Fin
troppo facile immaginare le argomentazioni: come minimo chi
sta dalla parte della scienza è un freddo razionalista,
un gelido manipolatore di quantità fisiche. Siamo stati
accusati di tutto: di non amare la poesia, il mistero, i sentimenti
umani. Di voler imporre le leggi della scienza, novelli dittatori
della mente umana. Di negare al genere umano il piacere dell'illusione
di un futuro migliore, la speranza nella fortuna e in un destino
benevolo. Di togliere alla gente sola e malata il conforto di
un pronostico favorevole, la possibilità di una svolta
nella propria vita, magari di una guarigione miracolosa. Più
frequente, l'accusa di voler imporre a tutti il nostro modo
di pensare, invadendo il campo altrui, operando una inaccettabile
censura, ammettendo un solo modo di concepire la realtà
e rifiutando di prendere in considerazione altri modelli del
mondo.
Infine,
data la presunta visione meccanicistica e deterministica dell'Universo,
siamo blasfemi, rinneghiamo l'esistenza di Dio e di Gesù.
Ecco il ragionamento più subdolo. La scienza non può
spiegare i misteriosi influssi astrali postulati dall'astrologia.
Ma non può provare neanche l'esistenza di Dio e la resurrezione
del Cristo, per cui dubitare dell'astrologia è il primo
passo verso l'eresia, la negazione stessa della Fede !
Ebbene,
finchè le misteriose forze del destino ci consentiranno
di ragionare su questa Terra, dato che a quanto pare fra qualche
tempo il Congresso Nazionale degli Astrofili si terrà
al cospetto di Satana, nel più profondo girone degli
Inferi, cerchiamo di analizzare alcune di queste accuse!
Il
rapporto tra Scienza e Fede è davvero troppo complesso
per essere affrontabile in poche righe: ovviamente molti scienziati
sono credenti, e non c'è certo incompatibilità
tra lo studio delle leggi fisiche e la scelta di vivere parallelamente
secondo un proprio credo spirituale. Saremmo comunque inevitabilmente
superficiali nel voler approfondire le implicazioni legate alla
tematica religiosa.
Limitiamoci ad affrontare la questione delle conseguenze più
terrene e quotidiane del fenomeno che condanniamo. L'assenza
di critica, di controllo e di selezione nei confronti di certi
personaggi ha lasciato via libera ad una capillare diffusione
delle più variegate attività basate su inverificabili
capacità di governare poteri e forze occulte. Si dà
spazio a tutto, dal più innocuo oroscopo generico alle
più subdole pratiche irrazionali, prive di riscontri
sulla loro efficacia. E' ben noto infatti come si abusi della
credulità popolare per sfruttare una visione distorta
della fede allo scopo di esercitare abusivamente la professione
di medico e di sacerdote. Basta rifarsi ai tanti casi smascherati
da varie trasmissioni televisive, da "Striscia la Notizia"
a "Le Iene", dove santoni, medium, guaritori e falsi
preti operavano nei loro studi o in vere e proprie cerimonie
pseudoreligiose facendo largo uso di immaginette sacre, candele
accese, rosari, statuette di Padre Pio e quant'altro servisse
ad impressionare e plagiare il malcapitato cliente.
Ma in questa sede non vogliamo entrare nel merito delle falsità,
degli inganni, degli abusi e delle verie e proprie truffe architettate
dagli operatori dell'occulto: indagini, ricerche e statistiche
sono già ben note grazie all'attività meritoria
di altri organismi (Cicap, Telefono Antiplagio, ecc.).
Il nostro pensiero è rivolto semmai alla conseguenze
dal punto di vista culturale che ricadono sulla nostra società
a causa del troppo campo libero lasciato all'astrologia.
Il naturale desiderio di conoscenza, l'entusiasmo per le nuove
scoperte, la curiosità per le nuove possibilità
offerte dal progresso e dalla ricerca sembrano affondare in
una piatta palude di intelligenze anestetizzate, dove importa
poco se si dice il vero o il falso, basta essere "carini"
e saper catturare l'attenzione del pubblico con il look, il
sex-appeal, la simpatia o il senso di mistero (per quanto artificiosamente
costruito sul nulla).
