astrocultura
tesine
"È
noto che l'elettrodinamica di Maxwell così come la comprendiamo
attualmente quando viene applicata ai corpi in movimento, porta ad asimmetrie
che non paiono essere intrinseche ai fenomeni.
Si prenda, per esempio, l'azione elettrodinamica reciproca di un magnete
e di un conduttore. Il fenomeno osservabile, qui, dipende soltanto dal
moto relativo del conduttore e del magnete, laddove la visione tradizionale
traccia una netta distinzione tra i due casi in cui l'uno oppure l'altro
di questi corpi è in moto. Infatti, se il magnete è in moto
e il conduttore è a riposo, nelle vicinanze del magnete sorge un
campo elettrico con una certa energia ben definita, che produce una corrente
nelle posizioni in cui si trovano le parti del conduttore. Ma se il magnete
è stazionario e il conduttore è in moto, nelle vicinanze
del magnete non sorge alcun campo elettrico. Nel conduttore, tuttavia,
troviamo una forza elettromotrice alla quale di per sé non corrisponde
alcuna energia, ma che dà origine - supponendo l'eguaglianza del
moto relativo nei due casi in discussione - a correnti elettriche che
hanno la stessa direzione e intensità di quelle prodotte nel caso
precedente dalla forza elettrica.
Esempi di questo tipo, insieme ai tentativi senza successo di scoprire
un qualsiasi moto della Terra rispetto al "mezzo leggero", suggeriscono
che i fenomeni dell'elettrodinamica, come quelli della meccanica, non
posseggano alcuna proprietà corrispondente all'idea di riposo assoluto.
Suggeriscono piuttosto che, come è già stato dimostrato
al prim'ordine di quantità piccole,
le stesse leggi dell'elettromagnetismo e dell'ottica saranno valide per
tutti i sistemi di riferimento per i quali valgono le equazioni della
meccanica.
Eleveremo questa congettura (che in quanto segue chiameremo "Principio
di relatività") allo status di postulato, e introdurremo anche
un altro postulato, che soltanto apparentemente è inconciliabile
con il precedente, vale a dire che la luce si propaga sempre nello spazio
con una precisa velocità c
che è indipendente dallo stato di moto del corpo che la emette.
Questi due postulati sono sufficienti per il raggiungimento di una teoria
semplice e coerente per l'elettrodinamica dei corpi in movimento basata
sulla teoria di Maxwell per i corpi stazionari.
L'introduzione di un "etere luminifero" si dimostrerà
superflua, nel senso che la visione che sarà sviluppata qui non
richiederà uno "spazio assolutamente stazionario" dotato
di proprietà speciali, né assegnerà un vettore velocità
ad alcun punto dello spazio vuoto in cui hanno luogo i processi elettromagnetici."
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