Interpretazioni
MARCO
TULLIO CICERONE
(Arpino
106 Formia 43 a.C.)
Somnium
Scipionis
Il sogno di
Scipione
Il
Somnium Scipionis è in realtà il VI libro
del De Republica di
Cicerone.Fino agli inizi del 1800 si conosceva dell'intera
opera soltanto il VI libro, appunto il Somnium.Tratta di
un sogno raccontato da Scipione l'Africano Minore mentre
si trovava in Africa in occasione della terza guerra punica.
L'Africano Minore sogna di incontrare in un luogo non ben
definito della Via Lattea il padre e il nonno, lo Scipione
Africano Maggiore trionfatore della seconda guerra punica.
A parte la descrizionie- ovviamente vaga - del luogo dell'incontro
(viene descritto un generico luogo luminoso e pieno di stelle
da cui si guarda la Terra, Cartagine in particolare), è
interessante l'affermazione dell'Africano Maggiore che asserisce
che le anime dei "sapienti" - a cui il fatum riserva
l'onere di guidare e interessarsi dello stato- non sono
altro che stelle del firmamento, che si "incatenano"
nel corpo al momento della nascita e che poi, quando il
corpo muore, tornano a esistere come stelle. La teoria è
ripresa dall'Orfismo..
... Gli uomini infatti
sono stati generati con questa legge, che conservino (che
non si muovano) quel globo, che è situato al centro
in questo spazio(universo) che vedi, che è chiamato
terra, e ad essi è stata data un'anima attinta a
quei fuochi eterni, che voi chiamate stelle e pianeti, che,
di forma sferica, animate da intelligenze divine, compiono
le loro orbite circolari con mirabile rapidità. Per
la qual cosa, sia tu, Publio, sia tutti i pii, dovete mantenere
l'anima nella prigione del corpo, né senza il beneplacito
di quello, dal quale vi è stato dato, si può
uscire dalla vita degli uomini, perché non sembriate
essere venuti meno al compito assegnato agli uomini dal
dio."
16 " Ma così, o Scipione, come questo tuo avo,
come me, che ti ho generato, coltiva la giustizia e la pietà,
che, se è grande verso i genitori e i parenti, verso
la patria (deve essere) grandissima; una vita siffatta,
è la via per il cielo e per questa schiera di coloro
che già vissero e, svincolati dal corpo, abitano
quel luogo, che vedi - era infatti questo un circolo che
riluceva di un candore sfolgorante tra le fiamme (degli
astri)-, che voi, come avete appreso dai Greci, chiamate
Via Lattea".
E a me che da quel luogo contemplavo l'universo, tutto il
resto appariva magnifico e straordinario. Vi erano poi quelle
stelle che mai da questo luogo (dalla terra) abbiamo visto,
le dimensioni di tutte erano quali mai abbiamo sospettato
che fossero, e tra queste vi era quella più piccola
che, ultima dalla parte del cielo, ma la più vicina
rispetto alla terra, risplendeva di luce non propria.
Le stelle poi con il loro volume di gran lunga superavano
la grandezza della terra. E in verità ormai la stessa
terra mi parve così piccola, che mi sentivo umiliato
del nostro dominio, con il quale a malapena tocchiamo un
punto di essa.
17 Poiché guardavo la terra con troppa insistenza:
"Di grazia", disse l' Africano, " Fino a
quando la tua mente rimarrà attaccata alla terra?
Forse guardi in quali (sacri) spazi sei giunto? Eccoti,
l'universo è composto da 9 orbite, o meglio sfere,
delle quali una sola è celeste, l'ultima, che abbraccia
tutte le altre, proprio esso il dio supremo che trattiene
e comprende le altre; in essa sono infisse le costellazioni
che ruotano eternamente. Ad esso (al cielo delle stelle
fisse) sono sottoposte le altre 7 (sfere) che ruotano con
movimento contrario a quello del cielo (delle stelle fisse).
Tra questi, occupa l'ultima sfera planetaria quel (pianeta)
che sulla terra chiamano Saturno; poi vi è quel fulgido
astro, propizio e favorevole al genere umano, che chiamano
Giove; quindi quell'astro rosseggiante e funesto che chiamate
Marte; poi, al di sotto, il Sole occupa all'incirca una
posizione intermedia, guida, principe e reggitore degli
altri astri, anima e principio regolatore (del mondo) di
tanta grandezza che illumina e riempie tutte le cose (corpi
celesti) con la sua luce. Come satelliti lo seguono da una
parte Venere, dall'altra Mercurio e nella sfera più
bassa ruota la Luna, illuminata dai raggi del Sole. Al di
sotto poi non vi è nulla se non mortale e caduco,
tranne le anime, assegnate per dono degli dei alla stirpe
umana; al di sopra della Luna tutte le cose sono eterne.
Infatti quella che si trova al centro dell'universo ed è
nona, la Terra, né si muove ed è la più
bassa e tutti i pesi tendono ad essa per la loro forza di
gravità. "
18 Mentre guardavo stupito quegli (astri), non appena mi
ripresi, "E che? Che cos'è -dissi- questo suono
così immenso e così soave che riempie le mie
orecchie?" "Questo -disse- è quel (suono)
che, accordo di intervalli disuguali, ma tuttavia distinti
secondo un criterio ben determinato delle parti, risulta
dal movimento (impresso) alle sfere stesse e, temperando
i (suoni) acuti con i gravi, origina armonicamente vari
accordi; né infatti movimenti così ampi possono
svolgersi in silenzio, e la natura fa in modo che (le sfere)
più lontane emettano ad un'estremità suoni
gravi, e all'altra (estremità) suoni acuti. Per la
qual cosa la sfera più alta del cielo (quella delle
stelle fisse), la cui rotazione è più veloce,
si muove con suono acuto e vibrante, questa invece della
Luna, che è la più bassa, con il suono più
grave; infine la Terra, rimanendo immobile al nono posto,
resta sempre fissa nella stessa posizione, occupando il
centro dell'universo. Poi quelle 8 sfere, in 2 delle quali
vi è la stessa velocità, producono 7 suoni
distinti da intervalli, e questo numero (7) è il
fulcro per così dire dell'universo: e gli uomini
dotti imitando questa (armonia) con le corde (gli strumenti)
e con i canti, si prepararono il ritorno in questo luogo,
come quelli che con l'eccellenza dell'ingegno coltivarono
nella vita umana la scienza delle cose divine.
