Obiettivi e motivazioni della Lettera Aperta


IL PRESENTE ED IL FUTURO TRA I PIANETI E LE STELLE Editoriale sulla Lettera aperta sull'eccessiva diffusione dell'astrologia di Paolo Volpini

Il 7 gennaio scorso la UAI ha diffuso il testo di una "lettera aperta" dedicata all'intollerabile incremento della presenza dell'astrologia sui mass-media.
Non è stata una decisione semplice da prendere: com'era facilmente prevedibile il documento divulgato ha scatenato una serie di reazioni dai toni più vari .
Cominciamo dai difensori dell'astrologia.
Fin troppo facile immaginare le argomentazioni: come minimo chi sta dalla parte della scienza è un freddo razionalista, un gelido manipolatore di quantità fisiche. Siamo stati accusati di tutto: di non amare la poesia, il mistero, i sentimenti umani. Di voler imporre le leggi della scienza, novelli dittatori della mente umana. Di negare al genere umano il piacere dell'illusione di un futuro migliore, la speranza nella fortuna e in un destino benevolo. Di togliere alla gente sola e malata il conforto di un pronostico favorevole, la possibilità di una svolta nella propria vita, magari di una guarigione miracolosa. Più frequente, l'accusa di voler imporre a tutti il nostro modo di pensare, invadendo il campo altrui, operando una inaccettabile censura, ammettendo un solo modo di concepire la realtà e rifiutando di prendere in considerazione altri modelli del mondo.

Infine, data la presunta visione meccanicistica e deterministica dell'Universo, siamo blasfemi, rinneghiamo l'esistenza di Dio e di Gesù.
Ecco il ragionamento più subdolo. La scienza non può spiegare i misteriosi influssi astrali postulati dall'astrologia. Ma non può provare neanche l'esistenza di Dio e la resurrezione del Cristo, per cui dubitare dell'astrologia è il primo passo verso l'eresia, la negazione stessa della Fede !

Ebbene, finchè le misteriose forze del destino ci consentiranno di ragionare su questa Terra, dato che a quanto pare fra qualche tempo il Congresso Nazionale degli Astrofili si terrà al cospetto di Satana, nel più profondo girone degli Inferi, cerchiamo di analizzare alcune di queste accuse!

Il rapporto tra Scienza e Fede è davvero troppo complesso per essere affrontabile in poche righe: ovviamente molti scienziati sono credenti, e non c'è certo incompatibilità tra lo studio delle leggi fisiche e la scelta di vivere parallelamente secondo un proprio credo spirituale. Saremmo comunque inevitabilmente superficiali nel voler approfondire le implicazioni legate alla tematica religiosa.
Limitiamoci ad affrontare la questione delle conseguenze più terrene e quotidiane del fenomeno che condanniamo. L'assenza di critica, di controllo e di selezione nei confronti di certi personaggi ha lasciato via libera ad una capillare diffusione delle più variegate attività basate su inverificabili capacità di governare poteri e forze occulte. Si dà spazio a tutto, dal più innocuo oroscopo generico alle più subdole pratiche irrazionali, prive di riscontri sulla loro efficacia. E' ben noto infatti come si abusi della credulità popolare per sfruttare una visione distorta della fede allo scopo di esercitare abusivamente la professione di medico e di sacerdote. Basta rifarsi ai tanti casi smascherati da varie trasmissioni televisive, da "Striscia la Notizia" a "Le Iene", dove santoni, medium, guaritori e falsi preti operavano nei loro studi o in vere e proprie cerimonie pseudoreligiose facendo largo uso di immaginette sacre, candele accese, rosari, statuette di Padre Pio e quant'altro servisse ad impressionare e plagiare il malcapitato cliente.
Ma in questa sede non vogliamo entrare nel merito delle falsità, degli inganni, degli abusi e delle verie e proprie truffe architettate dagli operatori dell'occulto: indagini, ricerche e statistiche sono già ben note grazie all'attività meritoria di altri organismi (Cicap, Telefono Antiplagio, ecc.).
Il nostro pensiero è rivolto semmai alla conseguenze dal punto di vista culturale che ricadono sulla nostra società a causa del troppo campo libero lasciato all'astrologia.
Il naturale desiderio di conoscenza, l'entusiasmo per le nuove scoperte, la curiosità per le nuove possibilità offerte dal progresso e dalla ricerca sembrano affondare in una piatta palude di intelligenze anestetizzate, dove importa poco se si dice il vero o il falso, basta essere "carini" e saper catturare l'attenzione del pubblico con il look, il sex-appeal, la simpatia o il senso di mistero (per quanto artificiosamente costruito sul nulla).
A proposito di cultura: a chi si immagina gli appassionati di scienza come freddi aridi razionalisti che non amano la poesia, l'ispirazione artistica, i sentimenti, rispondiamo molto semplicemente con il sito http://astrocultura.uai.it . La volta celeste, quella reale, quella ammirata dagli astrofili, è una splendida fonte di ispirazione per tutte le forme d'arte, e chi guarda il cielo dal vivo può condividere certe sensazioni per il fatto di averle provate in prima persona, nelle lunghe notti di osservazione, con un coinvolgimento che chi conosce le costellazioni solo attraverso la lettura dell'oroscopo quotidiano non può nemmeno immaginare.


