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Davide Sacquegna

Firmamento

Se le stelle chiamassi una ad una
e a ciascuna di loro chiedessi
quale sia la più grande emozione
custodita nella loro memoria,
potrei udire le voci sommesse
di infinite creature celesti
che adornano il cielo notturno.
Testimoni di nascite e morti
di galassie e sistemi solari,
mi direbbero storie sofferte
di astri ormai spenti per sempre
narrerebbero storie felici
di pianeti su cui è nata la vita
svelerebbero l'ignota bellezza
di invisibili oscuri universi.
Ma alla fine, ognuna di loro
il più intimo e caro segreto
a me solo confidare vorrebbe:
non galassie né pulsar remote
né pianeti o sistemi solari
non le quasar coi loro misteri
né l'origine dello spazio e del tempo
diede loro l'emozione più grande,
ma la pura bellezza sublime
dello sguardo di una dolce creatura
che su loro si posa ogni notte.
E quell'anima limpida e lieve
nelle stelle in silenzio contemplo.
Ammirandole, pronuncio il suo nome
ed ascolto le voci sommesse
di infinite creature celesti
che mi dicono insieme: anch'io l'amo.








Ultima notte di marzo

Luna ombrosa e sorniona
quale sogno s'inoltra
nel tepore di notti solinghe?
Questo marzo irrequieto
oggi scioglie gli ormeggi,
primavera s'affaccia sul lido
delle nostre speranze
Rugiadose carezze
un mattino sereno ci dona
E tu, mite luna pensosa
negli azzurri bagliori ti attardi
quasi a dirci il tuo affetto,
il tuo non voler partire.
Ricordi? Proprio questo fu il giorno
in cui nacque una tremula stella.
Le Pleiadi ad ovest ridevano
nel tenero ingenuo candore
di stelle bambine
Orione superbo vegliava
mentre Vega da est contendeva
lo scettro di Sirio, regina d'inverno
Ma né Sirio né Vega
né l'algida Rigel o l'Auriga veloce
il tuo sguardo sognante rapiva.
Fanciullesco stupore
adornava il tuo volto
per lei sola, la tremula stella
nata l'ultima notte di marzo.
E da allora non brami nient'altro
che stendere il tuo flebile lume
sul suo candido viso,
ammirare dall'alto
quegli occhi di donna
d'azzurro splendore ricolmi,
e con dita invisibili
i suoi lunghi capelli intrecciare.
Dolce luna d'argento
nello spazio remoto
quali mete vagheggi?
Silenziosa la notte ci avvolge
mentre guardo il tuo muto bagliore
che mi narra l'amore paziente
per quella tremula candida stella.
E anch'io posso adesso narrarti
il mio amore per lei,
la cui fragile luce vibrante
alle mie sere dà senso e calore.
Possano ora distendersi i nostri pensieri
sulle vie sconosciute del cosmo
per congiungerci a lei
in quest'ora ormai tarda
dell'ultima notte di marzo.

Per gentile concessione dell'autore


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