A proposito di cultura: a chi si immagina gli appassionati di
scienza come freddi aridi razionalisti che non amano la poesia,
l'ispirazione artistica, i sentimenti, rispondiamo molto semplicemente
con il sito http://astrocultura.uai.it . La volta celeste, quella
reale, quella ammirata dagli astrofili, è una splendida
fonte di ispirazione per tutte le forme d'arte, e chi guarda
il cielo dal vivo può condividere certe sensazioni per
il fatto di averle provate in prima persona, nelle lunghe notti
di osservazione, con un coinvolgimento che chi conosce le costellazioni
solo attraverso la lettura dell'oroscopo quotidiano non può
nemmeno immaginare.
Quando la "dose" quotidiana di astrologia diventa
insopportabile
Una
delle reazioni più classiche di chi difende la libertà
illimitata di esercitare l'astrologia è quella di accusarci
di ciò di cui sono responsabili loro stessi. Dicono che
noi siamo arroganti perchè imponiamo il nostro modo di
pensare. Ma in realtà sono gli astrologi che già
lo fanno.
Ci accusano di essere "invasori" della libertà
di espressione altrui, quando sono loro a soffocarci.
Il nocciolo della questione è che ormai è impossibile
- accendendo radio o TV - il NON imbattersi in un oroscopo.
Continuiamo a pagare per informazioni false e non richieste.
Ci è stata tolta la libertà di non ascoltare le
previsioni astrologiche, a meno di non cedere ad un uso paranoico
del telecomando. E siamo obbligati a subire passivamente una
valanga di superstizioni anacronistiche.
Chi
opera nel campo della divulgazione scientifica conosce bene
l'entusiasmo dei bambini quando, ospitando le scuole presso
i nostri Osservatori astronomici, possono osservate dal vivo
i crateri della Luna o gli anelli di Saturno. Ma a fronte di
una faticosa organizzazione per portare "una tantum"
una classe di fronte a un telescopio e insegnare loro le nozioni
basilari sulla reale natura dell'Universo, i minori restano
indifesi di fronte a un bombardamento mediatico che li porta
ad ascoltare in TV decine di volte ogni giorno che la posizione
di tali astri porterebbe loro soldi, successo, fortuna o sfortuna.
Tuttavia
- che sia chiaro una volta per tutte - noi non vogliamo fare
una crociata, una donchisciottesca lotta contro i mulini a vento
per auspicare una cancellazione dalla faccia della Terra dell'astrologia.
Anzi, ne siamo perfino affascinati, almeno finchè si
parla della "storia dell'astrologia": questa per lungo
tempo ha percorso un cammino parallelo all'astronomia ed ha
svolto un ruolo essenziale nell'accompagnare l'Uomo verso la
difficile comprensione dell'Universo in cui vive la propria
esistenza.
Quello che invece è inaccettabile è la presenza
costante dell'operatore delle scienze occulte, a fianco di politici,
artisti, commentatori ed esperti vari. Il parere ed il responso
del "mago", ormai abbondantemente presente anche nelle
trasmissioni dedicate all'informazione, telegiornali compresi,
è ormai elevato al rango di autorevole parere se non
di "notizia oggettiva"!
Ricordiamo una intervista ad un TG3 regionale di Peter Van Wood,
che attribuì la siccità estiva del 2003 agli influssi
planetari! La prossima notizia quale sarà? Che la guerra
in Iraq era già scritta nelle stelle, a causa dei segni
zodiacali di Bush e Saddam? Il crack della Parmalat era inevitabile,
a causa delle infauste configurazioni astrali dell'azienda?
E perché allora nessuno lo ha previsto per tempo?
E' questa una visione seria del mondo, mentre ben altri approcci
sarebbero necessari per risolvere i problemi che lo affliggono?
E restando anche a questioni più vicine alla nostra quotidianità,
come si può uscire dal corto circuito mediatico che intontisce
il disorientato telespettatore, quando da una parte si fa un
gran clamore per le indagini sulle "vannamarchi" e
sui "maghidonascimiento" di turno, mentre pochi minuti
prima una medium si è esibita in contatti con l'aldilà
nell'ora di massimo ascolto?
