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Cognizioni


WALT WITHMAN
Di
sera sulla spiaggia, solo

Di sera sulla spiaggia, solo
Mentre la vecchia madre, i flutti ondeggiando, intona roca il suo canto,
E osservo le sfavillanti stelle, formo un pensiero sulla chiave degli universi e del futuro.

Una vasta similitudine incastra tutto, tutte le sfere, cresciute e non cresciute,
piccole, grosse, soli, lune, pianeti,
Tutte le distanze dello spazio, per quanto vaste,
Tutte le distanze del tempo, tutte le forme inanimate,
Tutte le anime, tutti i corpi viventi per quanto diversi essi siano,
o in mondi diversi essi vivano,
Tutti i processi dei gas, dell'acqua , dei vegetali, dei minerali, i pesci, le bestie,
Tutte le nazioni, colori, barbarie, civiltà, lingue,
Tutte le somiglianze che siano esistite o possano esistere
su questo mondo o in un mondo qualsiasi,
Tutte le vite e le morti, in passato, presente, futuro,
Questa ampia similitudine tutte le abbraccia, e sempre le ha abbracciate,
E per sempre le abbraccerà, mantenendole compatte, circonfondendole tutte.


Quando ascoltai l'erudito astronomo
Quando ascoltai l'erudito astronomo,
Quando le dimostrazioni, i numeri, furono dispiegati dinanzi a me,
Quando le carte e i diagrammi mi furono mostrati per sommarli, dividerli e misurarli,
Quando ascoltai trepidante l'astronomo nell'aula delle sue famose lezioni,
Quanto inspiegabilmente presto divenni esausto e sofferente,
Fino a quando alzandomi e scivolando via iniziai a vagare in solitudine,

Nell'umida e misteriosa aria notturna, e secondo dopo secondo,
Volsi lo sguardo alle stelle nel perfetto silenzio.

Segnalazione e traduzione di Roberto Anglani


Di sera, sulla spiaggia, una bambina...
Di sera, sulla spiaggia, una bambina accanto a suo padre guarda il cielo autunnale, a oriente.
Là tra la tenebra, mentre nubi voraci, funebri nubi, in nere masse erompendo,
si abbassano cupe e rapide giù per il cielo, in una limpida fascia luminosa d'etere,
ancora sgombra a oriente, vistoso e placido ascende Giove, l'astro sovrano,
e accanto, di poco più in alto, nuotan le Pleiadi, le soavi sorelle.

Là sulla spiaggia la bimba, che stringe la mano del padre, quelle funebri nubi
che vittoriose incupiscono e presto annulleranno tutto, osservando, piange in silenzio.

Non piangere, bimba, non piangere, cara, con questi baci ti asciugo le lacrime,
le avide nubi non vinceranno a lungo, non resteranno a lungo signore del cielo,
e solo in apparenza divoran le stelle. Giove ne emergerà, abbi pazienza,
un'altra sera guarda, e le Pleiadi emergeranno, sono immortali,
quelle stelle d'oro e d'argento risplenderanno di nuovo,
ché durano i vasti soli immortali, le lune pazienti, pensose rifulgeranno di nuovo.

E senti, bambina mia cara, piangi solo per Giove?
Consideri appena la morte delle stelle?

Vi è qualcosa (con le mie labbra placandoti, sussurrando io soggiungo,
insinuo i primi accenni al problema e vaghi consigli),
qualcosa vi è d'immortale anche più delle stelle
(molte le sepolture, molti i giorni e le notti che svaniscono),
qualcosa che durerà anche più a lungo del fulgido Giove,
più a lungo del Sole e dei satelliti che intorno gli girano,
o delle sorelle radianti, le Pleiadi.


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