Quando la "dose" quotidiana di astrologia diventa insopportabile

Una delle reazioni più classiche di chi difende la libertà illimitata di esercitare l'astrologia è quella di accusarci di ciò di cui sono responsabili loro stessi. Dicono che noi siamo arroganti perchè imponiamo il nostro modo di pensare. Ma in realtà sono gli astrologi che già lo fanno.
Ci accusano di essere "invasori" della libertà di espressione altrui, quando sono loro a soffocarci.
Il nocciolo della questione è che ormai è impossibile - accendendo radio o TV - il NON imbattersi in un oroscopo. Continuiamo a pagare per informazioni false e non richieste. Ci è stata tolta la libertà di non ascoltare le previsioni astrologiche, a meno di non cedere ad un uso paranoico del telecomando. E siamo obbligati a subire passivamente una valanga di superstizioni anacronistiche.

Chi opera nel campo della divulgazione scientifica conosce bene l'entusiasmo dei bambini quando, ospitando le scuole presso i nostri Osservatori astronomici, possono osservate dal vivo i crateri della Luna o gli anelli di Saturno. Ma a fronte di una faticosa organizzazione per portare "una tantum" una classe di fronte a un telescopio e insegnare loro le nozioni basilari sulla reale natura dell'Universo, i minori restano indifesi di fronte a un bombardamento mediatico che li porta ad ascoltare in TV decine di volte ogni giorno che la posizione di tali astri porterebbe loro soldi, successo, fortuna o sfortuna.

Tuttavia - che sia chiaro una volta per tutte - noi non vogliamo fare una crociata, una donchisciottesca lotta contro i mulini a vento per auspicare una cancellazione dalla faccia della Terra dell'astrologia.
Anzi, ne siamo perfino affascinati, almeno finchè si parla della "storia dell'astrologia": questa per lungo tempo ha percorso un cammino parallelo all'astronomia ed ha svolto un ruolo essenziale nell'accompagnare l'Uomo verso la difficile comprensione dell'Universo in cui vive la propria esistenza.

Quello che invece è inaccettabile è la presenza costante dell'operatore delle scienze occulte, a fianco di politici, artisti, commentatori ed esperti vari. Il parere ed il responso del "mago", ormai abbondantemente presente anche nelle trasmissioni dedicate all'informazione, telegiornali compresi, è ormai elevato al rango di autorevole parere se non di "notizia oggettiva"!
Ricordiamo una intervista ad un TG3 regionale di Peter Van Wood, che attribuì la siccità estiva del 2003 agli influssi planetari! La prossima notizia quale sarà? Che la guerra in Iraq era già scritta nelle stelle, a causa dei segni zodiacali di Bush e Saddam? Il crack della Parmalat era inevitabile, a causa delle infauste configurazioni astrali dell'azienda?
E perché allora nessuno lo ha previsto per tempo?
E' questa una visione seria del mondo, mentre ben altri approcci sarebbero necessari per risolvere i problemi che lo affliggono?
E restando anche a questioni più vicine alla nostra quotidianità, come si può uscire dal corto circuito mediatico che intontisce il disorientato telespettatore, quando da una parte si fa un gran clamore per le indagini sulle "vannamarchi" e sui "maghidonascimiento" di turno, mentre pochi minuti prima una medium si è esibita in contatti con l'aldilà nell'ora di massimo ascolto?

