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Interpretazioni

ESIODO

Beozia, tra l'VIII e il VII secolo a.C.
Le opere e i giorni

 
IL CALENDARIO AGRICOLO

MIETITURA

Quando le Pleiadi sorgono, figlie di Atlante,
la mietitura incomincia; l'aratura al loro tramonto;
esse infatti quaranta notti e quaranta giorni
stanno nascoste, poi, volgendosi l'anno,
appaion dapprima quando è il momento di affilare gli arnesi.
Questa dei campi è la legge, sia per quelli che nei pressi del mare
hanno la loro dimora, sia per coloro che in valli profonde,
lontano dal mare ondoso, nella grassa pianura
hanno la casa; semina nudo, ara nudo,
nudo mieti, se alla giusta stagione tu vuoi tutti
compiere i lavori di Demetra; perché ogni frutto
cresca alla sua stagione, e perché non accada
che dopo, in preda al bisogno,
tu mendicante vada alle case degli altri senza nulla ottenere.

AUTUNNO

Quando s'acquieta la forza del sole che brucia
e della vampa che spreme il sudore, e manda le piogge autunnali
Zeus possente, allora il corpo dell'uomo a muoversi
è assai più leggero; in quel tempo la stella di Sirio
per poco sopra le teste degli uomini nati alla morte
si volge di giorno e prende della notte una parte maggiore;
allora meglio resiste ai tarli la legna tagliata dal ferro:
le sue fronde a terra riversa e cessano dal crescere i rami;
è allora il momento di tagliarne i tronchi,
memore dei lavori che la stagione richiede.
PRIMAVERA

Quando, dopo che il sole si è vòlto, sessanta
giorni invernali Zeus abbia compiuto, allora l'astro
di Arturo, lasciata la sacra corrente di Oceano,
tutto splendente si innalza al sorgere della sera;
di séguito a lui la Pandionide rondine, col pianto suo mattutino,
si lanciaverso la luce della primavera
che sorge di nuovo per gli uomini;
precedila allora e pota le viti; è la cosa migliore.
Ma quando colei che si porta addosso la casa
dalla terra sale sui tronchi fuggendo le Pleiadi,
allora non è più tempo di zappare le viti,
ma affila le falci ed esorta gli schiavi;
fuggi gli ombrosi riposi e i sonni dell'alba,
nella stagione di mietere, quando il sole secca la pelle.
ESTATE

Quando il cardo fiorisce e la cicala canora
stando sull'albero l'acuto suo canto riversa
fitto da sotto le ali, nella pesante stagione d'estate,
allora più grasse sono le capre, il vino è migliore,
le donne più ardenti, ma sono fiacchi gli uomini
perché Sirio brucia la testa e i ginocchi
e secco è il corpo per via della vampa.

LA VENDEMMIA


Quando Orione e Sirio son giunti a mezzo
del cielo, e Arturo può esser visto da Aurora dalle dita di rosa,
o Perse, allora tutti i grappoli cogli e portali in casa.
Tienili al sole per dieci giorni e dieci notti;
per cinque conservali all'ombra, al sesto versa nei vasi
i doni di Dioniso giocondo. Poi, dopo che
le Pleiadi e le Iadi e il forte Orione
son tramontati, d'arare ricordati,
è il momento opportuno, e che l'anno sia propizio ai tuoi campi.

NAVIGAZIONE


Ma se della navigazione pericolosa il desiderio ti prende,
sappi che quando le Pleiadi, d'Orione la forza terribile
fuggendo, si gettano nel mare nebbioso,
allora infuriano i soffi di ogni specie di venti.
Segnalazione di Giuseppe
 

Le Opere e i Giorni è un poema di 829 esametri con il quale Esiodo si rivolge al fratello Perse. Nell’opera troviamo consigli sul comportamento e sull’onestà dell’uomo in generale: vengono dettati principi pratici in campo agricolo, sulla navigazione, sul comportamento sociale e religioso.
Il poema è importante per capire le condizioni sociali della Grecia arcaica, quando i contadini avevano una vita dura e difficile e dovevano lottare per la sopravvivenza.
Esiodo è lo scrittore più antico di cui si abbiano notizie storiche. Trascorse la vita nel podere del padre, mercante dell'Asia Minore. Lasciò il suo villaggio solo una volta per partecipare a una gara poetica a Calcide, nell'Eubea.


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Segnalazioni


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