Chi
condivide il nostro pensiero vivrebbe benissimo senza alcuna
scienza occulta, ma è ovvia la libertà di ciascuno
di dilettarsi nei passatempi che meglio crede. L'oroscopo avrebbe
dovuto essere un divertimento, una di quelle rubriche semiserie,
uno di quegli argomenti di conversazione frivola, da "rivista
che si trova dal parrucchiere", come si diceva una volta,
da "gossip", per essere più "in".
Ma l'eccesso che si è venuto a verificare è al
limite del reato, un favoreggiamento alla truffa.
I nostri detrattori ci rimproverano di voler perfino togliere
un minimo di "effetto placebo" a chi soffre e che
magari trova conforto nelle palle di vetro e nei tarocchi: più
di uno ci ha gridato "vergogna!". E perché
mai "vergogna!" a noi? A chi abbiamo fatto del male?
Chiedere centinaia di euro a persone sofferenti - per la perdita
di un familiare o per una malattia - per raccontare loro di
inesistenti colloqui con l'aldilà o per pronosticare
guarigioni miracolose, quella sì che è una indicibile
vergogna! E questi maghi che vanno in TV usufruiscono di enormi
spot promozionali, che portano abbondanti introiti da responsi
a pagamento. Se questi presunti detentori di poteri sovrannaturali
avvertono l'irrefrenabile istinto di aiutare chi soffre, che
almeno offrissero il loro "effetto placebo" a titolo
gratuito, come fanno le migliaia di operatori delle associazioni
di volontariato, quelli che portano conforto alla gente rimboccandosi
le maniche, magari portando un pasto caldo ai barboni la notte
di Natale, invece di millantare eventi strabilianti causati
da forze occulte!
Vogliamo scommettere che se tutti gli interventi basati sulla
conoscenza della magia e sulla capacità di predire il
futuro fossero erogati obbligatoriamente ed esclusivamente a
titolo gratuito, in men che non si dica si registrerebbe un
repentino crollo del numero di coloro che si proclamano portatori
di tali poteri?
Esistono gli asini volanti?
Arriviamo
dunque al nucleo centrale della questione. Perché chi
si occupa di scienza sente il bisogno di "fare qualcosa"
per arginare questo scempio?
Evitiamo di lasciarci trascinare in diatribe sui particolari:
ci hanno detto che siamo gelosi del loro successo, che siamo
invidiosi, che abbiamo il paraocchi e ci rifiutiamo di ammettere
la possibilità dell'esistenza di qualcosa di sovrannaturale.
Parlando di Tv qualcuno inquadrerà quel che accade in
una lotta RAI - Mediaset e inevitabilmente ci saranno interpetrazioni
legate a schieramenti politici.
Tutto ciò ci porterebbe fuori tema e darebbe una visione
distorta del nostro ragionamento.
Concentriamoci piuttosto su alcuni principi fondamentali.
La Scienza non è una fede e non è infallibile.
Ma se una teoria scientifica si dimostra inefficace o incapace
di spiegare del tutto certi fenomeni, questa può essere
sostituita solo da un'altra teoria che presenti prove e dimostrazioni
migliori della precedente.
Ciò avviene quando le teorie di Einstein ampliano la
visione dell'Universo di Newton. Questo non accade nel caso
dell'astrologia: nessuna prova materiale viene presentata a
sostegno della veridicità delle capacità di predire
il futuro.
Non ci sono prove sperimentali, non c'è la riproducibilità
del fenomeno, né tanto meno ci sono le verifiche oggettive.
L'assurdo
si raggiunge quando si rovescia il ragionamento sulla veridicità
di certi fenomeni.
Quante volte ci dicono "perché non ammettete che
potrebbero esistere dei fenomi sovrannaturali, delle capacità
nascoste del nostro cervello?".
Noi siamo disposti ad ammettere tutto, purchè si portino
le prove!
Notate il paradosso.