Chi condivide il nostro pensiero vivrebbe benissimo senza alcuna scienza occulta, ma è ovvia la libertà di ciascuno di dilettarsi nei passatempi che meglio crede. L'oroscopo avrebbe dovuto essere un divertimento, una di quelle rubriche semiserie, uno di quegli argomenti di conversazione frivola, da "rivista che si trova dal parrucchiere", come si diceva una volta, da "gossip", per essere più "in".
Ma l'eccesso che si è venuto a verificare è al limite del reato, un favoreggiamento alla truffa.
I nostri detrattori ci rimproverano di voler perfino togliere un minimo di "effetto placebo" a chi soffre e che magari trova conforto nelle palle di vetro e nei tarocchi: più di uno ci ha gridato "vergogna!". E perché mai "vergogna!" a noi? A chi abbiamo fatto del male? Chiedere centinaia di euro a persone sofferenti - per la perdita di un familiare o per una malattia - per raccontare loro di inesistenti colloqui con l'aldilà o per pronosticare guarigioni miracolose, quella sì che è una indicibile vergogna! E questi maghi che vanno in TV usufruiscono di enormi spot promozionali, che portano abbondanti introiti da responsi a pagamento. Se questi presunti detentori di poteri sovrannaturali avvertono l'irrefrenabile istinto di aiutare chi soffre, che almeno offrissero il loro "effetto placebo" a titolo gratuito, come fanno le migliaia di operatori delle associazioni di volontariato, quelli che portano conforto alla gente rimboccandosi le maniche, magari portando un pasto caldo ai barboni la notte di Natale, invece di millantare eventi strabilianti causati da forze occulte!
Vogliamo scommettere che se tutti gli interventi basati sulla conoscenza della magia e sulla capacità di predire il futuro fossero erogati obbligatoriamente ed esclusivamente a titolo gratuito, in men che non si dica si registrerebbe un repentino crollo del numero di coloro che si proclamano portatori di tali poteri?


Esistono gli asini volanti?

Arriviamo dunque al nucleo centrale della questione. Perché chi si occupa di scienza sente il bisogno di "fare qualcosa" per arginare questo scempio?
Evitiamo di lasciarci trascinare in diatribe sui particolari: ci hanno detto che siamo gelosi del loro successo, che siamo invidiosi, che abbiamo il paraocchi e ci rifiutiamo di ammettere la possibilità dell'esistenza di qualcosa di sovrannaturale. Parlando di Tv qualcuno inquadrerà quel che accade in una lotta RAI - Mediaset e inevitabilmente ci saranno interpetrazioni legate a schieramenti politici.
Tutto ciò ci porterebbe fuori tema e darebbe una visione distorta del nostro ragionamento.
Concentriamoci piuttosto su alcuni principi fondamentali.
La Scienza non è una fede e non è infallibile.
Ma se una teoria scientifica si dimostra inefficace o incapace di spiegare del tutto certi fenomeni, questa può essere sostituita solo da un'altra teoria che presenti prove e dimostrazioni migliori della precedente.
Ciò avviene quando le teorie di Einstein ampliano la visione dell'Universo di Newton. Questo non accade nel caso dell'astrologia: nessuna prova materiale viene presentata a sostegno della veridicità delle capacità di predire il futuro.
Non ci sono prove sperimentali, non c'è la riproducibilità del fenomeno, né tanto meno ci sono le verifiche oggettive.

