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Astronomia

Strumenti


Gli strumenti del principe Giulio Tomasi di Lampedusa
di Pio Passalacqua


Dal film di Luchino Visconti Il Gattopardo
le scene dedicate agli strumenti astronomici oggetto della mostra

Segnalazione: Dal 16 al 25 aprile in mostra a Palermo strumenti di Tomasi di Lampedusa
presso il museo della Specola, sito all'interno del complesso monumentale di palazzo dei Normanni


PALERMO. Il Museo della Specola dell'Inaf - Osservatorio Astronomico di Palermo partecipa alla XII Settimana della Cultura promossa dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dal 16 al 25 aprile 2010. In occasione di questa manifestazione viene proposta al pubblico una mostra sugli strumenti astronomici e le carte d'archivio appartenuti al Principe Giuseppe Tomasi di Lampedusa - a cui si ispira il celebre romanzo "Il Gattopardo" - e utilizzati durante le riprese dell'omonimo film di Luchino Visconti  La mostra avrà luogo presso il Museo della Specola, sito all'interno del Complesso Monumentale di Palazzo dei Normanni, dal 16 al 25 aprile 2010, dalle 9.00 alle 13.00  e dalle 15.00 alle 18.00.

Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa  principedi Salina, protagonista del celebre romanzo Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa (pronipote dell’aristocratico siciliano) fu una figura storica non comune. Ebbe un genuino interesse per la Scienza Astronomica ottenendone anche notevoli meriti, fu apprezzato dagli studiosi suoi contemporanei da Ercole Dembowski (1812-1881), nobile lombardo famoso per le sue osservazioni di stelle doppie, a Gaetano Cacciatore (1814-1889), per molti anni direttore dell'Osservatorio di Palermo il quale, due anni dopo la morte del principe (1885), acquistò dagli eredi gli strumenti più importanti della Specola privata della Villa ai Colli.

Questi strumenti, finiti all’Osservatorio di Palermo, si sono salvati e sono ben conservati a differenza dei Libri originali del “Gattopardo” che non sono stati più ritrovati. Durante l’ultima guerra la Villa fu colpita in pieno da una bomba e poco si poté ripescare, ma sicuramente fra i testi che gli passarono fra le mani figuravano il monumentale atlante celeste di Bode, la collezione del Journal des Savants, quella del Greenwich Observations, le opere di Arago, quelle di Clairaut, Eulero, Lagrange fino alla Mécanique Celeste e all’Esposition du systéme du Monde di Pierre Simon de Laplace. E laplaciana fino in fondo è la concezione che Giulio Tomasi ha dell’astronomia: un sistema perfetto, o comunque perfettibile, attraverso l’uso della meccanica.  

Rifrattore Merz

Il Principe di Lampedusa distinto patrizio siciliano, delle cose astronomiche illuminato cultore, e che a sollievo del suo spirito in amena villa nei dintorni di Palermo, ha eretto un piccolo Osservatorio fornito di non ispregevoli strumenti, per vaghezza di osservare l'Eclisse recavasi in Girgenti insieme al sacerdote Pirrone suo assiduo compagno negli studi del Cielo. In elevato terrazzo entro la citta' essi collocarono [...] un cannocchiale di 11 centimetri di apertura ...

Certo nel 1887 il rifrattore di 115 mm con lo splendido obiettivo di Merz, non era più uno strumento di primo piano; ma tale era considerato attorno al 1850, quando il Principe ne venne in possesso, adoperandolo per osservazioni di comete e portandoselo dietro a Girgenti (l’attuale Agrigento) per osservare l’eclisse totale di Sole del 22 dicembre 1870, dopo avere declinato l’offerta di unirsi alla missione ufficiale che seguì il fenomeno dividendosi fra Augusta (dove era padre Secchi) e Terranova di Sicilia (oggi Gela). Questo rifrattore altazimutale (lunghezza focale 2 metri), con la canna e il treppiede di mogano e le finiture di ottone è dotato di un sistema di contrappesi e leve per metterlo in movimento, e di un piccolo cercatore. Il treppiedi è  alto circa 1,45 m, dotato di ruote e di viti calanti. Sulla fascia esterna in ottone, dalla parte del cercatore, porta la firma Merz und Sohn in Munchen. Lo strumento era corredato da 4 oculari terrestri e 5 astronomici, di uno positivo con micrometro anulare ed uno con prisma di riflessione e micrometro filare, di un oscuratore, e di un anello di raccordo per gli oculari. Vi era inoltre un anello per montare sul cannocchiale una camera fotografica. Lo strumento è sopravvissuto quasi intatto: mancano alcuni oculari astronomici e l'anello di raccordo per la camera fotografica, oltre a piccoli accessori per la pulitura dello strumento. E' ottimamente conservato. Temistocle Zona (1848-1910) se ne servì nel 1892 per osservazioni di pianeti da monte Cuccio, sopra Palermo, e per esso fece realizzare una montatura equatoriale in ghisa che fu danneggiata da un fulmine (ma esiste ancora in buone condizioni) e che fu collocata sulla stessa montagna.  

