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Cognizioni


LA NOTTE
Tiberio Di Filippo

Sereno è il cielo. Il tremolio di stelle

nel gran silenzio della notte miro,

e mentre intento ammiro,

vola il pensier fra quelle

luci lontane nell'immenso cielo.

Che mai? quelle fiammelle,

quegl'infiniti atomi di luce

son tanti soli, di quel sol più grandi

più belli? O nostra misera dimora,

qual piccoletto punto in tanto spazio,

qual breve sei tu allora

granel di sabbia? e l'uom che in te dimora?

E se mirarti potess'io da quei

lontani mondi un punto ti vedrei

fra gl'infiniti punti,

ove qual popol di microbi l'uomo

s'affanna e lotta, ovvero agli occhi miei

nulla saresti, o terra.

Eppur quell'uomo negli abissi scruta,

e l'invisibil vede,

che natura veder non gli concede.

O notte amica, svela tu un tanto

mistero: un palpito, un sussurro, un segno

e il sitibondo e affranto

animo mio disseta un poco e placa alquanto

nel mio spirito aspra lotta.



*1941*

 

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