L'assurdo si raggiunge quando si rovescia il ragionamento sulla veridicità di certi fenomeni.
Quante volte ci dicono "perché non ammettete che potrebbero esistere dei fenomi sovrannaturali, delle capacità nascoste del nostro cervello?".
Noi siamo disposti ad ammettere tutto, purchè si portino le prove!
Notate il paradosso.
Se uno scienziato o un tecnico mettono sul mercato un prodotto che non funziona (una medicina, un'automobile ….) il mercato stesso lo boccia.
Nel caso della previsione astrologica, il mercato premia un prodotto che non mantiene quel che promette (le previsioni non sono corrette, le prove e le statistiche in proposito abbondano), gli scienziati devono perfino sobbarcarsi l'onere di dimostrare che non funzionano (come fa il Cicap), e - dulcis in fundo - si prendono anche l'accusa di essere "uomini di poca fede".
C'è qualcosa di perverso in tutto ciò.

Quelle presentate dagli operatori dell'occulto sono solo delle circonvoluzioni dialettiche, non prove.
Con le parole giuste si può far credere di tutto. Anche che gli asini volano.
Ve lo dimostriamo? Ebbene, gli asini volanti esistono, frutto di una manipolazione genetica operata da scienziati pazzi durante la guerra fredda (grande idea: asini volanti addestrati per bombardare di sorpresa il nemico!). Ovviamente sono stati creati di piccole dimensioni e di colore azzurro come il cielo: sfuggono ai radar e ai telescopi (la famosa tecnologia S.F.D.: "Stealth Flying Donkeys" !!!). I pochi esemplari rimasti sono stati quasi tutti catturati dalla CIA e rinchiusi nell'Area 51 (in un recinto accanto al disco volante, ovviamente!). Solo pochi sensitivi dotati di poteri extrasensoriali riescono a percepire il passaggio dei rarissimi asini volanti in libertà: non credete agli uomini di scienza! Sono tutti in combutta, a difesa degli interessi delle multinazionali e dei militari!

Vi sentite presi in giro? Eppure in TV passano impunemente medium che parlano con i defunti, che fanno sesso con alieni, che guariscono malattie incurabili, il tutto con un tasso di credibilità non superiore alla teoria degli asini che volano, con la non rara aggravante della speculazione sul dolore altrui (malati, persone che hanno perso un congiunto, ecc.).
Dov'è il confine tra il lecito e l'illecito, tra il puro divertimento e la circonvenzione d'incapace?

Per inciso, noi crederemo volentieri agli asini che volano nel momento in cui ci sarà mostrato in modo tangibile un esemplare da studiare, o una prova inconfutabile che un certo evento si è verificato. E così sarà anche per tutti gli altri fatti e fenomeni più o meno "sovrannaturali", previsioni astrologiche comprese.


Perché non sopportiamo più l'astrologia?

La discussione sulle dimostrazioni scientifiche non può però esaurire l'argomento.
Il fruitore medio degli oroscopi e delle varie arti magiche nella stragrande maggioranza dei casi non ha mai osservato un pianeta, men che meno è in grado di giudicare la verosimiglianza degli influssi astrali. Semplicemente si legge la previsione e, con un meccanismo istintivo di selezione, si tende a enfatizzare l'evento quando "ci azzecca" e a minimizzare le inesattezze.

Ciò che provoca il profondo dissenso di chi opera in base a criteri scientifici è il veder premiata questa visione distorta del mondo.
Molti di quelli che la pensano come noi sono persone che con le scienze e la tecnica ci lavorano o almeno le hanno studiate.
Siamo persone che se sbagliano una funzione matematica vengono bocciati all'esame universitario.
Che con un calcolo errato compromettono il funzionamento di una macchinario, la stabilità di una costruzione, la sicurezza di un veicolo.

