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Poesie di
EMANUELA PONZI

vincitrice del Concorso "Federico II - La pace e i poeti tra le stelle"

Occultazione di Saturno
Dal buio..nel buio

Ciò che di tecnico c’è
Diventa una penna
tra le dita della mia anima;
questo interno stupore cosmico
La sua poesia .
La luna brilla per metà
E per metà …rimane muta.
Nell’oscurità nera
Gli anelli incoronano
La tua rotonda luce passiva.
E’ magia. E’ meraviglia.
Ed io qui
A cercare in ogni contatto umano
La consapevolezza di un valore
Che ,riflesso nella tua luce,
dà senso alla vita.
Scompari lento
Dietro il bordo spento
Di Luna
Compagna di solitudine
Umana e terrestre.
Sei già scomparso
Ma io lo vedo adesso…
Sei ormai scomparso
68 secondi
e non ci sei più.
Dal buio …nel buio.
Non c’è altra realtà
Che possa regalarmi
Un quadro più straordinario.
E dentro di me
Rimane un Buio
Che arde d’ignoto.

Brindisi,22.05.2007


Arpeggio di note blu


Scritto nell’azzurro
Di un tetto rotondo
Un senso sottile
Si appropria di me.
Mi chiama
E la mia mente si chiede “perché”.
E’ un senso che arpeggia
Con le corde della mia anima,
mentre il mio intelletto
resta ad ascoltare
e lentamente si innamora
di questa musica
così…mistero.
E’ ignoto ed insieme pace.
Il valore di un’esistenza
si sbriciola nell’abitudine
Di un esistere erroneamente scontato.
Cerco piacere puro
Semplicemente nell’essere
Di un entità autentica:
l’emozione.
Un’estasi morale
Diventa nettare dolce
Che stempera il sapore amaro
Di una realtà oscura.
Meraviglia e amore.
Meraviglia è amare.
Vivere senza amare
È come non essere mai nati.
Ed Il mio intelletto rimane
Stupito spettatore impotente.

Brindisi,17.06.2007



Vicolo Cieco

Piccoli,
Brillanti,
ridicoli puntini
accendono l’immenso.
Come calamite
Catturano sguardi.
Sguardi studiosi
Sguardi curiosi
Sguardi nulli.
Due mondi:
l’osservatore e l’osservato.
Uno è nell’altro
ma non può comprenderlo.
L’immensamente limitato
Nell’illimitato;
infinitesima parte di esso
soggetto a forze misteriose
che lo sovrastano.
Perché tutto questo?

aa 1999/2000



Ironia d’una vita

Ciò che so
È che non mi conosco.
Ciò che conosco è
…… che non saprò mai nulla
Più di quanto
Non mi racconti
L’esperienza di un fenomeno.
E non sono in grado di conoscere
nulla di questo
Per poterlo ricreare.
Perché?
Alzo gli occhi
E guardo,ora, la realtà di tempi
Da me lontanissimi.
Ho davanti a me
Un remoto passato,
nel cui tempo non ho mai vissuto
ma che posso guardare
in questo mio vivere presente.
Come?
Una luce tremola
Mi corre incontro,
la guardo…
la sua origine
si è forse già spenta
ma lei continua a correre
verso di me……

…… che non so nulla
più di quanto
non mi racconti
lei stessa.

Sono ma non mi conosco.
Vedo ciò che non c’è più.
E più cerco nello spazio profondo
Più vado indietro nel tempo passato.

Brindisi 8.01.07





La biglia striata di bianco

L’infinito si curva nei miei occhi
Ed io lo guardo
Consapevole che
Non è realtà ciò che vedo.
Percepisco una fine finta
Che mi aiuta a pensarmi
Come una misera parte
Di un tutto sospeso,
curvo,rotondo.
L’immaginazione mi proietta
Sospesa,lì
Dove io non sono
E non sarò mai.
Svincolata dal mio mondo
,così relativamente empirico
nella sua esistenza,
Sono avvolta da un buio,
Dove un raggio di sole
M’ Illumina senza diffondersi.
Sotto i miei piedi è il nulla,
un nulla che non finisce
ma io non cado.
L’assenza di aria
Risucchia via dalla mia mente
quelle scontate regole fisiche
Che la rendevano tale;
ed ora chi sono senza di esse?
Sono il vuoto…
Neanche il mio corpo
Ha più un peso.
Abbandonata
nel mio cosmico vuoto interiore
guardo questa piccola,perfetta
insignificante biglia
striata di bianco.
E’ il regalo più grande che
L’assoluto ha donato
All’uomo bambino
Per consentirgli di giocare per sempre
Con la Meraviglia.

