Sereno è il cielo. Il tremolio di stelle
nel gran silenzio della notte miro,
e mentre intento ammiro,
vola il pensier fra quelle
luci lontane nell'immenso cielo.
Che mai? quelle fiammelle,
quegl'infiniti atomi di luce
son tanti soli, di quel sol più grandi
più belli? O nostra misera dimora,
qual piccoletto punto in tanto spazio,
qual breve sei tu allora
granel di sabbia? e l'uom che in te dimora?
E se mirarti potess'io da quei
lontani mondi un punto ti vedrei
fra gl'infiniti punti,
ove qual popol di microbi l'uomo
s'affanna e lotta, ovvero agli occhi miei
nulla saresti, o terra.
Eppur quell'uomo negli abissi scruta,
e l'invisibil vede,
che natura veder non gli concede.
O notte amica, svela tu un tanto
mistero: un palpito, un sussurro, un segno
e il sitibondo e affranto
animo mio disseta un poco e placa alquanto
nel mio spirito aspra lotta.
*1941*
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