Eppure in TV vediamo senza sosta strani individui che guadagnano cifre esorbitanti (alcuni miliardi di euro l'anno è l'ordine di grandezza del giro d'affari di maghi e affini), certamente molto superiori a quelle guadagnate dai misconosciuti ricercatori nostrani, costretti ad emigare all'estero per fare carriera. E questi individui continuano a dire quello che vogliono, non sono giudicati in base alla veridicità delle loro affermazioni.
Chi ha invitato alle trasmissioni TV gli astrologi a fare le previsioni per il 2004 ha controllato cosa avevano previsto per il 2003 ?
Gli scienziati non possono sbagliare; gli astrologi sbagliano quasi tutto, ma vengono pagati 10 volte di più. Come si può non provare il desiderio istintivo di reagire a tutto questo?

E ci accusano perfino di essere sprezzanti delle idee altrui, di voler invadere spazi non nostri.
In pratica ci rivolgono contro quelli che in realtà sono i loro abusi.

Una volta per tutte: 5 + 5 = 10 . E' un dato di fatto, non una opinione. Non fa 10 perché apparteniamo ad una setta intollerante nei confronti di un gruppo rivale per il quale 5 + 5 = 20 !
Viaggereste su un aereo costruito in base al dogma "5 + 5 = 20" ?
Per farlo volare ci vuole una potenza pari a "20". Ci metto 2 motori da "5" e sono a posto (secondo il mio credo) !

E' questa la schizofrenia di un certo modo di fare informazione. Per far funzionare le cose ci si affida ai tecnici, ma nel contempo al grande pubblico si propina una mole di affermazioni, gran parte delle quali sono palesemente false, ma di ciò non ci si preoccupa.
Alla fine come si farà a distinguere con un minimo di criterio il verosimile dall'inverosimile?

La rubrica di magia presentata nell'ambito di uno spettacolo leggero può essere tollerata; l'intervista all'astrologo si può fare, purchè il presentatore o il giornalista lo incalzi per coglierne inesattezze e contraddizioni, e dia spazio ad opinioni contrapposte, o almeno mostri un minimo di capacità di critica.
Invece ogni giorno si assiste al teatrino dell'"autorevole parere" dei più "eminenti" astrologi nazionali.
Ci sono ore (ad esempio, poco prima delle 7 del mattino) in cui si possono vedere 4 oroscopi in contemporanea su canali nazionali (RaiUno, Canale 5, La7, MTv) ….. per non parlare delle emittenti radiofoniche!
Abbiamo torto a parlare di esagerazione?


Cosa pensano gli astrofili?

Astrofili: coloro che amano il cielo, che lo osservano e lo studiano per passione.
Quelli che più di altri si sentono defraudati e presi in giro.
Quelli che ogni giorno accendendo radio e Tv sentono la frase "vediamo cosa ci riservano le stelle per la nostra giornata", quando sanno bene che stelle e pianeti se ne stanno ben lontani dalle nostre faccende personali.
Quelli che dopo tante notti passate tra pazienti e complesse osservazioni astronomiche, vedono tutti i giorni in TV l'astrologo, che non ha mai guardato una stella o un pianeta in vita sua (lavorano su carte ed effemeridi), ma ne parla tutti i giorni dietro lautissimi compensi, pagati con gli introiti pubblicitari dei prodotti che acquistiamo e con il canone che paghiamo regolarmente.
Quelli a cui il giorno prima l'Assessore ha detto "sono tempi duri, non ci sono soldi per la cultura", e il progetto per l'Osservatorio Astronomico torna nel cassetto.

Com'era facile prevedere (ops, abbiamo tradito inconsapevoli capacità divinatorie?) la nostra campagna di sensibilizzazione ha scatenato un turbine di e-mail da parte degli astrofili.
Molte di adesione e incoraggiamento, diverse di critica e dissenso.
Ma in realtà anche i messaggi critici portano un messaggio di condanna totale dell'abuso dell'astrologia.
Si obietta semmai sul metodo: alcuni pensano "non ti curar di loro ma guarda e passa".
Molti temono di essere etichettati come integralisti che oppongono una fede (della scienza) ad altri tipi di fede.
Altri semplicemente sono rassegnati, perché contro le leggi del mercato non si può nulla. Se la trasmissione sull'Oroscopo ha alti indici di ascolto, se le riviste di astrologia sono lette avidamente da milioni di persone, non c'è petizione che tenga, né tantomeno si può pensare di "abolire" l'astrologia per decreto ministeriale!
Infine molti sono semplicemente scettici: iniziative come questa semplicemente non servono a nulla.