Se uno scienziato o un tecnico mettono sul mercato un prodotto
che non funziona (una medicina, un'automobile
.) il mercato
stesso lo boccia.
Nel caso della previsione astrologica, il mercato premia un
prodotto che non mantiene quel che promette (le previsioni non
sono corrette, le prove e le statistiche in proposito abbondano),
gli scienziati devono perfino sobbarcarsi l'onere di dimostrare
che non funzionano (come fa il Cicap), e - dulcis in fundo -
si prendono anche l'accusa di essere "uomini di poca fede".
C'è qualcosa di perverso in tutto ciò.
Quelle
presentate dagli operatori dell'occulto sono solo delle circonvoluzioni
dialettiche, non prove.
Con le parole giuste si può far credere di tutto. Anche
che gli asini volano.
Ve lo dimostriamo? Ebbene, gli asini volanti esistono, frutto
di una manipolazione genetica operata da scienziati pazzi durante
la guerra fredda (grande idea: asini volanti addestrati per
bombardare di sorpresa il nemico!). Ovviamente sono stati creati
di piccole dimensioni e di colore azzurro come il cielo: sfuggono
ai radar e ai telescopi (la famosa tecnologia S.F.D.: "Stealth
Flying Donkeys" !!!). I pochi esemplari rimasti sono stati
quasi tutti catturati dalla CIA e rinchiusi nell'Area 51 (in
un recinto accanto al disco volante, ovviamente!). Solo pochi
sensitivi dotati di poteri extrasensoriali riescono a percepire
il passaggio dei rarissimi asini volanti in libertà:
non credete agli uomini di scienza! Sono tutti in combutta,
a difesa degli interessi delle multinazionali e dei militari!
Vi
sentite presi in giro? Eppure in TV passano impunemente medium
che parlano con i defunti, che fanno sesso con alieni, che guariscono
malattie incurabili, il tutto con un tasso di credibilità
non superiore alla teoria degli asini che volano, con la non
rara aggravante della speculazione sul dolore altrui (malati,
persone che hanno perso un congiunto, ecc.).
Dov'è il confine tra il lecito e l'illecito, tra il puro
divertimento e la circonvenzione d'incapace?
Per
inciso, noi crederemo volentieri agli asini che volano nel momento
in cui ci sarà mostrato in modo tangibile un esemplare
da studiare, o una prova inconfutabile che un certo evento si
è verificato. E così sarà anche per tutti
gli altri fatti e fenomeni più o meno "sovrannaturali",
previsioni astrologiche comprese.
Perché non sopportiamo più l'astrologia?
La
discussione sulle dimostrazioni scientifiche non può
però esaurire l'argomento.
Il fruitore medio degli oroscopi e delle varie arti magiche
nella stragrande maggioranza dei casi non ha mai osservato un
pianeta, men che meno è in grado di giudicare la verosimiglianza
degli influssi astrali. Semplicemente si legge la previsione
e, con un meccanismo istintivo di selezione, si tende a enfatizzare
l'evento quando "ci azzecca" e a minimizzare le inesattezze.
Ciò
che provoca il profondo dissenso di chi opera in base a criteri
scientifici è il veder premiata questa visione distorta
del mondo.
Molti di quelli che la pensano come noi sono persone che con
le scienze e la tecnica ci lavorano o almeno le hanno studiate.
Siamo persone che se sbagliano una funzione matematica vengono
bocciati all'esame universitario.
Che con un calcolo errato compromettono il funzionamento di
una macchinario, la stabilità di una costruzione, la
sicurezza di un veicolo.
Eppure
in TV vediamo senza sosta strani individui che guadagnano cifre
esorbitanti (alcuni miliardi di euro l'anno è l'ordine
di grandezza del giro d'affari di maghi e affini), certamente
molto superiori a quelle guadagnate dai misconosciuti ricercatori
nostrani, costretti ad emigare all'estero per fare carriera.
E questi individui continuano a dire quello che vogliono, non
sono giudicati in base alla veridicità delle loro affermazioni.
