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Fantascienza

JULES VERNE
(1828-1905)

Scrivere un romanzo è come intraprendere un viaggio fantastico attraverso la realtà e la fantasia, nessun limite è ammesso, tutto può accadere e soltanto l'autore ne può decidere le sorti.
Ma quando la fantasia si mischia alla scienza, ecco che si assiste all'alba di un nuovo genere letterario: la fantascienza, di cui Verne può esserne meritatamente considerato il padre.
Da un saggio di Bruce Sterling "Mezzanotte in rue Jules Verne": << Jules Verne ha inventato la fantascienza nella sua forma più radicale. Ne ha creato il métier, combinando le trame e i personaggi dei romanzetti da poco con la vasta messe divulgativa della scienza popolare.>>
E così siamo pronti a partire, Verne ci porterà dove nessuno prima era mai stato…

Dalla terra alla Luna
(1865)
Tutto ebbe inizio durante la Guerra di Secessione con la nascita del Gun club nella città di Baltimora. Una volta che le ostilità furono cessate il club si oscurò rapidamente, finché un'idea del presidente Barbicane non lo riportò alla ribalta. Si trattava di un esperimento ambizioso: ideare un cannone adatto a spedire un proiettile sulla Luna. Il proiettile all'inizio doveva essere una granata sferica, ma poi un avventuriero francese di nome Michel Ardan propose di modificare il progetto: il proiettile sarebbe dovuto essere cilindro-conico e cavo, per permettergli di partire con esso. Quest'idea trovò l'opposizione del capitano Nicholl (già acerrimo nemico di Barbicane), ma alla fine l'ardire del francese ebbe la meglio e così venne deciso che dentro al proiettile cavo sarebbero partiti: Ardan, Barbicane e lo stesso Nicholl.
Il fatidico giorno arrivò e il proiettile fu lanciato

Una detonazione spaventosa, inaudita, inconcepibile; della quale nulla potrebbe dare l'idea, si produsse istantaneamente.
Un immenso fascio di fuoco sprizzò dalle viscere del suolo come da un cratere.
La terra si sollevò e fu molto se qualcuno poté intravedere per un istante il proiettile che fendeva vittoriosamente lo spazio tra vapori fiammeggianti.

 

Il proiettile lasciò l'atmosfera terrestre diretto verso il satellite, che avrebbe raggiunto dopo qualche giorno. La Luna si faceva sempre più vicina, anche se il proiettile stava puntando sull'emisfero settentrionale invece che verso il centro del disco lunare, così come era stato calcolato. Il proiettile non cadeva verticalmente, ma si muoveva lungo una tangente: la traiettoria era stata deviata da un bolide che all'inizio del viaggio per poco non lo colpiva. La capsula non stava cadendo sulla Luna: ne stava diventando a sua volta il "satellite"!

<< A mezzanotte la Luna era piena e i tre viaggiatori avrebbero dovuto mettervi piede in quel momento preciso se il malaugurato bolide non li avesse deviati dalla loro meta. Inutile dire che quella notte nessuno dormì. Tutti i sentimenti dei viaggiatori si concentravano in un unico pensiero: vedere! Essi rappresentavano la Terra, riassumevano in loro stessi tutta l'umanità passata e presente ed era coi loro occhi che la razza umana guardava per la prima volte le regioni lunari e ne penetrava i segreti. >>

Essendo la Luna priva di atmosfera non esiste il crepuscolo, ma solo luce o tenebre e di questo i viaggiatori si resero bene conto non appena la capsula si avvicinò al Polo Nord.

<< Il disco non offriva più agli sguardi dei viaggiatori che una metà violentemente illuminata, mentre l'altra metà spariva nelle tenebre. Di colpo il proiettile superò la linea di demarcazione tra la luce intensa e l'ombra assoluta e fu immediatamente avvolto dalla notte profonda. >>
La capsula stava ora sorvolando la faccia nascosta della Luna, che comunque non poteva essere vista perché immersa nel buio più totale.

<< Si può quindi comprendere la delusione e l'abbattimento dei nostri amici immersi in quella notte impenetrabile, vivificata solo dalle stelle, che certo nessun astronomo della Terra aveva mai potuto esaminare in condizioni altrettanto favorevoli. Quei diamanti incastonati nella volta celeste gettavano barbagli superbi. Lo sguardo abbracciava il firmamento dalla Croce del Sud fino alla Stella Polare. L'immaginazione si perdeva in quel sublime infinito del quale il proiettile sembrava il centro, come un nuovo astro dovuto alla mano dell'uomo. >>

Il viaggio comunque continuava seguendo una traiettoria parallela alla superficie lunare, il proiettile era immerso nel buio e nel freddo più totale finché un nuovo fatto attirò l'attenzione dei presenti:

<< "Un vulcano! Un vulcano in attività!" aveva esclamato Nicholl "Uno sfogo del fuoco interno! Allora questo mondo non è ancora del tutto morto!"
"Sì, è proprio un'eruzione!" confermò Barbicane che studiava il fenomeno attraverso il cannocchiale.
"Ma se per alimentare una combustione occorre l'aria" osservò Ardan "allora bisogna ammettere che questa parte della Luna dispone di un'atmosfera!"
"Forse, ma non necessariamente, poiché, attraverso la decomposizione di certe materie, un vulcano può fornire a se stesso l'ossigeno che gli occorre e lanciare così delle fiamme nel vuoto. E poi mi sembra proprio che quelle deflagrazione abbia l'intensità e lo splendore che hanno gli oggetti che si infiammano nell'ossigeno puro.
Adagio, dunque, prima di sostenere l'esistenza di un'atmosfera lunare!" >>

   

Si stava ancora discutendo di questa cosa, quando all'improvviso un altro gigantesco bolide apparve nel suo incandescente splendore, questa volta però puntava dritto sulla capsula: la sorte del proiettile sembrava ormai segnata, ma invece di investirlo, il bolide scoppiò in mille frammenti luminosi che rischiararono lo spazio circostante.