Mi pare allora utile concludere con una serie di punti riassuntivi, nell'auspicio che servano anche da spunto di riflessione sulle motivazioni, i metodi, le prospettive della nostra azione a favore dell'informazione scientifica e per una minore diffusione delle pseudoscienze esoteriche.

1) Nessuno vuole abolire l'astrologia. Sarebbe assurdo, impossibile materialmente e sbagliato eticamente. Passeremmo noi dalla parte del torto, saremmo facile bersaglio dell'accusa di censura e di clima di caccia alle streghe. Auspichiamo tuttavia una limitazione dell'astrologia ad ambiti accettabili, ed in ogni caso ben distinti dall'informazione giornalistica e dalla divulgazione scientifica.

2) La presa di coscienza di chi è contrario alla illimitata diffusione di astrologia e occultismo nelle sue varie forme. I numerosi messaggi pervenuti da astrofili, pro o contro che fossero sui contenuti della lettera aperta, sono accumunati da una stessa caratteristica: provengono da persone che ogni giorno prendono il telecomando e pensano "ma come si fa a credere a castronerie simili?".
Quanti avranno avuto pensieri come "io insegno matematica da 20 anni per 1000 euro al mese, e quello incassa i milioni per prevedere cose sbagliate!". Ma questo telespettatore, che sul momento si sente frustrato, una mosca bianca in un mondo di furbi, con le iniziative come la nostra ha la possibilità quanto meno di non sentirsi solo, ed ha un'occasione per aderire e mostrare pubblicamente il proprio dissenso. Un dissenso che era come il vapore in una pentola a pressione sigillata. Apriamo il coperchio e facciamoci sentire.

3) Le leggi di mercato. E' una conseguenza diretta del punto 2. Se cominciamo a capire che siamo tanti, possiamo anche ambire a risultati significativi. Sulle nostre pagine web i dati concreti ( http://scis.uai.it/uaiemedia/divulgazione.htm ): le trasmissioni e le riviste scientifiche sono numerose (non tutte della stessa qualità, ovvio, ma comunque rivolte ad un target ampio e significativo). La visibilità degli astrofili è andata crescendo sui media, semplicemente grazie al nostro impegno. In definitiva, non siamo uno sparuto gruppo di idealisti, ma - che ci piaccia o meno la definizione - siamo un vero e proprio "segmento di mercato". Siamo fra quei milioni di persone che guardano Superquark o che acquistano le riviste scientifiche. I pubblicitari e i responsabili dei palinsensti sanno che esistiamo. E noi abbiamo i mezzi per far sentire la nostra voce. E di ottenere dei cambiamenti.

4) Non serve a nulla? Personalmente sono sempre stato contrario alla "torre d'avorio" in cui spesso siamo autoreclusi. Non è vero, qualcosa lo si può ottenere. E' ovvio che non sono lettere e petizioni ad avere effetti immediati. Tutti siamo perfettamente consapevoli che nessuno licenzierà Branko e Paolo Fox solo per aver letto le nostre proteste. Però possiamo ottenere degli "effetti collaterali" di sicura rilevanza. La storia del Televideo ne è un esempio lampante.
E' bastato farsi avanti con pazienza e costanza. Abbiamo ottenuto la pagina 734 da dedicare all'astronomia amatoriale (isolata quasi in fondo al sommario, ma intanto abbiamo rotto il ghiaccio). Poi siamo stati spostari alla pagina 575, accanto a pagine affini già esistenti (Almanacco ed effemeridi). Infine siamo riusciti a far togliere il banner con la pubblicità dell'oroscopo che appariva inopportunamente sotto il testo astronomico.
Adesso migliaia di utenti possono usufruire di un canale informativo adeguato ai canoni da noi condivisi. E' stato solo un primo passo, ma è un successo per noi molto incoraggiante.

