La
luna nuova e la luna vecchia
Fiaba africana
Tutti sappiamo che quando la Luna esce illumina il buio, e
allora il buio se ne va via.
Poi spunta il Sole, che scaccia la Luna, scavandola a poco
a poco con il suo coltello, finché le lascia soltanto
la spina dorsale.
Allora la Luna torna a casa sua, tutta dolorante, ma, in pochi
giorni, diventa una Luna nuova e si sente come se avesse messo
una pancia nuova; allora riprende a camminare attraverso il
cielo, finché diventa tonda e luminosa e ritorna il
Sole per scacciarla un'altra volta.
Aldebaran
e i cammelli celesti
Fiaba araba
Aldebaran,
l'astro più luminoso della costellazione del Toro,
si innamorò di Elettra, la stella più bella
delle Pleiadi, e andò a chiedere la sua mano portandole
in dono una mandria di cammelli; sennonché lungo la
strada fu attaccato da un altro pretendente, Alcione.
La dura lotta non è ancora finita: ancor oggi nelle
notti serene è possibile vedere l'azzurra Elettra inseguita
dal rosso Alcione e da Aldebaran con la sua grossa mandria
di cammelli celesti, che forma la costellazione delle Pleiadi.
I
due carri del cielo
Jacob e Wilhem Grimm
Hans
il giovane gigante era molto buono e servizievole. Si prestava
volentieri a fare qualsiasi lavoro e, grazie alla sua forza
enorme, faceva da solo più di una dozzina di uomini.
Però poi esigeva che i patti fossero rispettati e,
se qualcuno cercava di approfittare del suo buon carattere
per imbrogliarlo, gli saltava la mosca al naso e diventava
pericoloso.
Una volta un carrettiere cercò, con dei pretesti, di
dargli molto meno di quanto era stato pattuito. Hans lo mise
sul suo carro e lo scaraventò nel cielo; poi prese
la moglie, la mise su un altro carro e scaraventò in
cielo anche lei. Però la donna, siccome era più
leggera, arrivò molto più in alto del marito.
L'uomo si vide sorpassare, ma non potè fare nulla per
fermare il carro della moglie.
Da allora i due, per non aver voluto pagare il giusto al giovane
gigante, continuano a correre per il cielo senza mai potersi
raggiungere. Gli astronomi li hanno chiamati il Grande Carro
e il Piccolo Carro.
L'astronomo
distratto
Esopo
Un
astronomo era solito uscire di notte per osservare le stelle;
ma una volta, mentre era tutto assorto dallo spettacolo del
firmamento, non badò a dove metteva i piedi e finì
dentro un canale.
Un passante udì le sue grida e accorse a tirarlo fuori.
""Come pretendi di scoprire cosa c'è nel
cielo"" gli disse ""se intanto non sei
capace di vedere neppure ciò che hai sotto il naso?""
Così tanti uomini, per inseguire i loro sogni, si dimostrano
incapaci di affrontare la realtà.
I
fiori della Luna
Leggenda trentina
Sulle
Dolomiti viveva un principe che desiderava più d'ogni
altra cosa andare sulla Luna, affascinato dal suo soave chiarore.
Riuscì a realizzare il suo sogno e, una volta lassù,
scoprì che a emanare quella luce incantata era la bellissima
figlia del re.
I due giovani si innamorarono, ma i loro mondi erano troppo
diversi e presto dovettero separarsi. Lei gli diede come pegno
d'amore uno di quei fiori vellutati che coprivano la Luna
come neve: e fu quella la prima stella alpina.
Il
Sole e la Luna
Leggenda araba
Un
tempo, anche la Luna era come il Sole; ma così c'era
sempre luce e gli uomini non potevano distinguere il giorno
dalla notte. Ne succedevano di tutti i colori: la gente non
sapeva quando alzarsi o mettersi a dormire. Il Signore se
ne accorse e ordinò all'arcangelo Gabriele di allargare
le sue ali e con esse velare la Luna, per smorzarne la luce.
I segni che si vedono sulla superficie lunare sono appunto
i graffi lasciati dalle punte delle lunghe ali dell'angelo.
Perché il Sole e la Luna vivono in cielo
Fiaba africana
Tanto
tempo fa il Sole e la Luna, che erano sposati, vivevano anche
loro sullaTerra ed erano grandi amici del Mare. Un giorno,
quando invitarono l'amico a casa loro, il Mare esitò
temendo che in casa dei due non vi fosse abbastanza posto,
ma gli sposi lo rassicurarono.
Il Mare andò, con i pesci e tutti quelli della sua
famiglia, e subito l'acqua prese a salire sul pavimento della
casa, così che il Sole e la Luna, per non annegare,
dovettero rifugiarsi prima sul tetto e infine nel cielo, dove
rimasero per sempre.
Giacomino e la cometa
Jerome K. Jerome
Giacomino
era uno scolaro un poco tardo, ma in compenso era pieno di
buona volontà e si interessava sempre di tutto. Quando
il maestro a scuola parlò della cometa, lui fece un
sacco di domande.
"Quando viene la cometa?"
"E' già venuta. Non l'hai vista?"
"No, signore, ma mi piacerebbe. Come posso fare per vederla?"
"La puoi vedere anche stasera, basta che tu esca nell'orto."
Il giorno dopo il maestro chiese al ragazzo se aveva visto
la cometa, ma Giacomino scosse la testa:
"Macché! Sono andato nell'orto, ma non l'ho vista."
"Non avrai guardato bene" si stupì il maestro.
"No, signore" protestò Giacomino "ho
guardato benissimo e almeno per mezz'ora"
"Possibile? Dove hai guardato?"
"Dappertutto!" affermò il sempliciotto. "Sotto
gli alberi, nel pergolato, tra i cespugli di rosmarino; e
se la cometa ci fosse stata l'avrei vista, tanto più
che avevo preso la lanterna. Però
."
"Che c'è, Giacomino?"
"Temo di aver dimenticato di accenderla. E' per questo
che non ho visto la cometa?"
Segnalazione di Tiziana Garofalo
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