Astronomia
Avvenimenti
VISITA
A CASTELFRANCO VENETO, NELLA CASA DETTA
" DI GIORGIONE"
L'astronomia nei fregi delle arti liberali e meccaniche
Il fregio, eseguito
in monocromo di terra ocra gialla occupa una fascia di m0,78
x 15, sulla parete est e di m0,76 X 15,74 su quella ovest
lungo le pareti maggiori della sala principale.
Si presenta quasi come un compendio della cultura veneta
ai tempi di Giorgione, che la tradizione vuole sia nato
in questa casa intorno al 1477 - 1478.
L'attribuzione dei fregi al grande pittore è comunque
controversa.
Si tratta di
allegorie, scelte forse dal committente, proprietario della
casa, forse un patrizio o un ricco mercante.
La prima parte del fregio riporta libri e oggetti per scrivere.
Le numerose immagini di libri sembrano quasi ribadire la
funzione del libro come fonte e deposito del sapere, il
valore e l'importanza del testo scritto.
Segue una sequenza di immagini riferentesi all'astrologia
e all'astronomia: una sfera celeste con i simboli dello
zodiaco (vi compaiono, tra il Sole e la Luna, i segni dell'Ariete,
dello Scorpione, del Cancro, dei Pesci e della Bilancia),
un sestante, strumento usato in navigazione per orizzontarsi,
e una sfera armillare che reca alla base il cartiglio "Sphera
mundi". Si tratta di uno strumento a cerchi concentrici
mobili, simulanti le orbite planetarie ruotanti attorno
al piano dell'equatore celeste, usato nel Rinascimento e
anche in seguito per eseguire calcoli astronomici ed astrologici.
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Le immagini
del fregio, come quelle che seguono, sono copiate quasi
alla lettera dalle xilografie che illustrano la "Sphaera
mundi" del Sacrobosco, pubblicata a Venezia nel 1488.
I due tondi sovrapposti seguenti rappresentano l'eclissi
di Luna e l'eclissi di Sole, con le rispettive didascalie,
raffigurazioni di orbite planetarie, un astrolabio cinto
di nastri e strumenti di misurazione: squadre, compassi
da ingegnere e astronomici.
Vi sono molte
analogie tra queste immagini e certi attributi dei protagonisti
di un'opera celebre di Giorgione: i "Tre
filosofi", che recano in mano pergamene con disegni
di eclissi e di orbite e compassi per misurare.
Se le circonvoluzioni planetarie evocano l'" armonia
delle sfere", le epigrafi seguenti vi fanno immediato
riferimento ed esaltano, per contrasto, la ragione, il senno,
la prudenza: QUI IN SUIS ACTIBUS RATIONE DUCE DIRIGUNTUR
IRAM CELI EFFUGERE POSSUNT e FORTUNA NEMINI PLUS QUAM CONSILIUM
VALET
(Scamperanno all'ira del cielo - cioè alla sfortuna
- coloro che nelle loro azioni si lasciano guidare dalla
ragione - e - Per nessuno la fortuna è preferibile
alla prudenza).
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La seconda massima è tratta dalle Sententiae",
222, di Publilio Siro, capovolgendo il senso della frase
"Fortuna hominibus plus quam consilium valet"
in nome della razionalità umanistica. Il senso generale
dei motti sta infatti in un'esaltazione della ragione che
deve prevalere sui capricci della fortuna e sulle predizioni
astrologiche. In tal senso dev'essere superata anche l'antica
superstizione secondo la quale i movimenti dei pianeti o
le posizioni dei corpi celesti possono influire positivamente
o negativamente sul comportamento dell'uomo.
Nel medaglione che, analogo al primo, compare tra le due
tabelle, un vecchio barbuto reca un copricapo ricadente,
all'occidentale, e secondo alccune interpretazioni dovrebbe
rappresentare Mosè.
Da una pubblicazione edita dal Comune
di Castelfranco Veneto dal titolo Castelfranco Veneto, la
città di Giorgione (Treviso) 2003.
Segnalata da Enrico Stomeo
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