<< "La faccia invisibile! Ecco che finalmente si vede!"
E tutti, attraverso le irradiazioni luminose che durarono appena qualche secondo, intravidero quel disco misterioso che l'occhio dell'uomo poteva scorgere ora per la prima volta.
Che cosa videro essi a una distanza che non era possibile valutare? Qualche striscia allungata mascherava il disco, vere nubi stagnanti in un'atmosfera ristretta dalla quale emergevano, non solo le montagne, ma altresì i rilievi di più modesta importanza, i circhi, i crateri aperti disseminati così capricciosamente come sulla faccia visibile. Poi degli spazi immensi, non più pianure aride, ma autentici mari che riflettevano col loro liquido specchio tutto il fantasmagorico spettacolo dei fuochi dello spazio. Infine, sui continenti, delle vaste masse scure simili a foreste immense rapidamente illuminate da un lampo… >>

Dopo aver visto tutto ciò, la domanda sorse spontanea: la Luna è abitabile? Fu il presidente Barbicane a risponde

<< "Nello stato in cui attualmente si trova, con un involucro atmosferico certamente molto ridotto, i suoi mari in gran parte asciutti, le sue acque alternanti il caldo e il freddo, le sue notti e i suoi giorni di trecentocinquantaquattro ore, la Luna non mi sembra abitabile, né propizia allo sviluppo di una fauna, né sufficiente ai bisogni di un'esistenza come noi la intendiamo" >>

Dunque, se la Luna non è abitabile, lo fu comunque in passato?

<< "Amici miei" cominciò Barbicane "io ho atteso questo viaggio per farmi un'idea della passata abitabilità del nostro satellite, e le nostre osservazioni odierne non possono che confermarmela. Credo e affermo che la Luna sia stata abitata da una razza vivente organizzata come la nostra e che abbia prodotto una fauna conformata anatomicamente come la nostra, ma aggiungo che quelle razze umane o animali abbiano fatto il loro tempo e siano ormai sparite per sempre." >>

Il proiettile continuava il suo viaggio, ritrovandosi di nuovo sulla faccia visibile della Luna.

<< Chi osservava la marcia del proiettile riconosceva facilmente che esso si allontanava dalla Luna seguendo una curva simile a quella che aveva tracciato avvicinandosi e descrivendo quindi un'ellisse assai allungata, che sarebbe passata al punto neutro dove le due attrazioni si equilibrano. >>

Quando si parla di attrazioni ci si riferisce a quelle esercitate dalla Luna e dalla Terra, punto contraddistinto dalla perdita di peso dei corpi.
Questo fece venire ai viaggiatori un'idea: utilizzare la spinta dei razzi, che in origine dovevano attutire la caduta sulla Luna, per spingere il proiettile quel tanto che basta per superare il punto neutro e cadere finalmente sulla Luna, obiettivo a cui non si voleva ancora rinunciare.
Il momento fatidico arrivò: i razzi furono accesi.

<<All'interno non si percepì nessuna detonazione per la mancanza d'aria, ma dall'oblò Barbicane vide un lampo prolungato e il proiettile subì una sensibile scossa. […] "Stiamo cadendo!" annunciò. "Ah!" gridò Michel. "Verso la Luna?" "No, verso la Terra!" rispose Barbicane. […]
Era così! La spaventosa caduta cominciava. La velocità residua del proiettile lo aveva portato al di là del punto morto e l'esplosione dei razzi non aveva potuto frenarla. Quella velocità che, nell'andata, aveva trascinato il proiettile oltre la linea neutra lo trascinava ancora al ritorno e le leggi della fisica volevano che, nella sua orbita ellittica, esso ricalcasse tutti i punti per i quali era già passato.
>>

Fortunatamente il proiettile cadde in pieno oceano, che attutì così la vorticosa caduta. Quando poi il proiettile tornò a galla (era cavo!), i nostri eroi furono tratti in salvo.

<<Gli ufficiali scrutarono coi loro cannocchiali nella direzione segnalata e videro effettivamente un oggetto che sembrava uno di quei gavitelli che si collocano per segnalare i punti pericolosi per la navigazione.



Ma, particolare curioso, una bandiera sventolava sulla cima di quel cono che sembrava di emergere dall'acqua per cinque o per sei piedi e luccicava sotto i raggi del sole come fosse d'argento. […]

Quella bandiera era la bandiera degli Stati Uniti! >>


Commento di Francesca Benedetti
 

Presentazione della sezione Fantascienza

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