Astronomia
Mitologia
COME
LE STELLE REGALARONO LA MUSICA ALL'IRLANDA
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Kay
McCarthy
Nata
a Dublino ed italiana d'adozione, Kay McCarthy è da
oltre vent'anni portavoce della tradizione musicale irlandese.
Famosa ed apprezzata in Italia, gode di ampia considerazione
e stima anche all'estero. Con uno stile proprio, unico ed
inconfondibile, raffinatissimo, espressivo ed alieno a qualunque
etichetta o moda di mercato, nonché abile intrattenitrice,
Kay McCarthy trae la sua ispirazione da radicati elementi
costitutivi della terra d'origine arricchita di tutte le più
aggiornate esperienze di cui è pregno il suo linguaggio,
considerato tra i più interessanti nell'attuale panorama
della musica irlandese. (continua...)
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Prima di addormentarsi
Anna si raccontava le favole, da sola, sottovoce, ad occhi
chiusi, per non vedere il buio. Ora che aveva nove anni e
sapeva leggere, non poteva, certo, farsele leggere dalla mamma
come prima. Le sue storie erano belle, interessantissime.
Quasi sempre andavano a finire come voleva lei; forse non
proprio sempre. Le figure che scorrevano insieme alle parole
erano sempre perfette.
Stasera si stava raccontando la storia della nascita della
musica.
Anna trovava strano che la musica fosse stata inventata così
tardi anche se, in un certo senso, c'era sempre stata, fin
dall'inizio: nel soffio del vento, nel mormorio del mare,
nel fruscio delle foglie, nel rombo del tuono, nello scroscio
della pioggia. Anche il linguaggio umano era musica : la voce
che saliva, che scendeva, il ritmo di un discorso, e poi,
c'era la musica nel canto degli uccelli delle
come diceva
la maestra?.. ah sì, zone temperate, come l'Irlanda.
Prima, però, non cantavano; gracchiavano, come gli
uccelli tropicali che avevano visto.. e sentito
allo
zoo. Sì, una volta anche gli uccelli delle zone temperate
stridevano così.
Era passato tanto tempo dalle origini ma gli esseri umani
non avevano ancora inventato la musica. Anche quando gli uccelli
boreali ebbero il dono del canto e ci fu quella terribile
ribellione di quelli dei tropici, con disordini in tutte le
foreste, gli esseri umani non avevano ancora concepito la
musica. Gli uccelli tropicali non ottennero il canto, ma in
compenso delle piume stupende!
Per la musica umana ci vollero le stelle e il Dagda Mór,
il grande padre dei Tuatha Dé Danaan, il Popolo della
Dea Danu.
Anna dipinse con la mente la mappa delle stelle e si concentrò
sulla piccola costellazione del Triantán . La musica
era nata lassù, in quella minuscola costellazione ,
lì in alto, appena sopra all'Ariete.
A quei tempi, la dea di Triantán, Sleasa , dea della
misura e dell'armonia, ebbe pietà degli abitanti della
terra, specialmente dei Tuatha Dé Danaan,che abitavano
l'Irlanda. Che vita sarebbe stata senza la musica?
Non potendo contattare Dagda direttamente, Sleasa decise di
mandargli dei suoni. Uno da ciascuna delle sue tre stelle.
Disegno di Marco Scalia: bozzetto per la scenografia dello
spettacolo "Rianta" che conteneva la storia.
Notizie
sull'autore
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La prima stella si chiama Goltrai la Melanconica, colei che
piange. Vestita di azzurro è la stella più triste
del creato. Quando canta fa piangere tutte le stelle e le
loro lacrime precipitano sulla terra, bagnando tutto e tutti.
Una volta cantò per ben quaranta giorni, per poco non
affogò tutti gli abitanti della terra. Sleasa fu costretta
a rimproverarla.
La seconda stella, Geantrai, la Gaia , l'allegra, non rassomiglia
affatto alla sorella. E' vestita di rosso. Ride sempre e contagia
tutti gli astri. A volte esagera, e il cielo e le terra si
mettono a ballare. Davvero pericoloso. La terza, che indossa
vesti gialle, è di una pigrizia sconvolgente. Dorme
sempre. Si chiama Suantrai, la Soporifera. Ogni tanto si sveglia
e canta. Le sue melodie sono così tranquillizzanti
che tutte le stelle cominciano a sbadigliare e stiracchiarsi.
A volte, però, c'è il pericolo che si addormentino
del tutto. Un vero guaio. Il sole si dimentica di sorgere,
la luna non appare, le stelle chiudono gli occhi. Un disastro.
Una notte, Sleasa decide di trasmettere la musica agli Irlandesi,
e sceglie di inviare i suoni della costellazione al Dagda
Mór mentre dorme. Lo cattura nella grande rete delle
comunicazioni e lo fa salire in cielo. Lui non si accorge
di niente. Crede di sognare, di essere un gigante e di camminare
tra le stelle. Ce ne sono dappertutto sotto i piedi, nei capelli.
Poi sente dei suoni mai sentiti prima. Suoni bellissimi. Suoni
organizzati! Non gli sembra vero. Ascolta in estasi. Non si
vorrebbe svegliare mai, ma
si sveglia!
E accanto a sé trova uno strumento con tre corde, una
cetra. Tocca la prima corda, quella azzurra, ed ecco che sente
la voce di Goltrai. Poi fa vibrare la seconda, la corda rossa,
ed ecco che sente la musica di Geantrai. Poi, il grande Dagda
sfiora la terza corda, quella gialla, e sente la voce di Suantrai.
Si sentì in pace con sé e con l'universo, avvertì
un'inenarrabile sensazione di equilibrio, di quiete e di appartenenza
al tutto, frutto della felice fusione tra i tre colori delle
stelle e i tre modi della musica, una dolce beatitudine simile
a quella che, in sogno, l'aveva sorpreso mentre camminava
tra gli astri. Poiché era il dio buono dell'abbondanza
e delle generosità, decise di fare dono dei tre temperamenti
della musica agli abitanti della sua isola.
Così Sleasa della costellazione del Triantán
regalò la musica all'Irlanda.
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Per cortese concessione dell'autric
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