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Cognizioni

I VIAGGI DI GULLIVER
Jonathan Swift

Cap. 3 - UN FENOMENO RISOLTO DALLA FILOSOFIA E DALL'ASTRONOMIA MODERNA. PROGRESSI DEI LAPUZIANI IN QUESTA ULTIMA SCIENZA.

Quando chiesi al re il permesso di ispezionare l'isola, me lo concesse con piacere facendomi accompagnare dal maestro. La prima cosa che mi interessava sapere era per quale causa, naturale o artificiale, era in grado di muoversi ed ora ne darò una spiegazione al lettore. L'isola volante o galleggiante ha una forma perfettamente circolare con un diametro di 7837 metri, cioè un quattro miglia e mezzo, per cui ha una superficie di diecimila acri mentre lo spessore è di trecento metri.
La base, o se si vuole la superficie inferiore, che è quella che si vede dal basso, è una lastra levigata di diamante, spessa duecento metri. Ad essa seguono strati diversi di altri minerali e il tutto è ricoperto da un tappeto di terra fertile di tre o quattro metri.

La superficie superiore si sviluppa in declivio verso il centro dove sono convogliate le rugiade e le piogge che cadono sull'isola, tramite numerosi ruscelli. Qui le acque sono raccolte in quattro vaste cisterne, larghe un mezzo miglio e a un duecento metri dal centro. Il sole fa evaporare l'acqua durante la giornata, così che le cisterne non traboccano mai. D'altra parte il sovrano può, volendo, portare l'isola al di sopra delle nuvole e dei vapori e prevenire così ogni pioggia. Infatti i naturalisti sono concordi nell'affermare che le nuvole non salgono al di sopra delle due miglia, o almeno questo succedeva in quel paese.

Al centro dell'isola si apre un pozzo largo cinquanta metri, attraverso il quale gli astronomi discendono in una vasta grotta, detta appunto "flandona gagnole" o caverna degli astronomi, posta a un cento metri sotto il livello della faccia superiore del diamante. La caverna è illuminata a giorno da venti lampade la cui luce è riflessa dalle pareti adamantine. Qui si può trovare una gran quantità di sestanti di tutti i tipi, quadranti, telescopi, astrolabi, ed altri strumenti astronomici. Ma ciò da cui dipende il destino dell'isola è un magnete di proporzioni colossali, a forma di spoletta da tessitore, lungo sei metri e spesso più di tre nel punto più largo.
Il magnete è sostenuto da un mozzo di diamante che lo attarversa da una parte all'altra e attorno al quale gira: esso è calibrato alla perfezione, tanto è vero che lo si può far girare con una lieve pressione della mano.
Lo circonda un cilindro di diamante, vuoto, della profondità e dello spessore di quattro metri e del diametro di dodici, posto orizzontalmente e sostenuto da otto piedi di diamante, ognuno dei quali è alto sei metri.

Nella parte interna, al centro, c'è una scanalatura di trenta centimetri nella quale si innestano gli estremi del mozzo girevole. Il magnete è inamovibile, perché il rivestimento cilindrico e i suoi supporti sono un tutt'uno con la lastra adamantina che costituisce il basamento dell'isola. Grazie al magnete l'isola può salire e scendere o muoversi in direzioni varie. Infatti il magnete è dotato da un lato di una forza di attrazione nei confronti della terra sottostante sulla quale governa il re, dall'altro di una forza di repulsione. Quando il magnete viene messo in posizione eretta con il polo positivo verso la terra, l'isola scende; quando, viceversa, il polo negativo viene rivolto in giù, l'isola sale. Se il magnete sta in posizione obliqua, l'isola scivola via planando diagonalmente, perché le forze del magnete agiscono sempre parallelamente alla sua inclinazione. Con questo moto ad inclinazione alterna, l'isola è in grado di sorvolare le varie provincie dei territori reali. Per spiegare il suo movimento, stabiliamo che A-B rappresenti una linea che attraversa l'isola, mentre il segmento c-d stia per il magnete (c=polo positivo, d=polo negativo) e C per l'isola.

Ammettiamo che il magnete venga disposto lungo il segmento c-d con il polo negativo verso il basso: l'isola sarà sospinta in alto, in linea obliqua, verso D. Giunta al punto D, ammettiamo di girare il magnete intorno al suo asse fino a volgere in basso il polo positivo: esso farà scendere l'isola obliquamente al punto E, dove, se giriamo ancora il magnete fino a ricondurlo alla posizione di E-F, con il polo negativo verso il basso, l'isola risalirà trasversalmente verso F, e qui giunta, potremmo girare il magnete con il polo positivo verso G, e da G ad H e così via. Cambiando la posizione del magnete secondo la nostra volontà, faremo procedere l'isola con un'alternanza di salite e discese in diagonale, fino ad esplorare tutti i territori dell'isola. Ma dobbiamo notare che l'isola non può oltrepassare i limiti della terra sottostante, né innalzarsi al di sopra delle quattro miglia. Gli astronomi, che hanno dedicato ponderosi trattati alle proprietà del magnete, lo spiegano così: la forza magnetica non agisce oltre le quattro miglia, inoltre il minerale influenzato dal magnete si trova nelle viscere della terra sottostante e negli abissi del mare, entro un raggio di sei miglia dalle coste.
Esso non è dunque diffuso per tutto il globo, ma soltanto nei territori del re.

Con in mano un simile potere era stato facile per un sovrano ridurre in proprio dominio le terre sottoposte all'influenza magnetica. Quando il magnete è parallelo all'orizzonte, l'isola rimane immobile; infatti in questo caso i due poli sono ad uguale distanza dalla terra e, poiché l'uno attrae e l'altro respinge con la stessa forza, ne deriva uno stato di quiete. Il magnete è affidato ad alcuni astronomi che lo girano di volta in volta secondo gli ordini del sovrano. Essi passano la maggior parte della vita nella osservazione dei corpi celesti con telescopi di gran lunga più precisi dei nostri, ed infatti, sebbene quelli più lunghi non vadano oltre il metro, hanno una capacità d'ingrandimento molto superiore ai nostri e danno immagini siderali infinitamente più nitide. Grazie a questa tecnica avanzata sono in grado di estendere le loro esplorazioni del cosmo molto più lontano di noi. Hanno così potuto stilare un elenco di diecimila stelle fisse, mentre il nostro inventario più completo non va oltre un terzo di quel numero.

Inoltre hanno scoperto due astri minori, o satelliti, che girano intorno a Marte, dei quali il più vicino dista dal pianeta tre volte il suo diametro, l'altro cinque volte, ed entrambi gli ruotano intorno con i rispettivi tempi di rivoluzione di dieci e di ventuno ore e mezzo, sicché il quadrato dei loro tempi periodici sta in proporzione molto approssimata al cubo delle distanze dal centro di Marte. Ciò dimostra con chiara evidenza che sono governati dalla stessa legge di gravitazione che sostiene tutti gli altri corpi celesti.

Hanno rilevato anche l'esistenza di novantatre differenti comete, determinandone i periodi con precisione matematica. Se questo fosse vero, come loro sostengono con estrema sicurezza, sarebbe veramente utile che queste loro scoperte fossero rese pubbliche, così che le teorie sulle comete, che al momento sono tanto opinabili e incomplete, potrebbero raggiungere il grado di perfezione che caratterizza le altre parti dell'astronomia. ...

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