Gli effetti negativi dell'inquinamento
luminoso
SCIENTIFICO
E CULTURALE Nella fotografia a lato si può osservare come l’inquinamento luminoso provochi limitazioni notevoli nella visione delle stelle, impedendo agli astronomi di compiere le loro ricerche. Si pensi che si è addirittura dovuto inviare un telescopio in orbita attorno al nostro pianeta per osservare il cielo. Con gli stessi soldi utilizzati per questa realizzazione si sarebbero potuti costruire ben 100 osservatori astronomici sulla Terra. Inoltre già dal 1800, quando i principali osservatori astronomici si trovavano nelle città, si cominciò a verificare il disturbo dell’osservazione degli astri e con questo la fuga degli astronomi verso luoghi disabitati e lontani dalle luci artificiali. Prendiamo ad esempio Milano, il cui inquinamento luminoso addirittura arriva a disturbare l'Osservatorio Astronomico di Asiago (a 300 Km di distanza!!!). Gli
astronomi non possono come i fisici, i matematici, i chimici, ricreare
il fenomeno che devono studiare in laboratorio per formulare le loro
teorie, ma devono entrare in contatto con corpi celesti situati a distanze
enormi dalla Terra grazie alle onde elettromagnetiche che essi emettono
e che giungono sul nostro pianeta dopo viaggi di miliardi di anni, prima
tra tutte la luce. L’astronomo
professionista non può essere considerato dunque un contemplatore, bensì,
per citare alcune parole di Keplero, “un
corrispondente che attende lettere partite da luoghi variamente distanti
e, pur arrivandogli nello stesso giorno, gli parlano di luoghi e tempi
diversi.” Si pensi che una delle scoperte astronomiche più importanti del XX secolo avvenne in periodo di guerra quando le luci erano state schermate. Negli anni della seconda guerra mondiale (1942), beneficiando delle condizioni eccezionali dovute all'oscuramento di Los Angeles, ed impiegando delle speciali lastre fotografiche, Walter Baade scoprì le differenze tra le popolazioni stellari (popolazione II e popolazione I), nonché tra le variabili RR Lyrae contrapposte alle cefeidi classiche; queste scoperte portarono ad una generale revisione (1952) delle distanze extragalattiche nel senso di un aumento delle dimensioni dell'universo conosciuto di oltre il doppio. Ecco la richiesta espressa anche nella dichiarazione universale dell’UNESCO dei “Diritti dell’Umanità” : la difesa della volta stellata per continuare a studiarne tutti quei paesaggi e quei fenomeni che hanno determinato la conquista della conoscenza, al di là degli orizzonti della Terra, sino a raggiungere le galassie primordiali in fuga nello spazio e nel tempo. ECOLOGICO:
FAUNA E FLORA La
luce è sempre stata la base dell’evoluzione e della sopravvivenza di
tutti gli esseri viventi. Il Sole, oltre che principale fonte di luce,
è fonte di esistenza. È però l’alternanza tra buio e luce il fattore
fondamentale per la vita. Quando questo equilibrio si interrompe sugli
ecosistemi vengono provocati danni irreversibili. Sono
stati effettuati numerosi studi sul comportamento degli animali
in risposta alla luce artificiale. Gli
animali che più soffrono di questo fenomeno sono gli uccelli. Questi
infatti usano l’orientamento astronomico durante le migrazioni notturne,
le quali vengono deviate dalla presenza di forti sorgenti luminose artificiali.
È stato riscontrato a Cagliari il caso di uccelli migratori che si dirigevano
verso un potentissimo faro che per ragioni di sicurezza illuminava una
zona industriale disperdendo luce verso l’alto. Altri
animali in pericolo sono le farfalle notturne, che vengono disorientate
dalle luci, poiché impostano le loro rotte basandosi sulla Luna e sulle
stelle luminose. Le falene, attratte dalla luce artificiale, si ritrovano
in ambienti non idonei alla loro sopravvivenza, gli sciami migratori
si disperdono e vengono decimati.
Per
quanto riguarda la
vegetazione si
sono riscontrati effetti negativi sulla produzione di sostanze vitali
e sui ritmi stagionali. Anche per le piante si è osservato tramite gli
spettri che le ampie emissioni delle lampade artificiali interferiscono
con le radiazioni assorbite dai pigmenti fotosintetici. Il tipo di lampade
che più influisce sui vegetali è quello ad incandescenza e al quarzo-iodio.
