Alle
persone piace riflettere: su sé stesse, su gli altri,
sul resto del mondo e, perché no?, sui misteri dell'universo.
Non c'è bisogno di essere poeti e nemmeno scienziati,
è sufficiente essere semplicemente uomini. E Nicholas
Sparks, sapiente maestro delle emozioni umane a tutto tondo,
ci fa vedere come in un brano tratto dal prologo del romanzo
"Come la prima volta":
"E' una
notte di ottobre del 2003, e mi pongo questi interrogativi
mentre osservo una falena svolazzare impazzita intorno alla
luce della terrazza. Sono solo. Mia moglie Jane dorme di
sopra e non si è mossa quando mi sono alzato dal
letto. E' tardi, mezzanotte è passata da tempo e
nell'aria c'è una nota frizzante che preannuncia
l'inverno. La vestaglia di cotone pesante che ho indossato
non basta a ripararmi dal freddo, e quando mi accorgo che
mi tremano le mani mi affretto ad affondarle nelle tasche.
Sopra di me le stelle sono come granelli d'argento sparsi
su un fondale color carbone. Distinguo Orione e le Pleiadi,
l'Orsa Maggiore e quella Minore, e rifletto che dovrei essere
ispirato dalla consapevolezza che non sto semplicemente
contemplando gli astri, ma anche il passato. Le costellazioni
brillano di una luce emessa milioni di anni fa e io aspetto
che si accenda qualcosa anche dentro di me, le parole che
un poeta potrebbe usare per illuminare i misteri della vita."
Brano tratto dal romanzo "Come
la prima volta" di Nicholas Sparks, edito da Frassinelli
(2004).
Segnalazione
di Francesca Benedetti
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