In questi giorni (gennaio 2004) dopo il lancio della "Lettera aperta", si sono moltiplicate le occasioni per far sentire la nostra voce anche al grande pubblico: articoli pubblicati su molte testate giornalistiche, siti web, interventi a trasmissioni radiofoniche (RadioUno e RadioDue RAI) e su emittenti televisive locali.
Centinaia di astrofili ci hanno scritto, hanno comunicato la loro adesione, hanno sentito il bisogno di comunicare la propra opinione sull'argomento.
Indipendentemente dalle strategie, che possono migliorare strada facendo, tutto questo dimostra che c'è comunque una grande voglia di uscire allo scoperto, e che ci sono opportunità per fare questo attraverso i mass-media.
Possiamo dirlo chiaramente: nessuno si illude che in seguito ad una lettera o una petizione qualche astrologo - fulminato sulla via di Damasco - abbia cambiato mestiere o che qualche funzionario incaricato dei palinsesti abolisca seduta stante la rubrica dell'Oroscopo. Ma abbiamo la possibilità, questo sì, di far vedere che se c'è un ampio mercato (e relativi indici di ascolto televisivi) intorno all'astrologia, c'è un significativo segmento della società che invece vuole leggere sui giornali e vedere in TV qualcosa di diverso. Desideriamo rendere esplicito il nostro "indice di sgradimento" per un certo tipo di trasmissioni infarcite di veggenti, e mostriamo il nostro interesse per forme di intrattenimento ed informazione più vicine ai nostri gusti.
Di pubblicazioni e di trasmissioni dedicate alla scienza ce ne sono tante: facciamole crescere ulteriormente. Solo così potremo erodere un po' di spazio mediatico alle onnipresenti previsioni astrologiche!


Ne vale la pena? Possiamo immaginare un futuro con meno Astrologia?

L'interesse per i progressi della scienza e della tecnica è potenzialmente enorme nell'opinione pubblica.

Nell'epoca dedicata all'esplorazione del suolo di Marte, come si può tollerare che ogni 5 minuti qualcuno sui mass-media ti dica che quel corpo celeste influenza i nostri sentimenti, il nostro lavoro, le guerre, la salute? Perché scaricare sul quel misterioso ed affascinante deserto freddo di sabbia e pietre le responsabilità che sono tutte del nostro cervello?

Un recente articolo di Luca Goldoni ha proposto delle interessanti riflessioni sulla percezione del futuro. Ne riportiamo alcuni brani:

martedì, 6 gennaio, 2004

Ci manca il futuro
PREVISIONI
Luca Goldoni

Più leggo le profezie sul 2004 e più m'accorgo che, dopo la toppata sull'attacco alle Torri Gemelle neppure sfiorato nelle predizioni dell'epoca, i maghi si barcamenano e prevedono il prevedibile (nuovi pacchi bomba, vagiti in Piazza Affari, clima impazzito). La verità è che c'era una volta il futuro: non faceva paura e non aveva bisogno di astrologi per essere divinato. Si chiamava Duemila, numero così perfetto che non si esauriva nella misura di un anno ma era il sogno di un'epoca. Un vocabolo così eccitante che tutti se ne impadronivano per battezzare le loro iniziative.
Progetto duemila, alfa duemila, bar duemila, vacanze duemila, lavasecco duemila.
…………………….
Sfoglio alcune riviste di cinquant'anni fa che il collega Andrea Franchini ha scovato su una bancarella: La Scienza illustrata. E trovo in quelle pagine la fremente aspettativa di questo futuro che appunto la scienza e la tecnica stavano covando.
……………………….
A noi del Terzo millennio, più che vivere di speranze, non resta che convivere con un cupo presente: terrorismo, ondate di profughi del Terzo mondo, la "nuova povertà" di casa nostra. Non abbiamo un mitico futuro cui aggrapparci. Il Tremila è lontano come la luna.