il rifrattore equatoriale di Lerebours-Secretan di 81 mm d'apertura perfettamente conservato presso il Museo dell'Osservatorio di Palermo e appartenuto al principe di Lampedusa.

Rifrattore equatoriale Lerebours & Secretan

Il piccolo rifrattore equatoriale di 81 mm di Lerebours e Secretan , un autentico gioiellino col suo tubo di mogano e le lucenti finiture in ottone (lunghezza focale 69 cm): il principe di Salina se ne serviva come cercatore di Tomasi d Lampedusa  1815-1885comete e anch’esso fu usato da Zona che lo portò in Algeria per osservarvi l’eclisse totale di Sole del 30 agosto 1905 a Sfax. Lo strumento montato su di un treppiede a forma di colonna rastremata alta 48 cm con piedi a vite, è dotato, alla sommità, di due piccole livelle per verificare la posizione orizzontale. Le misure si eseguono su due scale circolari di 13 cm di diametro. Sul piedistallo, alla sommità della colonna, è incisa la scritta Lerebours et Secretan a Paris. Lo strumento e' in buone condizioni e completo in ogni sua parte.

Altro strumento originale, il più antico, è il piccolo telescopio altazimutale dell’artefice londinese Narthaniel Worthington (obiettivo 48 mm, distanza focale 45 cm), che era appartenuto a Ercole Dembowski: questi lo cedette a Lampedusa quando acquistò un rifrattore di 19 cm per i suoi studi sulle stelle doppie. L’acquisto fu realizzato nel 1860: serviva soprattutto a precise misure di passaggi al meridiano. Nel 1887 non poteva valere gran che, ma Cacciatore lo acquistò per 300 lire dell’epoca avendolo ritenuto un modello del celebre Cerchio altazimutale di Ramsden, strumento con cui Giuseppe Piazzi (1746-1826), fondatore della Specola astronomica palermitana, eseguì i suoi rinomati studi astronomici.  

altazimutale di Worthington

il piccolo telescopio altazimutale di Worthington, usato come strumento dei passaggi: appartenne a Ercole Dembowski, che lo cedette al principe.  

Altri telescopi non posseduti dal Principe ma che quasi certamente furono da lui adoperati sono: un riflettore gregoriano con specchi concavi di 10 e 2 cm (oggi di proprietà dell’Istituto di Fisica dell’Università di Palermo) e un rifrattore di Fraunhofer, Utzschneider e Merz che risale probabilmente al 1826, con tubo di ottone, apertura obiettivo di 10 cm e focale di 125 cm, fissato a una corta colonna tronco-conica che termina con un treppiede.

Strumenti e osservazioni del principe si trovano più volte menzionati nel Giornale officiale di Sicilia, in modo entusiastico, ma non sempre con esattezza di riferimenti: si parla fra l’altro, oltre che di eclissi e comete, di una splendida congiunzione fra Venere e Giove, al mattino del 23 luglio 1859, con i due astri così vicini che l’occhio nudo non riusciva a distinguerli: ci riuscì ovviamente l’obiettivo di Merz, adoperato a 108 ingrandimenti.

 

Bibliografia

Chinnici Ileana. Gli strumenti del "Gattopardo." Giornale di astronomia, v. 23, mar. 1997

Chinnici Ileana. Strumenti del principe di Lampedusa nella collezione storica dell'Osservatorio Astronomico di Palermo, in: Elementi astronomici per l'anno 1997, Palermo

G. Foderà Serio, I. Chinnici. L'Osservatorio Astronomico di Palermo: la storia, gli strumenti, Flaccovio 1997

Sito dell'Osservatorio Astronomico di Palermo http://www.astropa.unipa.it/museo/homemuseo.html

 


Pio Passalacqua


Gruppo Astrofili Palermo


Coordinamento: Pasqua Gandolfi
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