Inoltre spesso si può notare che le piante situate in prossimità di
fonti luminose artificiali hanno la chioma rivolta verso i lampioni. Ecco
l’esperimento condotto da alcuni studiosi dell’Università di Padova
su due piante di Magnolia Grandiflora descritto dallo stesso professor
Andrea Roman: Gli studi che abbiamo condotto hanno evidenziato una
diminuzione dell’efficienza fotosintetica delle foglie direttamente
illuminate da una lampada ai vapori di mercurio. Ecco i risultati a
cui siamo giunti dopo circa un anno di esperimenti; abbiamo selezionato
tre zone di due magnolie, in modo tale da poter avere dei campioni di
una pianta provenienti sia dalla parte illuminata che dalla parte oscura,
e dei campioni al buio provenienti da un’altra pianta; è evidente che
l’efficienza fotosintetica (indicata con il parametro Fp) della zona
esposta all’illuminazione artificiale è significativamente inferiore
rispetto alle due zone che si trovano in condizione di buio. La conclusione
logica dello studio è che la presenza di una sorgente luminosa in prossimità
della pianta causa uno stress alle foglie che sono direttamente esposte
alla luce, alterandone il normale processo fotosintetico. Per la misura
dell’efficienza fotosintetica e quindi per l’analisi dello stato fisiologico
delle foglie interessate all’esperimento abbiamo utilizzato il metodo
dell’induzione di fluorescenza. Infatti la maggior parte dell’energia
solare che viene assorbita dalle foglie viene utilizzata per i processi
della fotosintesi, mentre il resto è dissipato sotto forma di calore
e di fluorescenza: tramite uno strumento chiamato PAM (photoamplitude
modulate fluorimeter) si è in grado di misurare la quantità di energia
emessa sottoforma di fluorescenza, che nei sistemi in vivo si aggira
intorno al 3-5% sul totale dell’energia assorbita. Ed è proprio la quantità
e la cinetica dell’emissione di fluorescenza che ci ha permesso di capire
qual’era lo stato fisiologico delle piante. Infine direi che non è azzardato
pensare che le sorgenti luminose, possano essere responsabili di un
microclima nelle foglie che sono a più diretto contatto con esse (aumento
della temperatura, dell’umidità relativa ed estensione della luce diurna)
tale da favorire il prolungamento del periodo vegetativo oltre il suo
normale termine. Certamente è auspicabile una maggior attenzione nella
costruzione degli impianti di illuminazione, in modo da evitare dispersione
di luce inutile, e soprattutto laddove è possibile utilizzare lampade
a spettro di emissione ristretto (come le lampade al sodio bassa pressione).
PSICOLOGICO
E FISICO PER L’UOMO L'effetto più evidente è il disturbo del riposo notturno. Vi è un'alterazione delle ore destinate al sonno e alla veglia che ha ripercussioni dal punto di vista metabolico e psichico. L'inquinamento luminoso provoca difetti alla vista, stress, inoltre da studi recenti sembra addirittura che l'eccessiva illuminazione impedisca al corpo di produrre melatonina, favorendo così l'insorgenza di tumori. Sono stati anche evidenziati peggioramenti nei soggetti affetti da morbo di Alzheimer. Ecco una considerazione che tutti possono fare: le grandi civiltà non si sono sviluppate nelle zone polari, dove mesi di luce si alternano a mesi di notte, ma nelle ampie fasce a nord e a sud dell’Equatore, dove il ciclo luce buio è diurno e dove i ritmi sono a misura d’uomo. ECONOMICO Il 23 febbraio 2000 è stata approvata dal Consiglio Regionale della Lombardia la Legge Regionale n°199 (Misure urgenti in tema di risparmio energetico ad uso illuminazione esterna e lotta all’inquinamento luminoso) che dopo il consenso del Ministero competente è stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia del 30 marzo 2000 come Legge Regionale n° 17 del 27 marzo 2000. Sempre
sul tema dell’inquinamento luminoso erano già stati presi provvedimenti
nelle regioni Veneto, Valle d’Aosta e ne sono stati presi più recentemente
anche dal Lazio, dal Piemonte e dalla Toscana. Oltre
che alla conservazione del cielo queste leggi conducono ad un notevole
risparmio energetico. Ecco alcuni dati:
·
Si potrebbero risparmiare 464.650 tonnellate
di combustibile
·
La bolletta energetica, per quanto riguarda
l’importazione di combustibile, sarebbe meno cara di circa 36 milioni
di Euro (77 miliardi di lire)
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Non si consumerebbero con la combustione
14.800.000 quintali d’ossigeno
·
Non si immetterebbero nell’atmosfera
13.560.000 quintali di anidride carbonica
·
Per un Comune campione di circa 50.000
abitanti si avrebbe un risparmio annuo di circa 155.000 Euro (300 milioni
di Lire) per la sola illuminazione pubblica. SICUREZZA
E'
accertato che diversi incidenti stradali avvengono, paradossalmente,
a causa dell'eccessiva illuminazione prodotta dai corpi illuminanti.
Questi ultimi infatti, abbagliando gli automobilisti con una forte luce
diretta agli occhi, contribuiscono enormemente alla perdita del controllo
della vettura. Infatti le improvvise variazioni di luce causano nella
pupilla dell'occhio umano repentine e violente variazioni di estensione
che sono causa di abbagliamento. La luce diffusa inoltre genera un fondo
luminoso continuo nelle strade che comporta un affievolimento dei contorni,
riducendo la capacità di percepire la profondità degli oggetti circostanti
come marciapiedi, banchine, pali. In caso di nebbia e umidità le condizioni
peggiorano notevolmente poiché si crea un alone impenetrabile dai fari
delle autovetture. Le luci artificiali non rendono più sicuri nemmeno
dai malintenzionati. Infatti
al di là dei coni di luce si creano effetti d'ombra che possono essere
rifugio per i criminali. Non è stata identificata alcuna relazione tra aumento di illuminazione e diminuzione
del crimine, anzi in alcune zone metropolitane londinesi e negli USA
è stato addirittura registrato un aumento degli atti vandalici nelle
zone di nuova illuminazione.
Spesso
i monumenti o le chiese dei centri storici delle città vengono illuminati
a giorno da fari puntati verso l’alto, come si può notare dalla fotografia
qui accanto, rovinando e intaccando la bellezza che era stata studiata
e realizzata dagli artisti. |
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