Chi ha invitato alle trasmissioni TV gli astrologi a fare le
previsioni per il 2004 ha controllato cosa avevano previsto
per il 2003 ?
Gli scienziati non possono sbagliare; gli astrologi sbagliano
quasi tutto, ma vengono pagati 10 volte di più. Come
si può non provare il desiderio istintivo di reagire
a tutto questo?
E
ci accusano perfino di essere sprezzanti delle idee altrui,
di voler invadere spazi non nostri.
In pratica ci rivolgono contro quelli che in realtà sono
i loro abusi.
Una
volta per tutte: 5 + 5 = 10 . E' un dato di fatto, non una opinione.
Non fa 10 perché apparteniamo ad una setta intollerante
nei confronti di un gruppo rivale per il quale 5 + 5 = 20 !
Viaggereste su un aereo costruito in base al dogma "5 +
5 = 20" ?
Per farlo volare ci vuole una potenza pari a "20".
Ci metto 2 motori da "5" e sono a posto (secondo il
mio credo) !
E'
questa la schizofrenia di un certo modo di fare informazione.
Per far funzionare le cose ci si affida ai tecnici, ma nel contempo
al grande pubblico si propina una mole di affermazioni, gran
parte delle quali sono palesemente false, ma di ciò non
ci si preoccupa.
Alla fine come si farà a distinguere con un minimo di
criterio il verosimile dall'inverosimile?
La
rubrica di magia presentata nell'ambito di uno spettacolo leggero
può essere tollerata; l'intervista all'astrologo si può
fare, purchè il presentatore o il giornalista lo incalzi
per coglierne inesattezze e contraddizioni, e dia spazio ad
opinioni contrapposte, o almeno mostri un minimo di capacità
di critica.
Invece ogni giorno si assiste al teatrino dell'"autorevole
parere" dei più "eminenti" astrologi nazionali.
Ci sono ore (ad esempio, poco prima delle 7 del mattino) in
cui si possono vedere 4 oroscopi in contemporanea su canali
nazionali (RaiUno, Canale 5, La7, MTv)
.. per non parlare delle
emittenti radiofoniche!
Abbiamo torto a parlare di esagerazione?
Cosa pensano gli astrofili?
Astrofili:
coloro che amano il cielo, che lo osservano e lo studiano per
passione.
Quelli che più di altri si sentono defraudati e presi
in giro.
Quelli che ogni giorno accendendo radio e Tv sentono la frase
"vediamo cosa ci riservano le stelle per la nostra giornata",
quando sanno bene che stelle e pianeti se ne stanno ben lontani
dalle nostre faccende personali.
Quelli che dopo tante notti passate tra pazienti e complesse
osservazioni astronomiche, vedono tutti i giorni in TV l'astrologo,
che non ha mai guardato una stella o un pianeta in vita sua
(lavorano su carte ed effemeridi), ma ne parla tutti i giorni
dietro lautissimi compensi, pagati con gli introiti pubblicitari
dei prodotti che acquistiamo e con il canone che paghiamo regolarmente.
Quelli a cui il giorno prima l'Assessore ha detto "sono
tempi duri, non ci sono soldi per la cultura", e il progetto
per l'Osservatorio Astronomico torna nel cassetto.
Com'era
facile prevedere (ops, abbiamo tradito inconsapevoli capacità
divinatorie?) la nostra campagna di sensibilizzazione ha scatenato
un turbine di e-mail da parte degli astrofili.
Molte di adesione e incoraggiamento, diverse di critica e dissenso.
Ma in realtà anche i messaggi critici portano un messaggio
di condanna totale dell'abuso dell'astrologia.
Si obietta semmai sul metodo: alcuni pensano "non ti curar
di loro ma guarda e passa".
Molti temono di essere etichettati come integralisti che oppongono
una fede (della scienza) ad altri tipi di fede.
Altri semplicemente sono rassegnati, perché contro le
leggi del mercato non si può nulla. Se la trasmissione
sull'Oroscopo ha alti indici di ascolto, se le riviste di astrologia
sono lette avidamente da milioni di persone, non c'è
petizione che tenga, né tantomeno si può pensare
di "abolire" l'astrologia per decreto ministeriale!
