed uno sarebbe stato donato a Lavinio in cambio della gita in mongolfiera
Per l'ennesima volta Quintino gridò a squarciagola: "Sei pronto? Guarda che ci lasciano a terra... porca miseria, questa è un'occasione da non perdere". All'ora prestabilita il pallone si alzò in cielo tra lo stupore dei due amici. All'altezza di cinquanta metri circa vedevano le cose piccole e la loro gioia era incontenibile nonostante il timore di vertigini. Più si prendeva quota e più il panorama era fantastico.
"Peccato non avere approfittato prima di quest'occasione" imprecava di rabbia Quintino. Proprio lui che aveva sempre nutrito l'idea di volare e contemplare lo spazio dell'universo.
"Come ti trovi qui in alto? - chiese Quintino a Lavinio - Non vedi che tutto è meraviglioso... anche l'aria è più respirabile e lo smog inesistente."
Lavinio fece un cenno di risposta non del tutto convincente. Vi era una terza persona sulla mongolfiera; era il conducente del pallone, un certo Marzio, il quale sorrideva fumando una sigaretta.
Non si sa come riuscisse a quell'altezza ma lui ce la faceva. "È impressionante sapere come ti trovi bene sia con te stesso sìa con gli altri" borbottava Quintino mentre continuava a guardare in basso ed in alto, stupito da quell'insolito paesaggio.
Da parte sua, Lavinio, vinto il momento iniziale del decollo, cominciava a gustarsi quella visione eccellente. Il silenzio, tutt'intorno era perfetto; le nubi passavano accanto al pallone quasi a porgere la mano in segno d'affettuosa amicizia. Il cielo era azzurro e nitido e si notava il contrasto con la verde terra dei campi in superficie; persino il contatto col Creatore sembrava più vicino, quasi abbordabile.
"Grazie, Signore, per tutto ciò" gridava Quintino mentre Lavinio non poteva fare a meno di gioire per la felicità del suo amico. Giunti all'altezza di circa cento metri, Marzio, il conducente, decise di fermare il pallone. Tutti e due rimasero senza fiato e la paura cominciava a serpeggiare nelle loro menti.
"Calma ragazzi - disse Marzio - è tutto tranquillo. Mi sono fermato per spiegarvi ii funzionamento della mongolfiera"
Fu in quell'istante che accadde una cosa strana. Marzio, radioamatore per passione, ricevette un messaggio che diceva: "Allarme, allarme, avvistato asteroide dì notevoli dimensioni, affrettate al più presto la discesa. Passo e chiudo."
Inutile dire lo stupore e la paura dei nostri protagonisti, Senza perdere un attimo di tempo Marzio si mise in contatto con la trasmittente spaziale. "Qui Icaro, il nome dalla mongolfiera; è il conducente che parla. Abbiamo individuato un corpo simile ad un asteroide. Seguiamo le vostre istruzioni da terra. Passo e chiudo."
Quintino e Lavinio erano impietriti. "Ragazzi - disse Marzio - ho bisogno della vostra collaborazione se vogliamo evitare l'impatto diretto con l'asteroide. Procediamo."
La mongolfiera compì un guizzo repentino provocando panico.
"Non so cosa stia succedendo" disse Marzio ai due nostri viaggiatori.
"Forse un campo magnetico attira Icaro verso l'asteroide"
La mongolfiera Icaro sembrava impazzire e Marzio cercava inutilmente di evitare lo strano campo che li spingeva in rotta di collisione. Disperato Marzio si mise in contatto nuovamente con la stazione spaziale:
"Non c'è niente da fare - gridò - i campo ci attira verso l'asteroide e tra poco avverrà i'mpatto."
Così fu e al momento dell'urto ci fu un lampo tremendo, accecante. Poi per un lungo attimo, vi fu solo silenzio. "Pronto, pronto" continuava a chiamare la base spaziale. Ma nulla, non ci fu risposta. I nostri tre uomini si guardarono sgomenti.
Marzio, che non si dava per vinto, riuscì a sintonizzarsi con un'emittente americana la quale diceva: "Tremendo impatto tra una mongolfiera ed un asteroide di proporzioni gigantesche, inevitabile lo scontro, tutto il mondo piange la scomparsa dei tre viaggiatori solitari.
Marzio, constatato che i suoi amici erano vivi, si mise in contatto conla base e disse: "Pronto pronto, qui Icaro, la mongolfiera; non ci siamo scontrati con nessuno."
"Ma sulla terra hanno visto la vostra esplosione" continuò la base da terra.
"E molto strano - disse Marzio grattandosi il mento - andiamo... in rotta di collisione con un asteroide ed ad un tratto non si vede più."
" Eppure da terra hanno assistito alla vostra disintegrazione... o era pubblicità?" replicava la base spaziale. Quintino mise una mano sulla spalla di Lavinio e disse: "Se vuoi sapere la mia, eccotela: per me siamo belli e morti.
" Lavinio per canto suo si sforzò di ridere; poi abbracciandolo gli gridò in faccia: "Allora pace all'anima nostra!"

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