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Fantascienza


da Caccia alla meteora - La chasse au météore
di Jules Verne
recensione di Paolo Morini

 
La storia
 
Tutto inizia nella cittadina di Whaston, in Virginia, il 12 marzo di un anno non ben precisato alla fine dell’800.
Due astronomi dilettanti, Dean Forsyth e Sydney Hudelson, hanno entrambi la fortuna di vedere una meteora che attraversa il cielo e, sulla base della pura intuizione, sospettano che quel piccolo corpo celeste non è semplicemente sfrecciato sopra al loro orizzonte, ma tornerà a farsi vivo nel cielo di Whaston, essendo entrato in orbita attorno alla Terra. ( leggere le pagine del romanzo)
La loro intuizione si rivela sorprendentemente esatta, e la Terra si trova accessoriata di questo nuovo satellite.
Entrambi gli astrofili avevano prudentemente comunicato la loro scoperta ad un diverso osservatorio astronomico, e iniziano quasi subito a contendersene la priorità, complici i giornali locali che scelgono di sostenere l’uno o l’altro dei contendenti – a fare le spese di questa tensione sono il nipote di uno degli astrofili e la figlia dell’altro, che dovevano sposarsi.
Ma prendere accordi fra le famiglie in questo clima di tensione non è facile ...
 

La rivendicazioni sulla priorità della scoperta si acuiscono ancora di più quando da un osservatorio astronomico arriva l’esito dell’esame spettroscopico: la meteora è d’oro purissimo!
I primi calcoli suggeriscono un peso di quasi due milioni di tonnellate. (leggere le pagine del romanzo)
 
Un terzo stravagante protagonista entra in scena, Zefirino Xirdal, genio assoluto di matematica e fisica, appassionato di tutto e non afflitto dalla necessità di lavorare.
Sempre alla ricerca di dove posarsi con i suoi molteplici interessi, apprende della notizia del meteorite d’oro e si mette subito al lavoro per entrarne in possesso.
Il progetto è molto semplice: prepara un generatore di qualche forma sconosciuta di energia, grande come un comodino, e lo collega a una piccola antenna parabolica.
Dopo una serie di calcoli, Zefirino inizia, tutte le sere e per un tempo ben determinato, a puntare i suoi raggi perturbatori verso la meteora di passaggio, e piano piano modifica l’orbita al punto da calcolare esattamente dove la meteora verrà a cadere.
Provvede ad acquistare il terreno (qualche ettaro in Groenlandia) e parte per prendere possesso del suo oro.
Naturalmente non è solo, una flotta di piroscafi porta migliaia di persone all’appuntamento astronomico del secolo.
Fra i turisti, naturalmente, gli scopritori Dean Forsyth e Sydney Hudelson.
Il gioco si è fatto troppo pesante per loro, la caduta dell’oggetto ha conseguenze potenzialmente così ampie che i paesi del mondo si sono contesi la gestione dell’immenso patrimonio.

Alla fine la meteora cade, dentro al terreno accuratamente recintato di proprietà di Zefirino Xirdal, che si gode i frutti del suo successo.
Ma poi conosce gli astrofili, ex amici ora posseduti dall’odio, i loro rispettivi figlia e nipote che sono veramente disperati, il rappresentante del governo della Groenlandia che non sa più che pesci prendere ...
Questa meteora fa più danno che altro e decide di disfarsene: rimonta il suo apparecchio con il raggio di trazione e spinge il meteorite, atterrato in cima a una scogliera, verso il mare.
Pian piano il meteorite scivola verso l’orlo del dirupo e infine cade in mare: l’oro rovente a contatto con la gelida acqua dei mari artici letteralmente esplode, letteralmente si polverizza, e non ne rimane neanche un pezzettino per soddisfare la bramosia degli uomini.




NOTA
“Caccia alla meteora” è una delle opere di Jules Verne pubblicate postume – uscì nel 1908, tre anni dopo la morte dell’autore.
Non fu l’unica opera pubblicata postuma dall’editore Hetzel, che si affidò al figlio di Verne, Michel, per quella che doveva essere una semplice revisione formale.
Al contrario Michel Verne mise mano alla struttura di molti di questi romanzi e racconti, a volte lievemente, altre in maniera più decisa, alimentando inizialmente nei critici la convinzione che il vecchio Verne avesse abbracciato idee politiche socialiste.
In particolare ne “I naufraghi del Jonathan”, Michel modificò, naturalmente in senso eversivo, quelle parti dove il padre Jules rivelava le sue perplessità e l’ostilità verso le dottrine del “comunismo universale”.
Piero Gondolo della Riva ci fa notare che “evidentemente più a sinistra di Jules Verne, Michel non ha resistito alla tentazione di modificare questo manoscritto e di farne un grande romanzo politico”.
“Caccia alla meteora” non indugia su temi politici, tuttavia Michel aggiunse quattro capitoli al manoscritto originale, e arricchì la narrazione con molti particolari curiosi e pittoreschi, alla maniera del Jules Verne degli anni migliori.

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