Infine molti sono semplicemente scettici: iniziative come questa
semplicemente non servono a nulla.
Mi
pare allora utile concludere con una serie di punti riassuntivi,
nell'auspicio che servano anche da spunto di riflessione sulle
motivazioni, i metodi, le prospettive della nostra azione a
favore dell'informazione scientifica e per una minore diffusione
delle pseudoscienze esoteriche.
1)
Nessuno vuole abolire l'astrologia. Sarebbe assurdo, impossibile
materialmente e sbagliato eticamente. Passeremmo noi dalla parte
del torto, saremmo facile bersaglio dell'accusa di censura e
di clima di caccia alle streghe. Auspichiamo tuttavia una limitazione
dell'astrologia ad ambiti accettabili, ed in ogni caso ben distinti
dall'informazione giornalistica e dalla divulgazione scientifica.
2)
La presa di coscienza di chi è contrario alla illimitata
diffusione di astrologia e occultismo nelle sue varie forme.
I numerosi messaggi pervenuti da astrofili, pro o contro che
fossero sui contenuti della lettera aperta, sono accumunati
da una stessa caratteristica: provengono da persone che ogni
giorno prendono il telecomando e pensano "ma come si fa
a credere a castronerie simili?".
Quanti avranno avuto pensieri come "io insegno matematica
da 20 anni per 1000 euro al mese, e quello incassa i milioni
per prevedere cose sbagliate!". Ma questo telespettatore,
che sul momento si sente frustrato, una mosca bianca in un mondo
di furbi, con le iniziative come la nostra ha la possibilità
quanto meno di non sentirsi solo, ed ha un'occasione per aderire
e mostrare pubblicamente il proprio dissenso. Un dissenso che
era come il vapore in una pentola a pressione sigillata. Apriamo
il coperchio e facciamoci sentire.
3)
Le leggi di mercato. E' una conseguenza diretta del punto 2.
Se cominciamo a capire che siamo tanti, possiamo anche ambire
a risultati significativi. Sulle nostre pagine web i dati concreti
( http://scis.uai.it/uaiemedia/divulgazione.htm ): le trasmissioni
e le riviste scientifiche sono numerose (non tutte della stessa
qualità, ovvio, ma comunque rivolte ad un target ampio
e significativo). La visibilità degli astrofili è
andata crescendo sui media, semplicemente grazie al nostro impegno.
In definitiva, non siamo uno sparuto gruppo di idealisti, ma
- che ci piaccia o meno la definizione - siamo un vero e proprio
"segmento di mercato". Siamo fra quei milioni di persone
che guardano Superquark o che acquistano le riviste scientifiche.
I pubblicitari e i responsabili dei palinsensti sanno che esistiamo.
E noi abbiamo i mezzi per far sentire la nostra voce. E di ottenere
dei cambiamenti.
4)
Non serve a nulla? Personalmente sono sempre stato contrario
alla "torre d'avorio" in cui spesso siamo autoreclusi.
Non è vero, qualcosa lo si può ottenere. E' ovvio
che non sono lettere e petizioni ad avere effetti immediati.
Tutti siamo perfettamente consapevoli che nessuno licenzierà
Branko e Paolo Fox solo per aver letto le nostre proteste. Però
possiamo ottenere degli "effetti collaterali" di sicura
rilevanza. La storia del Televideo ne è un esempio lampante.
E' bastato farsi avanti con pazienza e costanza. Abbiamo ottenuto
la pagina 734 da dedicare all'astronomia amatoriale (isolata
quasi in fondo al sommario, ma intanto abbiamo rotto il ghiaccio).
Poi siamo stati spostari alla pagina 575, accanto a pagine affini
già esistenti (Almanacco ed effemeridi). Infine siamo
riusciti a far togliere il banner con la pubblicità dell'oroscopo
che appariva inopportunamente sotto il testo astronomico.
Adesso migliaia di utenti possono usufruire di un canale informativo
adeguato ai canoni da noi condivisi. E' stato solo un primo
passo, ma è un successo per noi molto incoraggiante.