19 Le orecchie degli uomini, riempite di questo suono, diventarono
sorde- né infatti vi è in voi un altro senso
più debole (dell'udito)- come, dove il Nilo precipita
da altissimi monti verso quelle (cascate) che sono chiamate
Catadupa, la popolazione che abita quel luogo manca del
senso dell'udito a causa della potenza del suono. In verità
questo suono è tanto grande a causa della velocissima
rotazione che le orecchie degli uomini non possono percepirlo,
come non potete guardare di fronte al sole e il vostro senso
della vista è sopraffatto dai suoi raggi."
20 Pur contemplando io tutto ciò, tuttavia di tanto
in tanto rivolgevo gli occhi verso la terra. Allora l'Africano:-
Mi accorgo, disse, che tu contempli ancora la dimora dove
risiedono gli uomini; che se a te sembra così piccola,
come è, contempla sempre queste cose celesti, non
curare quelle umane. Tu infatti quale rinomanza nei discorsi
degli uomini o quale gloria che valga la pena di essere
desiderata puoi conseguire? Vedi che sulla terra si abita
in luoghi sparsi qua e là e angusti, e che proprio
in mezzo a queste, per così dire, macchie, dove vi
sono abitanti, si stendono vaste regioni deserte e che tutti
gli eventuali abitanti della terra non soltanto sono così
separati che fra loro stessi non vi è alcuna possibilità
di comunicazione reciproca, ma in parte si trovano in posizione
obliqua, in parte trasversale, in parte addirittura ai vostri
antipodi: da tutti questi popoli, certo, gloria non potete
aspettarne.
21 Ma tu vedi per giunta la medesima terra per così
dire cinta e circondata da alcune fasce, di cui vedi che
le più distanti fra loro poste da una parte e dall'altra,
proprio sotto i poli celesti sono irrigidite dal freddo,
e che invece la zona di mezzo, che è anche la più
vasta, è riarsa dal calore del sole. Due sono abitabili,
delle quali quella australe, nella quale coloro che vi abitano
premono le orme dei piedi di contro a voi (= i cui abitanti
sono ai vostri antipodi), non (ha) con voi alcun rapporto;
questa altra (zona), sottoposta al vento aquilone, che voi
abitate, osserva in quale piccola parte vi riguardi. Infatti
la terra abitata da voi nel suo complesso, ristretta verso
i poli, più larga ai lati, si può dire sia
come una piccola isola, circondata da quel mare che chiamate
Atlantico, poiché grande, che (chiamate) Oceano,
vedi quanto sia piccolo, pur avendo un nome tanto importante.
22 E anche da queste terre abitate e conosciute forse la
tua fama o quella di qualunque altro di noi ha (mai) potuto
oltrepassare o questo Caucaso, che vedi, o traversare quel
Gange? Chi udrà la tua fama nelle rimanenti estreme
regioni dell'oriente o dell'occidente, del nord o del sud?
E una volta tolte queste regioni, vedi certamente in quali
ristretti confini la vostra gloria pretende di espandersi.
Quegli stessi poi che parlano di noi, quanto a lungo parleranno?
23 E qualora anche la lontana discendenza di uomini futuri
desideri tramandare di mano in mano ai posteri le lodi di
ciascuno di noi ricevute dai padri, tuttavia a causa di
diluvi e conflagrazioni, che fatalmente accadono in periodi
determinati, non solo non possiamo raggiungere una gloria
eterna, ma neppure duratura.
24 D'altra parte che cosa importa che tu sarai ricordato
da coloro che nasceranno in seguito, dal momento che non
sarà stata fatta (menzione) di te da parte di coloro
che nacquero prima di te (i quali uomini non furono certamente
minori di numero e furono certamente migliori)? Tanto più
che nessuno, presso quegli stessi dai quali la nostra fama
può essere udita, è in grado di conservare
il ricordo di un solo anno (cosmico). Gli uomini infatti
comunemente misurano l'anno soltanto in base al ritorno
del sole, cioè di un solo astro; quando poi tutti
gli astri saranno tornati al medesimo punto da dove in origine
sono partiti, e avranno riprodotto, dopo lunghi intervalli,
la medesima ordinata disposizione di tutto il cielo, allora
quello veramente si può chiamare il volgere di un
anno e in esso a stento oso dire quante generazioni di uomini
siano comprese. E infatti come una volta il sole parve sottrarsi
agli uomini e venir meno, quando l'anima di Romolo è
penetrata proprio in queste sfere celesti, ogni volta che
il sole si sarà di nuovo eclissato dalla stessa parte
e nel medesimo tempo, una volta tornati alla posizione primitiva
gli astri e le stelle, considera compiuto un anno cosmico
e sappi in verità che di questo anno (cosmico) non
è ancora trascorsa la ventesima parte...
Segnalazione
di Alessandro Fonti - Roma
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