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Musica

Iris
di Pietro Mascagni
libretto di Luigi Illica

Addio cielo fatto di onde piene di raggi di luna e di misteri!
La Notte abbandona il cielo; il suo lavoro vivificatore è finito;
uomini e cose hanno riposato e sognato; essa cede il governo della vita al Giorno.
Come in un gran velario di nebbie, tutto inonda una tinta diafana e indecisa; è la incertezza del primo raggio, ma gradatamente poi, ecco, i primi albori che si diffondono rispecchiandosi in scintille adamantine entro a le rugiade sui fiori, sulle erbe!
Nel piccolo giardino di Iris, i fiori, come curiosi bimbi, levano i visi dalle chiomate corolle e guardano ad oriente.
La casetta di Iris è ancora chiusa dentro alle sue stuoie colorate e ai suoi battenti di quercia.
Il villaggio, dietro quella grigia macchia di alti, pallidi bambou, eleva ancora indecisi nella penombra i suoi bizzarri tetti; e il ruscello che lo divide dalla piccola casa di Iris mormora la sua cadenza senza scopo, mesta o gaia secondo che la luce, che scende e vi penetra, effonde nelle sue acque il riso o la lagrima de cielo.
E l'aria si riempie di fulgori!
E l'aria passa tra rami e fronde, tra fiori ed erbe, tra piante e case, e palpita!
O Luce, anima del Mondo!
Leggiere brume erranti fuggono ai venti; e al di là, lontano, lontano, nelle immensità profonde dell'azzurro, immobili come un gran mare calmo, già balenano rapidi splendori, echi di luce, vibrazioni misteriose d'altri infiniti mondi esultanti alla vita!
Or discendono i raggi; pallidi prima, poi rosei, caldi, vivi... è il Giorno!
L'aurora trionfa, le cose si disegnano rapide!
Ecco la scena: La allegra casetta di Iris; il suo giardino colla piccola siepe di biancospine in fiore; nettamente ora spiccano i pallidi e sottili bambou nel risalto del villaggio; il ruscello canta gaio ed azzurro il ritornello che gli viene dalla canzone serena ed azzurra del cielo; e laggiù, là, nell'estremo fondo, il Fujiama, alto come la brama degli umani anelanti alla gran pace del silenzio!
Il Fujiama!
Ultimo appare egli, fantastica visione; ma sull'alta sua cervice, immacolata per eternità di neve, reca esso pel primo, alla valle dove vive Iris, il riflesso del primo raggio del Sole.

 

LA NOTTE
I PRIMI ALBORI
I FIORI
L'AURORA


Il Sole
(coro invisibile)

Son Io! Son Io la Vita!
Son la Beltà infinita,
La Luce ed il Calor.
Amate, o Cose! dico:
Sono il Dio novo e antico,
Son l'Amor!
Amate!
Per me gli augeli han canti,
I fior profumi e incanti,
Profumi i fior,
L'albe il color di rose,
E palpiti le cose.
Per me han profumi
E incanti i fior.

Il Sole appare

Dei Mondi Io la Cagione;
Dei Cieli Io la Ragione!
Uguale Io scendo ai Re,
Sì come a te, mousmè!
Pietà è l'essenza mia,
Eterna Poesia, Amor!

Il giorno spunta

Calore, Luce, Amor! Amor!

* * * * * * * * * * * *
III atto
Finale



Iris

Perchè? Perchè?

Nel cielo cominciano i primi bagliori.
La luce si fa più viva,
quasi volesse rianimare la morente Iris,
che guarda fissa nelle immense profondità dell'azzurro cielo.
I primi raggi del sole scendono a carezzare Iris;
essa crede sentire in sè rinnovellarsi la vita:
e con entusiasmo alzandosi e protendendo le braccia in alto,
saluta il sole, che ora tutta la illumina.

Iris


Un gran'occhio mi guarda!
Il Sole? È il Sole!
Tu sol non m'abbandoni!
A me tu vieni,
Io riposo al tuo raggio
Riposo nella luce!
Aure di canti!
Mari di splendori!
Plaghe, cieli di fiori!


Muore Iris, ma già eterna, sente la sua anima
divenire fulgida come un raggio,
alla voce ben nota del suo Sole che chiama

.Il Sole (coro)


Ancor! Son Io, la Vita!
Son la Beltà infinita,
La Luce ed il Calor.
Amate, o Cose!
Dico: Sono il Dio novo e antico;
Son l'Amor, son l'Amor!

I fiori
Voci di donne cantando a bocca chiusa
Tutta una fantasia di fiori,
che sbocciano sotto la potenza dei raggi solari,
si stende poco a poco intorno al corpo d'Iris.
Non più gli squallidi dirupi, la melmosa fogna,
ma una immensità di fiori ed un mare di luce.
Gli steli dei fiori si annodano intorno al corpo d'Iris,
come braccia umane, e la sollevano
su per l'azzurro e l'infinito... verso il sole.

Il Sole (coro)

Dei Mondi Io la Cagione;
Dei Cieli Io la Ragione!
Uguale Io scendo ai Re,
Sì come a te, mousmè! ecc.
L'anima tua è mia!
D'un fiore all'agonia venite
O fior, o fior venite tutti, o fior!
O Morte, Signora Misteriosa, quanto sei grande nella tua pietà,
Tu che tanti mare e cieli eterni poni fra gli umani e i loro dolori!

 


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