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Astroletteratura
Cognizioni


VICTOR HUGO

I MISERABILI

PARTE PRIMA

MONSIGNOR MYRIEL
LIBRO I Cap. XIII - UN GIUSTO


...Sentiva che qualcosa si sprigionava da lui e che qualcosa scendeva in lui: misteriosi scambi fra gli abissi dell'anima e gli abissi dell'universo!
Pensava alla grandezza e alla presenza di Dio; all'eternità futura, strano mistero; all'eternità passata, mistero ancor più strano; a tutti gli infiniti che si sprofondavano in tutti i sensi sotto i suoi occhi; e, senza cercar di capire l'incomprensibile, lo guardava. Non studiava Dio, ma se ne inebbriava; osservava quelle magnifiche riunioni d'atomi, che danno tanti aspetti alla materia, rivelano le forze mentre le constatano, creano le individualità nell'unità, le proporzioni nello spazio, l'innumerevole nell'infinito e producono la bellezza per mezzo della luce. Quei raggruppamenti si formano e si distruggono senza posa: da ciò la vita e la morte.
Sedeva su una panca di legno a ridosso d'una decrepita vite e guardava gli astri attraverso i meschini e rachitici profili dei suoi alberi da frutta. Quelle poche pertiche di terreno così poveramente coltivate, così ingombre di catapecchie e di tettoie, gli erano care e gli bastavano.
E che cosa occorreva di più a quel vegliardo, che divideva gli ozii della sua vita, in cui gli ozii eran sì poca cosa, fra il giardinaggio diurno e la contemplazione della notte? Quello stretto recinto, che aveva il cielo per soffitto, non era forse sufficiente per poter adorare Dio, a vicenda nelle sue opere più incantevoli e nelle più sublimi? Forse che questo non è tutto e si può desiderare più d'un giardinetto per passeggiare e dell'immensità per fantasticare? Ai piedi, ciò che si può coltivare e cogliere; sul capo, ciò che si può studiare e meditare: alcuni fiori sulla terra e tutte le stelle nel cielo....





PARTE SECONDA

COSETTE
LIBRO III Cap. V - LA PICCINA COMPLETAMENTE SOLA


...Giove stava tramontando nelle profondità dell'orizzonte.
La bambina guardava con occhio smarrito quella grossa stella che non conosceva e che le faceva paura. Il pianeta, infatti, era in quel momento vicinissimo all'orizzonte e attraversava un folto strato di nebbia che gli conferiva un terribile rossore e lugubremente imporporata, ingrandiva l'astro, che pareva una ferita luminosa....

 

PARTE TERZA

MARIO
Libro III cap VI - COSA VUOL DIRE AVER INCONTRATO UN FABBRICERE


...Una notte, solo nella sua cameretta, posta sotto il tetto, aveva acceso la candela e stava leggendo, coi gomiti appoggiati sul tavolo, a fianco della finestra aperta. Ogni sorta di fantasticherie ispirategli dallo spazio popolavano il suo pensiero. Quale spettacolo la notte! Si sentono sordi rumori, senza saper donde vengano, si vede rifulgere come una brace Giove, ch'è milleduecento volte più grande della terra, l'azzurro è nero, le stelle brillano: è uno spettacolo grandioso....

 


PARTE QUARTA



Libro III • cap 3 - FOLIIS AC FRONDIBUS

...Tutto lavora a tutto.
L'algebra si applica alle nubi; lo splendere dell'astro giova alla rosa e nessun pensatore oserebbe affermare che il profumo del biancospino sia inutile alle costellazioni. Chi può dunque calcolare la traiettoria d'una molecola? Che sappiamo noi, se talune creazioni di mondi non siano determinate dalla caduta di grani di sabbia? Chi dunque conosce i flussi e i riflussi reciproci dell'infinitamente grande e dell'infinitamente piccolo, gli echi delle cause nei precipizi dell'essere e le valanghe della creazione? Un àcaro conta; il piccolo è grande e il grande è piccolo; tutto è in equilibrio nella necessità, visione che sgomenta lo spirito. Vi sono fra gli esseri e le cose relazioni prodigiose, e in quell'inesauribile insieme non ci si disprezza, da sole a moscerino: si ha bisogno l'uno dell'altro. La luce non porta certo nell'azzurro i profumi terrestri senza sapere quel che ne faccia; la notte fa la distribuzione d'essenze stellari ai fiori addormentati. Tutti gli uccelli che volano hanno ad una zampa il filo dell'infinito.
La germinazione è formata dalla nascita d'una meteora e dal colpo di becco della rondinella che rompe l'uovo e tratta ad un tempo la nascita d'un verme e l'avvento di Socrate.
Dove finisce il telescopio, incomincia il microscopio; quale dei due ha la vista più forte? Scegliere.
Una muffa è una pleiade di fiori e una nebulosa è un formicaio di stelle; identica promiscuità, e ancor più inaudita, delle cose dell'intelligenza e dei fatti della sostanza. Gli elementi e i principî si congiungono, si combinano, si sposano, si moltiplicano gli uni per mezzo degli altri, al punto di far sì che il mondo morale e il mondo materiale mettano capo alla medesima luce. Il fenomeno si ripiega a spira in se stesso perpetuamente; nei grandi scambi cosmici la vita universale va e viene in quantità sconosciute rotolando tutto negli invisibili misteri degli effluvi, impiegando tutto, non perdendo un solo sogno di un solo sonno, qui seminando un animaletto, là sbriciolando un astro, oscillando e serpeggiando, facendo della luce una forza e del pensiero un elemento, disseminata e indivisibile, tutto dissolvendo, eccettuato nel punto geometrico che è l'io, tutto riconducendo all'anima atomo, facendo sbocciar tutto in Dio, intrecciando fra loro, dalla più alta alla più bassa, tutte le attività nell'oscurità d'un meccanismo vertiginoso, riallacciando il volo d'un insetto al moto della terra, subordinando, chissà? forse soltanto coll'identità della legge, l'evoluzione della cometa nel firmamento alla rotazione dell'infusorio nella goccia di acqua. Macchina fatta di spirito, ingranaggio enorme, il primo motore del quale è il moscerino e di cui l'ultima ruota è lo zodiaco. ...


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