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Il mondo della Luna
Franz Yoseph Haydn (1732-1809)
libretto di Carlo Goldoni

Notte con luna e cielo stellato. Terrazzo sopra la casa di Ecclitico con torre nel mezzo, o sia specula, ed un gran canocchiale su due cavalletti. Quattro fanali che illuminano il terrazzo.
Ecclitico e quattro scolari.



ECCLITICO, QUATTRO SCOLARI

O luna lucente,
di Febo sorella,
che candida e bella
risplendi lassù,
deh, fa' che i nostri occhi
s'accostino ai tuoi,
e scopriti a noi
che cosa sei tu.

Recitativo

ECCLITICO

Basta, basta, discepoli,
alla triforme dèa le voci giunsero;
esauditi sarete in breve termine.
Su via, tosto sugli omeri
prendete l'arcimassimo
mio canocchial novissimo
drizzatel su la specula,
perpendicolarmente in ver l'ecclitica.
Vuò veder se avvicinasi
de' due pianeti il sinodo,
idest, quando la luna al sol congiungesi,
che dal mondo volgare eclissi appellasi.
Andate, andate subito,
pria che Cinzia ritorni al suo decubito.

QUATTRO SCOLARI

Prendiamo, fratelli,
il gran telescopio,
o sia microscopio,
o sia canocchial.
Vedrem della luna
se il tondo sereno
sia un mondo ripieno
di gente mortal.

(prendono il canocchiale, e lo portano alla specula, vedendosi spuntar fuori dalla sommità della medesima)

Recitativo

ECCLITICO

Oh le gran belle cose
che a intendere si danno
a quei che poco sanno per natura!
Oh che gran bel mestier ch'è l'impostura!
Chi finge di saper accrescer l'oro,
chi cavar un tesoro,
chi dispensa segreti,
e chi parla dei pianeti,
chi vende mercanzia
di falsa ipocrisia;
chi finge nome, titolo e figura:
oh che gran bel mestier ch'è l'impostura!
Io fo la parte mia
con finta astrologia,
ingannando egualmente i sciocchi e i dotti,
che un bravo cacciator trova i merlotti.
Eccone uno: ecco quel buon cervello
del signor Buonafede.
Da lui che tutto crede,
con una macchinetta,
inventata dal mio sottile ingegno,
far un colpo galante ora m'impegno.


AttoPrimo
Scena seconda

Buonafede e detto.

Recitativo

BUONAFEDE

Si puol entrar?


ECCLITICO

Sì, venga, mi fa grazia.

BUONAFEDE

Servo, signor Ecclitico;
in che cosa si sta lei divertendo?

ECCLITICO

Nella speculazion di varie stelle.
Stav'or considerando
l'analogia che unisce
alle fisse l'erranti,
al capo di Medusa il Can celeste,
al cuore del Leon la Spiga d'oro,
ed all'Orsa maggior l'occhio del Toro.

BUONAFEDE

Oh bellissime cose!
Anch'io d'astrologia son dilettante;
ma quel che mi dà pena
è il non saper trovar dottrina alcuna
che mai sappia spiegar cos'è la luna.

ECCLITICO

La luna è un corpo diafano
che dai raggi del sol è illuminato;
ma in quel bel corpo luminoso e tondo,
che credete vi sia? V'è un altro mondo.


BUONAFEDE

Oh che cosa mi dite?
Colà v'è un altro mondo?
Ma cosa son quei segni
che si vedon nel corpo della luna?
So che un giorno mia nonna,
la qual non era sciocca,
mi disse ch'ella avea gli occhi e la bocca.

ECCLITICO

Scioccherie, scioccherie. Le macchie oscure
son del mondo lunar colline e monti.
Non già monti sassosi,
come da noi veggiam, ma son formati
d'una tenue materia,
la qual s'arrende e cede
alla pression del piede;
indi s'alza bel bello e non si spacca,
onde l'uomo cammina e non si stracca.

BUONAFEDE

Oh che bel mondo! Ma ditemi, amico,
come siete arrivato
a scoprir cosa tale?

ECCLITICO

Ho fatto un canocchiale
che arriva a penetrar cotanto in dentro
che veder fa la superficie e il centro.
Individua non solo
i regni e le provincie,
ma le case, le piazze e le persone.
Col mio canocchialone
posso veder lassù, per mio diletto,
spogliar le donne quando vanno a letto.

BUONAFEDE

Oh bellissima cosa!
Ma dite, non potrei,
caro Ecclitico mio,
col vostro canocchial veder anch'io?

ECCLITICO

Perché no? Benché io sia
solo inventor della mirabil arte,
voglio che ancora voi ne siate a parte.

BUONAFEDE

Obbligato vi sono, e vi sarò.
Vederete per voi cosa farò.

ECCLITICO

Nella specula entrate;
nel canocchial mirate.
Cose belle vedrete,
cose rare, per cui voi stupirete.

BUONAFEDE

Vado, e provar io voglio,
se con quel canocchial sì lungo e tondo
alla luna poss'io vedere il fondo.
Ma chi son quei signori,
che dove io deggio entrar, vengono fuori?

ECCLITICO

Sono scolari miei,
amanti della luna come lei.

Atto primo
Scena terza

Gli Scolari escono dalla specula, e s'inchinano a Buonafede.

BUONAFEDE

Servitor obbligato.


QUATTRO SCOLARI

Felice e fortunato
chi è amico della luna;
per voi sì gran fortuna
il ciel riserberà.

BUONAFEDE

Il cielo mi conceda
sì gran felicità.

QUATTRO SCOLARI

La vostra bella mente,
che più d'ogni altra sa,
la luna facilmente
conoscere potrà.

(partono)

BUONAFEDE

Il cielo mi conceda
sì gran felicità.

(entra nella specula)

ECCLITICO

(Farò che tutto creda
la sua semplicità.)

Recitativo

ECCLITICO

Olà, Claudio, Pasquino...

(entrano due servi)

ECCLITICO

La macchina movete,
fate ch'ella s'appressi al canocchiale;
onde mirando in quella
il signor Buonafede
movere le figure ad una ad una,
creda mirar nel mondo della luna.

(partono i servi)

ECCLITICO

Quanti sciocchi mortali
con falsi canocchiali
credono di veder la verità,
e non sanno scoprir le falsità.
Quanti van scrutinando
quello che gli altri fanno,
e sé stessi conoscere non sanno.



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