Gli
antichi e in particolare i filosofi erano molto attenti
ai fenomeni celesti: volevano scoprire le leggi che regolavano
i movimenti degli astri , e cercavano di capire come era
strutturato l’universo. Inoltre i contadini, i pastori e
specialmente i naviganti erano molto interessati a conoscere
le previsioni meteorologiche con un certo anticipo.
Tentavano di leggere nei fenomeni celesti i cambiamenti
del tempo,guardando gli astri e specialmente la Luna. Non
avevano nessuno strumento scientifico ma secoli di osservazioni
avevano prodotto una serie di "leggi"che in seguito
i moderni mezzi hanno svuotato di significato: ci sarebbe
maltempo se se la Luna nuova ha le corna scure e le punte
nere, oppure quando sorge mostrando le corna grosse e irregolari;
se é circondata da aloni di vario tipo (ancora ricordo
il proverbio citato spesso da mia madre: cerchio lontano
pioggia vicina e viceversa) si avrà pioggia; ci sarà
vento se la luna è rossa; ci sarà pioggia
se la luna è pallida; se appare chiara, il tempo
sarà buono. Questi pronostici, tuttora diffusi specialmente
nelle campagne e spesso ancora considerati validi sono l'oggetto
di questi versi scritti da Arato
I
PRONOSTICI
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Osserva sopra
tutto ambe le corna
Dell'aurea Luna.
Or d'una, or d'altra luce
Dalla sera vedrai tinto il suo volto,
E temperato con diverse forme
Nel suo principio; al terzo giorno; e al quarto
Da lei conoscerai, del nuovo mese
Qual sarà la stagion: ella serena
Fia, se sottile e pura a noi si mostri
Nel terzo dì la Luna; assai ventosa,
S'ella sarà sottile, e intorno sparsa
D'assai carco rossor; ma se dal terzo
Al quarto dì ne manda un debol lume
Colle corna spuntate, immensa pioggia
Cadrà sui campi, o spirerà Scirocco.
Che se menando il terzo dì, ne mostri
Non tremule, o all'insù volte le corna,
Ma piegate egualmente e quinci e quindi,
Alla mattina udrai soffiar Ponenti.
Che se dritta così conduce pure
In cielo il quarto giorno, avrai sospetto
Non nell'aria si formi orribil turbo.
Che se il corno soprano è bene arcato,
Attendi Tramontana, oppur
Scirocco S'è rivolto all'insù.
Ma quando intero
Il cerchio che la cinge, appare rosso,
Temi fiera burrasca, e più la temi
Quanto più quel rossor somiglia al foco.
Nei Pleniluni, e Quarti, e quando cresce,
E quando riede a falce, anche l'osserva;
Che il suo color ti accennerà dei mesi
L'andamento qual fia.
S'ei dunque tutto
Si mostra chiaro, dì sereni accenna,
Se tutto rosso, pien l'aer di venti,
Se in qualche parte oscuro, immensa pioggia.
Ma non tutti si ponno ad ogni giorno
Questi segni veder.
Ben quei che al terzo
Seguono, e al quarto dì la nova Luna,
Sogliono anche seguirla al primo Quarto,
O quei del primo Quarto a mezzo il mese;
Come di mezzo il mese al Quarto estremo,
A cui simile pur si mostra il terzo
O il quarto dì del già spirante mese.
Che se a guisa di cerchio intorno posta
Alla Luna tu vedi un'aia sola,
Attendi pur bonaccia e insieme vento,
Ma quand'ella si squarcia, orribil vento,
E quando si dilegua intera calma :
Che se doppia compare, ahi qual tempesta
Si deve paventar : ma quando fia
Maggior, s'ella sarà triplice ? e quanto
Se sarà nera ? oppur se squarcerassi
Tai cose antiveder dal mensil corso ?
Della Luna potrai, ma più del Sole
Siati a cor d'osservar l'occaso e l'orto "
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