Poesia e scienza
Omar
Khayyám
Rubáiyát
Que enigma
os astros que andam pelo espaço.
Agarra-te à corda da sabedoria, Khayyam.
Presta atenção à vertigem
que faz cair perto de ti os teus companheiros. |
O mundo gira,
distraído dos cálculos dos sábios.
Renuncia à vaidade de contar os astros
e lembra-te: vais morrer, não sonharás mais,
e os vermes da terra cuidarão da tua carcaça. |
O vasto mundo: um grão de
areia no espaço.
A ciência dos homens: palavras. Os povos,
os animais, as flores dos sete climas: sombras.
O profundo resultado da tua meditação: nada.
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Há tanto tempo giram os astros
no espaço;
há tanto tempo se revezam os dias e as noites.
Anda de leve na terra, talvez aonde vais pisar
ainda estejam os olhos meigos de um adolescente.
(trad. Alfredo Braga)
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Sii lieto,
ché il dolore sarà infinito:
nel cielo avverranno le congiunzioni dei pianeti
e i mattoni che si faranno col tuo corpo
saranno per i palazzi degli altri.
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L'intelletto non può
svelare tutti i misteri
Facendoci conoscere il
tempo di rotazione dei pianeti dorati
Ed ignorando l'ora in
cui crolleranno
Le fondamenta di queste
magiche costruzioni.
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Questa gran
volta del cielo sotto la quale stupiti viviamo
è come una lanterna, magica d'illusione:
il Lume dentro è il Sole, la lanterna è il Mondo;
e noi come forme fuggenti, sbigottiti, passiamo
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Sii lieto perché la
Luna sorgerà di nuovo dopo la Festa
Le fonti della gioia
saranno tutte buone e nuove.
Per la debolezza la Luna
si è fatta pallida e magra
E di questo dolore è
destinata a languire e perire.
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Prima di me e te, già
esistevano la notte e il giorno
E le volte celesti già
seguivano il loro percorso.
Finché è
giorno, muovi gentile il tuo passo sulla polvere
Perché è
stata pupilla di una bella fanciulla.
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Osserva l'insano girare di
questa cupola azzurra
Osserva il mondo così
vuoto di amici fedeli
Finché puoi assapora
l'attimo adesso
Osserva il giorno presente,
non cercare ieri o domani.
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La luna col suo raggio ha strappato la veste alla notte
Bevi del vino perché
un attimo simile a questo non è dato.
Vivi gioioso e sappi
che molti chiari di luna
Sulla terra, a uno a
uno, torneranno a brillare.
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Questo universo di esseri sgorgò
da spazi segreti
E nessuno riuscì
mai a cogliere il gioiello della sua vera natura
Ogni uomo saggio disse
qualcosa
Ma come l'universo sia
nato nessuno sa dire.
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Questa ruota celeste nella
quale viviamo
È magica lanterna
della quale abbiamo un'immagine:
Il sole ne è il
lume, sappi, e il mondo la lanterna,
E noi come sospesi giriamo
al suo interno impotenti.
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Da questo oscuro pianeta di
terra fino al limite di Saturno
Ho già risolto
tutti i problemi dell'Universo.
Con ingegno aguzzo ho
sciolto i più difficili enigmi
Tutti i nodi ora ho aperto,
tutti tranne il nodo di Morte.
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Il mio pensiero ha svelato ogni segreto
dell'universo,
Ha compreso la terra e più
elevate comete
Ha schiarito ogni trucco e
ogni mistero
tranne quello del Destino.
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Non v'è notte ove il mio sospiro non voli ai Gemelli,
ove i pianti, fino al mare, non gettino acqua a mastelli.
M'hai detto: "Posdomani, verrò a bere vino con te",
Ma temo che l'esistenza, domani, più non mi sia fardello.
(Trad.di questa quartina di Pierre
Pascal)
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Dr. Halima Naimova, librarian of the Observatory of Lisbon
Pedro Raposo, Education and Outreach Office of
the Observatory of Lisbon
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