Febbraio
1999 - Ylla
Avevano una casa a colonne di cristallo
sul pianeta Marte ai margini di un mare vuoto, e ogni mattina
si poteva vedere la signora K mangiare i frutti d'oro che
crescevano sulle pareti di cristallo, o ripulire la casa
con manate di polvere magnetica, che, assorbita ogni sporcizia,
si dissolveva sulle calde ali del vento. Nel pomeriggio,
quando il mare fossile era caldo e immobile, e le viti stavano
irrigidite nell'orto e la lontana cittadina marziana, bianca
e ossuta come un teschio, se ne stava tutta chiusa in sé,
e nessuno usciva di casa, si poteva vedere lo stesso signor
K nella sua camera, intento a leggere un libro metallico
dai geroglifici in rilievo, su cui egli passava la mano
leggera, come chi suoni un'arpa. E dal libro, a ogni tocco
delle dita , si levava una voce , voce dolce e antica, a
cantar di quando il mare era come una nube rossa di vapore
sulla spiaggia e uomini antichi avevano portato nugoli di
insetti metallici e di ragni elettrici in battaglia.
I coniugi K vivevano da vent'anni presso il mare estinto
e i loro avi avevano vissuto nella stessa casa, che girava
su sé stessa, seguendo il sole, come il fiore, da
dieci secoli. >>
Giugno 2001.
...Stavano tutti parlando a sussurri,
ora, perché era come mettere piede in una vasta biblioteca
aperta a tutti, o in un mausoleo, ove abitasse il vento
e su cui le stelle scintillavano. il capitano parlò
in tono pacato. Si domandò dove l'intera popolazione
fosse andata , e che specie di creature fossero state, e
chi fossero stati i loro re e come fossero morte. E si chiese,
sempre a voce pacata, come i marziani avessero costruito
quella città, che durasse nei millenni, e se fossero
mai venuti sulla Terra. Erano forse antenati da terrestri
emigrati diecimila anni fa su Marte? E avevano amato e odiato
gli stessi amori e gli stessi odi e fatto le stesse futili
cose, quando bisognava fare cose futili?
Nessuno si mosse. Le lune sembravano tenerli là,
inchiodati, raggelati; il vento li sfiorava discreto.
" Lord Byron " disse Jeff Spender.
"Lord chi?" Il capitano si volse a guardarlo.
"Lord Byron, un poeta del XIX secolo. Scrisse dei versi
moltissimo tempo fa , che si intonano a questa città
e a quello che i marziani devono sentire, ammesso che ve
ne sia ancora qualcuno capace di sentire. Potrebbero essere
stati composti dall'ultimo poeta marziano."
Gli uomini continuavano a rimanere immobili, le loro ombre
sotto di loro.
Il capitano domandò: "Come sono questi versi,
Spender?" Spender si mosse, tese la mano in avanti,
come per ricordare, torse per un istante gli occhi; e infine,
ricordando, la sua voce dolce e quieta recitò le
parole; e gli uomini ascoltavano ora tutto quello che lui
diceva:
Più
non andremo vagando
tardi così nella notte
anche se il cuore sia amante
e la luna luminosa.
La
città era grigia, alta, immota. Le facce degli uomini
erano rivolte verso la luce.
Perché
la spada consuma il fodero
e l'anima il petto
e il cuore deve acquietarsi per riprendere lena,
e lo stesso amore ha bisogno di riposo,
anche se la notte fu fatta per amare,
e il giorno torna troppo presto
più non andremo vagando
alla luce della luna.
Ottobre
2002 - La spiaggia (The Shore)
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Marte era una
spiaggia lontana, lidi remoti, e gli uomini vi si spargevano
a onde. Ogni ondata era diversa, e più forte. La
prima portò con sé uomini avvezzi agli spazi
immensi, al freddo, alla solitudine; portò con sé
lo sciacallo e il pastore, uomini magri, ossuti, con facce
da cui gli anni avevano scavato via la carne, con gli occhi
come punte di chiodi, e mani simili a stoffa di vecchi guanti,
disposte a toccare prontamente ogni cosa. Marte non aveva
nulla di nuovo per loro, perché essi erano cresciuti
in pianure e praterie sconfinate come le piane di Marte.
Vennero e resero quelle lande un po' meno desolate onde
altri trovassero il coraggio di seguirli. Misero vetri alle
finestre sfondate e luci dietro i vetri.Furono i primi venuti
dalla terra.>>
<<...Vuoi
sapere cos'è Marte? E' come un regalo che mi fecero
per Natale tanti anni fa...li chiamavano caleidoscopi, erano
fatti di pezzettini di vetro e di stoffa, di perline, di
cianfrusaglie insomma.
Lo guardavi controluce e .... ti toglieva il fiato. Quanti
disegni, immagini, figure ci vedevi.
Ebbene, Marte è così. Godilo. Non chiedergli
di essere qualche altra cosa.
>>
Segnalato
da Henry Festa
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