Già! Come appare lontano il "mito del Duemila", visto come l'epoca del progresso e dei grandi successi dell'ingegno umano!
Gli ultimi anni hanno visto in realtà il fiorire di una serie di pratiche essenzialmente volte ad un ripiegarsi su se stessi, ad una visione talora egoistica della vita. Le pratiche più o meno New Age sembrano tutte finalizzate al benessere …. Ma al proprio benessere! Meditazioni, cristalloterapie, cromoterapie, ricerca del relax in tutte le sue forme. E anche nell'astrologia si cerca una scorciatoia, un facile conforto alla speranza di un destino migliore per se stessi o al più per i familiari.
Si cerca ossessivamente un riscontro ai propri desideri di amore, successo, soldi, salute, carriera.

Strano, in tutti questi vaticini e terapie alternative, non mi pare di aver mai sentito "oracoli" o "diagnosi" che predicassero, che so, di cambiare vita ed andare ad aiutare i bambini poveri del terzo mondo. Che sia nascosta qui la differenza tra Fede (con la F maiuscola) e la resa passiva del nostro intelletto alle sedicenti pratiche esoteriche e sovrannaturali?
Questa società di maghi e santoni è capace di darci in futuro una nuova Madre Teresa di Calcutta?

Ma tornando a temi a noi più familiari: perché vogliamo rinunciare a quella visione del futuro ben descritto da Goldoni a proposito del "duemila"?
Non è difficile pensare che molti dei nostri lettori abbiano iniziato ad appassionarsi di scienza da bambini, magari leggendo "Dalla Terra alla Luna" di Verne, e seguendo la "corsa allo spazio" degli anni '60, vivendo con entusiasmo gli anni della conquista della Luna, aspettando in modo spasmodico l'emozione dei primi voli dello Shuttle, sognando magari sulle immagini delle enormi stazioni spaziali prefigurate da Gerard O'Neill.
(le ricordate? Non è difficile trovare le illustrazioni sul web, ad esempio: http://www.l5news.org/oneillcylinder.htm )

Oggi molte persone sanno che esistono gli astrofili, che i pianeti possono essere osservati con i nostri telescopi, dal vivo, anche senza la mediazione dello schermo televisivo.
Le sonde interplanetarie e i telescopi spaziali ci stanno aprendo nuove finestre sull'universo.
E i robot su Marte hanno monopolizzato l'attenzione dei media.
Gli applausi euforici dei tecnici della Nasa al momento dell'atterraggio dello "Spirit" su Marte, primo successo dopo delusioni e tragedie, ci hanno riportato a certe atmosfere del tempo degli Sputnik, delle navicelle Soyuz, Mercury, Gemini, Apollo: l'entusiasmo per una nuova frontiera per tutta l'umanità.
Accendiamo la Tv e invece di provare quell'istintiva repulsione per la sensitiva di turno, vediamo in diretta la superficie di un altro pianeta.
Proviamo l'entusiasmo e la curiosità per nuovi luoghi da esplorare, l'attesa per nuove scoperte e con il tempo la "ricaduta teconologica" di nuovi strumenti che in futuro entreranno nella nostra quotidianità per darci una mano a migliorare la qualità della vita.
Perché vogliamo negarci questa visione meno cupa del futuro?
Lasciamo le sfere di cristallo nei baracconi dei Luna Park, e usiamo le nostre capacità per costruire un mondo migliore….
…… perché il 3000 non sia in fondo così lontano ….

Paolo Volpini
Gennaio 2004

"Living in dreams of yesterday, we find ourselves still dreaming of impossible future conquests."
Charles Lindbergh

Le immagini che compaiono su questa pagina sono le splendide tavole tratte dal libro
PLANCHES DE L'ORIGINE DE TOUS LES CULTES, DU CITOYEN DUPUIS,
AVEC LEUR EXPLICATION.
A PARIS,
Chez H. AGASSE, rue des Poitevins, N° 18.
AN III DE LA REPUBLIQUE.

di proprietà di P.Gandolfi