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Interpretazioni


GIUSEPPE UNGARETTI

1888 - 1970

Stelle
(1927)


Tornano in alto ad ardere le favole.


Cadranno come foglie al primo vento.


Ma venga un altro soffio,
Ritornerà scintillamento nuovo.

 

Stella
(1966-1968)


Stella, mia unica stella,
Nella povertà della notte, sola,
Per me, solo, rifulgi,
Nella mia solitudine rifulgi;
Ma, per me, stella
Che mai non finirai d'illuminare,
Un tempo mi è concesso troppo breve,
Mi elargisci una luce
Che la disperazione in me
Non fa che acuire.

 

 

Sereno
 

- Bosco di Courton, Luglio 1918 -

Dopo tanta
nebbia
a una
a una
si svelano
le stelle.

Respiro
il fresco
che mi lascia
il colore del cielo.

Mi riconosco
immagine
passeggera.


Presa in un giro
immortale.

Segnalata da Gabriele Manzotti


 

Ultimi cori per la terra promessa
(Il taccuino del vecchio)

16.
Da quella stella all'altra
Si carcera la notte
In turbinante vuota dismisura,
Da quella solitudine di stella
A quella solitudine di stella.


17.
Rilucere inveduto d'abbagliati
Spazi ove immemorabile
Vita passano gli astri
Dal peso pazzi della solitudine.


Segnalata da Gabriele Manzotti

 

 

Silenzio stellato
1932

E gli alberi e la notte
non si muovono più
Se non da nidi.

Da "Sentimento del tempo"


 

 


O notte

1919

Dell'ampia ansia dell'alba
svelata alberatura.

Dolorosi risvegli.

Foglie, sorelle foglie,
vi ascolto nel lamento.

Autunni,
moribonde dolcezze.

O gioventù,
passata è appena l'ora del distacco.

Cieli alti della gioventù,
libero slancio.

E già sono deserto.
Perso in questa curva malinconia.
Ma la notte sperde le lontananze.

Oceanici silenzi,
astrali nidi d'illusione,

o notte.

da "Il sentimento del tempo"

 

 


La notte bella  
- Devetachi, il 24 agosto 1916 -

 

Quale canto s'è levato stanotte
che intesse
di cristallina eco del cuore
le stelle

Quale festa sorgiva
di cuore a nozze

Sono stato
uno stagno di buio

Ora mordo
come un bambino la mammella
lo spazio

Ora sono ubriaco
d'universo


da L'allegria - Il porto sepolto






Quale grido

( 1934 )

Nelle sere d’estate,
spargendoti sorpresa,
lenta luna, fantasma quotidiano
del triste, estremo sole,
quale grido ridesti?
Luna allusiva, vai turbando incauta
nel bel sonno, la terra,
che all’assente s’è volta con delirio
sotto la tua carezza malinconica,
e piange, essendo madre,
che di lui e di sè non resti un giorno
neanche un mantello labile di luna.

 

Da Con parole mie, di e con Umberto Broccoli
Forte dei Marmi 30 marzo 2003


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