Bari,4.05.07

 


La Via Lattea tra due mani unite …

Vorrei vedere i tuoi occhi
Fondersi con le stelle
Perché la pace di un cielo nero
È per il cuore umano
Come acqua in un’arida valle.
Vorrei portarti dove
si ascolta solo il suono del vento
per lasciare che la Natura accarezzi
il tuo essere uomo con il suo canto.
Vorrei lasciarti li ed esserti a fianco
Mentre la Via Lattea impreziosisce il buio,
Per emozionarmi nel sentire
Quanto vale
Stringere la tua mano sotto questo cielo,
Immersi nel nostro niente universale.
Vorrei saperti dire
Che la Luce dei tuoi occhi
Brilla e riscalda più di ogni Sole
In questo mondo
E che chi non vede quella Luce
Ed in essa il suo valore,
E’ perchè
Sono i suoi occhi a non saper brillare.

 

Occhi alla polare

Con gli occhi alla Polare,
gocce di colori
cadono dal cielo semisferico
per rendere omaggio
alla fine di un giorno.
Nere note alate
Risaltano nel blu
E strillano nell’aria
Coordinandosi tra loro
In una danza velocissima.
Con gli occhi verso il basso,
coppie di luci in fila
viaggiano lentamente
su duri fiumi grigi
dove piccoli ciuffi di verde
sono la voce di una Natura
che lotta per non passare inosservata.
Con gli occhi alla Polare,
Con gli occhi verso l’alto,
con gli occhi verso un mondo
che provo a cercare dentro.

Brindisi,11.05.2007


Vento d’immenso

Lo scirocco mi scuote.
La luna mi chiama.
La sua luce
è una piccola fiamma che illumina
il buio della mia ignoranza.
Quel cerchio perfetto
è la messa a fuoco del mio limite infinito.
Un ordine sovrumano
si appropria della mia mente,
mentre il mio sguardo
è meravigliosamente ammaliato
da un mondo che ci contiene
ma non ci appartiene.
Silenzio…

poi vento.
Ed una musica sublime
avvolge l’anima.

Brindisi,02.01.07 h23:55

Ventinove Marzo: Il limite umano come spunto di umiltà costante.

Intorno a noi una circonferenza
come contatto tra due distese
Tra loro parallele ed opposte
Ma paradossalmente unite
Nel limite dei nostri occhi.


Aspettiamo
Legati per sempre
nell’emozionante attesa
di quel buio mattutino.
E ci sentiamo piccoli
,nel relativismo delle nostre vite,
quando vediamo quel corpo
intaccare finalmente
uno dei due fuochi
della nostra inconsapevole ellisse annuale.

Comincia così.
Un’ emozione improvvisa
cresce in noi,
forte all’avanzare di ogni secondo;
la consapevolezza dell’evento ci paralizza
nell’evidenza palese di ciò che non siamo.
Passano i secondi
E quel nero ingoia piano
Ciò che da sempre scandisce
Il ritmo delle nostre vite.
Cavalloni ardenti
sbattono contro il muro del mio limite,
indistruttibile per natura.

E continuo a non capire:
Un’alba di mezzogiorno
Colora un cielo che si scurisce nel tempo.
Improvvisamente il sole tramonta
Trasformandosi in un buco nero,
alto nel cielo
Che si accende di stelle.

E’ un grido interiore
Che trova in gocce bollenti
L’unica forma di espressione.
Lacrime di marmo
Scolpite per sempre nei miei occhi.
E’ un’emozione che si accende in noi
Contemporaneamente come in un corpo unico.
E ci incontriamo lì,
nel nostro scuro niente interiore
Dove il tuo cuore attende consapevole
Il suono delle mie lacrime.
E’ questa la straordinaria forza collante dell’universo:
Due corpi ed un anima sola.

E ci sentiamo Niente,
Di fronte ad un’opera d’arte
Che non sappiamo comprendere
Che non sappiamo conoscere
Se non nella sola natura fisica che lo caratterizza.
Siamo il Niente ma lo siamo insieme.

Non abbiamo altra ricchezza
Se non l’esistere per gli altri,
Ed è negli altri che prende forma
La sostanza della nostra vita.

Un lampo improvviso
E torna la luce.
Ma il mio respiro
Sembra non voler tornare indietro.
Uno stupita meraviglia
Risuona in un applauso corale
Che racchiude nella forza di quel battito di mani
Un inconsapevole sentimento di umiltà
Che unisce insieme tremila persone.
E’ questa la straordinaria forza collante dell’universo:
Tremila persone ed un unico battito.

E’ un amore che non posso controllare
E lascio che ,oggi, in queste pagine
sia libero di cantare forte
per tutti coloro che riempiono ogni giorno la mia vita.


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