ITALO
RODOMONTI
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Astrolabe, un'opera dell'artista per la tessera UAI 2005
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Italo
Rodomonti, il maggiore esponente della Space
Art
in Italia, ha costruito negli anni della sua lunga carriera
artistica un percorso coerente e formalmente ineccepibile
intorno ad una passione e ad un'avventura: la rappresentazione
dello spazio cosmico e la sua declinazione fondata sulla
cultura artistica della contemporaneità.
E' già stato detto come la Space Art si muova su
un crinale assai pericoloso, spesso incerto tra figurazione
ed illustrazione.
Mantenersi su questo crinale in un equilibrio che non
sia solo arzigogolo intellettuale o peggio ancora furbesca
contaminazione è stata la sfida costante con la
quale Rodomonti si è sempre misurato raggiungendo
risultati unitari artisticamente validi senza rinunciare
al suo amore fondamentale: lo spazio infinito dell'universo.
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Sappiamo che da sempre il problema della rappresentazione
dello spazio è stato al centro delle ricerche degli
artisti, i quali spesso con le loro intuizioni e le loro
espressioni figurative hanno seguito se non anticipato
la speculazioni dei filosofi e le scoperte degli scienziati.
L'omegeneità dello spazio prospettico rinascimentale,
lo spaziotempo dell'avventura cubista, microcosmo e macrocosmo
di tanta arte contemporanea.
L'artista teramano, conduce da sempre la sua ricerca non
ignorando questo retroterra culturale, affrontando in
maniera originale il felice connubio tra arte e scienza.
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"Morphing"
(dalla Manifestazione "La connessione cosmica" a
Villa Aldobrandini -Frascati 18 Marzo-6 Maggio 2004)
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Potrebbero
dimostrarlo ad abundantiam non solo i suoi rapporti con
astrofisici ed osservatori astronomici italiani e stranieri,
oppure quello che costutuisce non solo per Rodomonti ma
per la città di Teramo e per l'Italia un vero cimelio
storico: la lettera di Werner Von Braun indirizzata all'artista
con i complimenti per la sua arte, ma soprattutto un lavoro
costante, al limite della cocciutagine e dello straniamento,
per l'ostinato attaccamento ad una tematica senza senza
mai scadere nella ripetitività, anzi scandagliando
continuamente l'argomento sempre con nuove ricerche, con
la sperimentazione di nuovi materiali.
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E' stato quindi naturale, direi ineludibile, per Rodomonti
approdare, come è avvenuto recentemente, alla scultura
e alla tridimensionalità per far librare nello
spazio traettorie, corpi celesti, arcaismi cosmologici,
sempre con un occhio rivolto a ciò che accade nel
mondo dell'arte e della sperimentazione artistica. All'artista
teramano non possiamo che augurare sempre maggiori avventurosi
traguardi in piena sintonia con le misteriose ed inquietanti,
ma sempre affascinati esplorazioni dell'infinito universo.
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Romolo Bosi
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