La
seconda caduta di una meteorite in Sicilia, sud Italia,
avvenne intorno alle ore 01.00 pm di sabato 16 Luglio
1955, vicino Camarò, un villaggio a circa 2 miglia
ad ovest di Messina. Un uomo, che si trovava a casa verso
quell'ora, udì un tonfo immediatamente seguito
da un boato; uscì per ispezionare l'area intorno
alla sua casa e notò che una bassa pila di rocce
spaccate, preparate per alcune riparazioni stradali, era
stata colpita da una pietra di color nero delle dimensioni
di un ananas. La pietra non aveva creato un cratere, ma
era penetrata per circa 20 cm. nella pila di pietre rotte,
dove fu trovata divisa in tre frammenti maggiori a lato
di altri molto più piccoli. Questi ultimi, sfortunatamente,
non furono salvati.
Due giovani, mentre stavano lavorando separatamente sui
pendii di un bosco di pini a circa 2 km. dal punto di
impatto, notarono entrambi una luce brillante, almeno
tanto intensa quanto il sole " al di sopra degli
alberi ". Guardando in cielo dissero: " una
palla di fuoco apparentemente sospesa in aria, ma rapidamente
crescente in dimensioni - probabilmente si trovavano in
linea con la meteora - " finchè realizzarono
che era caduta. La meteorite venne recuperata e pesata;
la massa maggiore era di 2025 grammi, seguito da altri
2 frammenti di 338 e 42 grammi. Il frammento maggiore
fu tagliato per analisi fisiche e chimiche, il frammento
più piccolo fu usato per ottenere varie analisi
in fluorescenza e raggi X mentre un pezzo di 52 grammi
fu spedita al Dipartimento di Scienze Minerarie allo Smithsonian
Institute a Washington.
Le
dimensioni della meteorite ricostruita nei tre pezzi,
misurava 18 x 14,5 x 13.8 cm. La meteorite presentava
una superficie incrostata e frontalmente scura, ed una
superficie posteriore senza crosta, dove si vede la matrice
interna di un colore grigio chiaro. Le facce della meteorite
sono quasi piramidali, con diverse altezze, unite irregolarmente
alla base e con i vertici opposti troncati di poco e con
angoli inclinati. Le facce della piramide più piccola
appartengono alla superficie prima della rottura della
pietra, e costituiscono la superficie frontale del meteorite.
Su due di queste facce si osservano alcune aree scheggiate
e una depressione simile ad un cratere, larga e incompleta.
Inoltre si notano vari regmaglipti e vari solchi irregolari.
Le due facce della piramide esterna più alta sono
piane e non presentano regmaglipti.
Messina è una meteorite compatta di un colore grigio
cenere nelle aree senza crosta, e contiene generalmente
condrule non definite. Ad occhio nudo esse hanno misure
che si aggirano dai 2 mm e massimo 5 mm di diametro in
rari casi. Solo una unica condrula è stata osservata
di 10 mm di diametro. La superficie presenta poche tracce
di Ferro e Nickel, con particelle di troilite. La crosta
della meteorite è tipo vitreo con delicate scanalature
o rilievi presenti anche in alcune regmaglipti ed in prossimità
dell'area posteriore. Generalmente queste scanalature
raggiungono il mezzo millimetro in profondità ed
altezza e si sviluppano per 20-30 mm di lunghezza; mostrano
anche uno sviluppo non ondulato radiale nei regmaglipti.
Alcune facce con crosta sono scheggiate da piccoli "
nodi ", fino a 1 mm di lunghezza, che si proiettano
verso la crosta e rappresentano noduli e particelle di
metallo. Su tutta la crosta sono visibili dei piccoli
pori, di circa 0,1 mm, spesso chiusi da piccole cavità
simili a crateri, ed abbondantemente scheggiati tra linee
e nodi. Alla sommità di tali pori si osservano
minuscole aperture. La superficie posteriore della pietra
presenta larghe aree di grigio luminoso, croste mancanti.
Lo studio al microscopio mostra che la matrice è
composta da granelli di olivine e orthopysoxene con limiti
irregolari, granuli irregolari di Ni - Fe metallico e
troilite, fino a 0,7 in diametro, sono sparsi nella matrice
tanto quanto nelle condrule. Le condrule, come si è
detto prima, sono arrotondate, e si stima che circa il
42% del meteorite in volume è composta da condrule.
La condurla di 10 mm di diametro è presente nel
frammento di medie dimensioni, è di forma ovoide
e consiste per larga parte di olivina. Alcune condrule
presentano una bordatura scura completi di troilite e
a volte questa forma un doppio anello, che racchiude condrule
che sarebbero difficilmente visibili. La matrice mostra
clast trasparenti di silicati, più o meno riempiti
con inclusioni opache. In certi casi i limiti dei silicati
presenti in prossimità di metalli o troilite mostrano
punti o vene vitree scure irregolari, disseminate di goccioline,
globuli o tracce di Fe - Ni metallico e troilite. Tali
vene sono interpretate quali prodotto di fusione lungo
una zona tranciata o fratturata, o quale prodotto di fusione
dal calore. Alcune goccioline, bolle o globuli di Fe -
Ni metallico nelle venature vitree scure erano chiaramente
strette nelle fratture formatesi da poco. La composizione
mineralogica della Messina presenta i seguenti componenti:
olivine, orthopyroxene e clynopyroxene, plagioclasi, merillite,
vetro, kamacite, taenite, plesside, troilite, cromite,
chalcopyrhotite e machinavite.
La composizione chimica della meteorite di Messina indicano
che appartiene al gruppo L delle chondriti ordinarie e
del tipo 5 petrologico. Una questione di particolare interesse
è la presenza di punti o vene dove vetro scuro
secondario è scambiato con goccioline, bolle di
metallo o sulfidi, abbastanza spesso con strutture di
flusso. Il vetro, spesso portante goccioline, è
qualche volta compresso o iniettato per riempirsi di venuzze
che sembrano essersi aperte contemporaneamente alla formazione
di vetro scuro. Si pensa che tutto questo possa essere
successo a causa di rigorose collisioni, responsabili
dell'apertura di tali micro-fratture che si sono immediatamente
riempite di vetro. La massa maggiore della Messina di
gr.1972 non si capisce come possa essere andata a finire
al British Museum di Londra e come nessun pezzo sia conservato
in Italia. Ora l'unico pezzo della Messina è conservato
nella mia collezione privata ed è una fetta con
crosta di 6.908 grammi proveniente dal British Museum
e un fine pezzo con crosta di 1.7 grammi sempre proveniente
dalla mia collezione, scambiato con l'Università
di Roma, altri pezzi non sono presenti in Italia. Il Museo
di Vienna possiede 21 grammi, il pezzo conservato a Washington
è di 45 grammi, altri 6 grammi sono conservati
presso l'FNMH di Chicago e 1 grammo presso la collezione
di R.Bartoschewitz.