In
questi giorni (gennaio 2004) dopo il lancio della "Lettera
aperta", si sono moltiplicate le occasioni per far sentire
la nostra voce anche al grande pubblico: articoli pubblicati
su molte testate giornalistiche, siti web, interventi a trasmissioni
radiofoniche (RadioUno e RadioDue RAI) e su emittenti televisive
locali.
Centinaia di astrofili ci hanno scritto, hanno comunicato la
loro adesione, hanno sentito il bisogno di comunicare la propra
opinione sull'argomento.
Indipendentemente dalle strategie, che possono migliorare strada
facendo, tutto questo dimostra che c'è comunque una grande
voglia di uscire allo scoperto, e che ci sono opportunità
per fare questo attraverso i mass-media.
Possiamo dirlo chiaramente: nessuno si illude che in seguito
ad una lettera o una petizione qualche astrologo - fulminato
sulla via di Damasco - abbia cambiato mestiere o che qualche
funzionario incaricato dei palinsesti abolisca seduta stante
la rubrica dell'Oroscopo. Ma abbiamo la possibilità,
questo sì, di far vedere che se c'è un ampio mercato
(e relativi indici di ascolto televisivi) intorno all'astrologia,
c'è un significativo segmento della società che
invece vuole leggere sui giornali e vedere in TV qualcosa di
diverso. Desideriamo rendere esplicito il nostro "indice
di sgradimento" per un certo tipo di trasmissioni infarcite
di veggenti, e mostriamo il nostro interesse per forme di intrattenimento
ed informazione più vicine ai nostri gusti.
Di pubblicazioni e di trasmissioni dedicate alla scienza ce
ne sono tante: facciamole crescere ulteriormente. Solo così
potremo erodere un po' di spazio mediatico alle onnipresenti
previsioni astrologiche!
Ne vale la pena? Possiamo immaginare un futuro con meno Astrologia?
L'interesse
per i progressi della scienza e della tecnica è potenzialmente
enorme nell'opinione pubblica.
Nell'epoca
dedicata all'esplorazione del suolo di Marte, come si può
tollerare che ogni 5 minuti qualcuno sui mass-media ti dica
che quel corpo celeste influenza i nostri sentimenti, il nostro
lavoro, le guerre, la salute? Perché scaricare sul quel
misterioso ed affascinante deserto freddo di sabbia e pietre
le responsabilità che sono tutte del nostro cervello?
Un
recente articolo di Luca Goldoni ha proposto delle interessanti
riflessioni sulla percezione del futuro. Ne riportiamo alcuni
brani:
martedì, 6 gennaio, 2004
Ci
manca il futuro
PREVISIONI
Luca Goldoni |
Più
leggo le profezie sul 2004 e più m'accorgo che, dopo
la toppata sull'attacco alle Torri Gemelle neppure sfiorato
nelle predizioni dell'epoca, i maghi si barcamenano e prevedono
il prevedibile (nuovi pacchi bomba, vagiti in Piazza Affari,
clima impazzito). La verità è che c'era una volta
il futuro: non faceva paura e non aveva bisogno di astrologi
per essere divinato. Si chiamava Duemila, numero così
perfetto che non si esauriva nella misura di un anno ma era
il sogno di un'epoca. Un vocabolo così eccitante che
tutti se ne impadronivano per battezzare le loro iniziative.
Progetto duemila, alfa duemila, bar duemila, vacanze duemila,
lavasecco duemila.
.
Sfoglio alcune riviste di cinquant'anni fa che il collega Andrea
Franchini ha scovato su una bancarella: La Scienza illustrata.
E trovo in quelle pagine la fremente aspettativa di questo futuro
che appunto la scienza e la tecnica stavano covando.
.
A noi del Terzo millennio, più che vivere di speranze,
non resta che convivere con un cupo presente: terrorismo, ondate
di profughi del Terzo mondo, la "nuova povertà"
di casa nostra. Non abbiamo un mitico futuro cui aggrapparci.
Il Tremila è lontano come la luna.
Già! Come appare lontano il "mito del Duemila",
visto come l'epoca del progresso e dei grandi successi dell'ingegno
umano!
Gli ultimi anni hanno visto in realtà il fiorire di una
serie di pratiche essenzialmente volte ad un ripiegarsi su se
stessi, ad una visione talora egoistica della vita. Le pratiche
più o meno New Age sembrano tutte finalizzate al benessere
. Ma al proprio benessere! Meditazioni, cristalloterapie, cromoterapie,
ricerca del relax in tutte le sue forme. E anche nell'astrologia
si cerca una scorciatoia, un facile conforto alla speranza di
un destino migliore per se stessi o al più per i familiari.
Si cerca ossessivamente un riscontro ai propri desideri di amore,
successo, soldi, salute, carriera.
Strano,
in tutti questi vaticini e terapie alternative, non mi pare
di aver mai sentito "oracoli" o "diagnosi"
che predicassero, che so, di cambiare vita ed andare ad aiutare
i bambini poveri del terzo mondo. Che sia nascosta qui la differenza
tra Fede (con la F maiuscola) e la resa passiva del nostro intelletto
alle sedicenti pratiche esoteriche e sovrannaturali?
Questa società di maghi e santoni è capace di
darci in futuro una nuova Madre Teresa di Calcutta?
Ma
tornando a temi a noi più familiari: perché vogliamo
rinunciare a quella visione del futuro ben descritto da Goldoni
a proposito del "duemila"?
Non è difficile pensare che molti dei nostri lettori
abbiano iniziato ad appassionarsi di scienza da bambini, magari
leggendo "Dalla Terra alla Luna" di Verne, e seguendo
la "corsa allo spazio" degli anni '60, vivendo con
entusiasmo gli anni della conquista della Luna, aspettando in
modo spasmodico l'emozione dei primi voli dello Shuttle, sognando
magari sulle immagini delle enormi stazioni spaziali prefigurate
da Gerard O'Neill.
(le ricordate? Non è difficile trovare le illustrazioni
sul web, ad esempio: http://www.l5news.org/oneillcylinder.htm )
Oggi
molte persone sanno che esistono gli astrofili, che i pianeti
possono essere osservati con i nostri telescopi, dal vivo, anche
senza la mediazione dello schermo televisivo.
Le sonde interplanetarie e i telescopi spaziali ci stanno aprendo
nuove finestre sull'universo.
E i robot su Marte hanno monopolizzato l'attenzione dei media.
Gli applausi euforici dei tecnici della Nasa al momento dell'atterraggio
dello "Spirit" su Marte, primo successo dopo delusioni
e tragedie, ci hanno riportato a certe atmosfere del tempo degli
Sputnik, delle navicelle Soyuz, Mercury, Gemini, Apollo: l'entusiasmo
per una nuova frontiera per tutta l'umanità.
Accendiamo la Tv e invece di provare quell'istintiva repulsione
per la sensitiva di turno, vediamo in diretta la superficie
di un altro pianeta.
Proviamo l'entusiasmo e la curiosità per nuovi luoghi
da esplorare, l'attesa per nuove scoperte e con il tempo la
"ricaduta teconologica" di nuovi strumenti che in
futuro entreranno nella nostra quotidianità per darci
una mano a migliorare la qualità della vita.
Perché vogliamo negarci questa visione meno cupa del
futuro?
Lasciamo le sfere di cristallo nei baracconi dei Luna Park,
e usiamo le nostre capacità per costruire un mondo migliore
.
perché il 3000 non sia in fondo così lontano
.
Paolo
Volpini
Gennaio 2004
"Living
in dreams of yesterday, we find ourselves still dreaming of
impossible future conquests."
Charles Lindbergh
Le
immagini che compaiono su questa pagina sono le splendide tavole
tratte dal libro
PLANCHES DE L'ORIGINE DE TOUS LES CULTES, DU CITOYEN DUPUIS, AVEC
LEUR EXPLICATION.
A PARIS,
Chez H. AGASSE, rue des Poitevins, N° 18.
AN III DE LA REPUBLIQUE.
di proprietà di P.Gandolfi
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