Astrologia? No, grazie!

 

Pierre Bayle, scettico del Seicento
A proposito di fenomeni celesti e paure irrazionali
di Sergio D'Amico


Questo articolo è stato pubblicato su Scienza& Paranormale,
rivista del CICAP, Comitato Italiano per il controllo delle Affermazioni sul Paranormale, novembre-dicembre 1998.
Grazie per la gentile concessione.

E' opinione universalmente diffusa che il pensiero scettico, nella forma in cui lo conosciamo noi moderni, abbia preso le mosse in seguito all'introduzione del Metodo Sperimentale da parte di Galileo Galilei, e si sia poi sviluppato pienamente nel corso del Secolo dei Lumi.
Tuttavia, fra questi due importantissimi avvenimenti storici, non sono mancati altri esempi isolati, più o meno noti, di uomini di cultura che hanno attaccato le credenze e le superstizioni del loro tempo in nome di un sano razionalismo e della volontà di perseguire una conoscenza oggettiva dei fenomeni naturali.
Fra questi personaggi, spicca lo storico e filosofo francese Pierre Bayle ( 1647 - 1706 ), che nel 1682 pubblicò quella che è, certamente, la sua opera più nota :
"Pensées diverses sur la Comète".

Questo scritto, che trae spunto dall'apparizione di una cometa nei cieli europei nel dicembre di due anni prima, rappresenta una critica serrata dei pregiudizi che regnavano sovrani in tutti gli aspetti della vita civile, francese e non, alla fine del XVII secolo.
La lettura di questo testo risulta interessante anche alle soglie del Terzo Millennio, in quanto dà la possibilità di realizzare come, a distanza di oltre tre secoli, le tematiche e le situazioni che uno scettico si trova a dover affrontare siano rimaste ( purtroppo ! ) praticamente invariate.
Pertanto, è senza dubbio illuminante leggere alcuni brani, particolarmente significativi, della suddetta opera e confrontarli mentalmente con quanto scritto ed operato dai membri del CICAP e di altre organizzazioni similari.

L'analisi esposta qui di seguito è stata condotta sulla traduzione italiana del manoscritto di Bayle, da cui provengono, altresì, i brani riprodotti ( "Pensieri sulla cometa", Universale Laterza n° 546 - 547, Editori Laterza, Roma - Bari, 1979 ).


Analisi critica del fenomeno

Il punto di partenza dell'analisi di Bayle è la spiegazione razionale del fenomeno cometa secondo la teoria scientifica allora più attendibile, e, cioè, quella cartesiana ( Newton non aveva ancora pubblicato i suoi studi sulla Gravitazione Universale, e quest'ultima avrebbe incontrato molte resistenze nel farsi accettare, soprattutto in Francia ). Secondo questa teoria, le comete erano corpi celesti che, all'avvicinarsi al Sole, perdevano parte della materia che le costituiva sotto forma di fluidi che evaporavano, formando, così, la chioma e la coda ( ipotesi, questa, non molto lontana dalla realtà ! ). Così facendo, Bayle spoglia di ogni aura di soprannaturale questo fenomeno, ed ipotizza che tutte le eventuali influenze che le comete possano avere sulle vicende umane siano dovute ad interazioni fra gli esseri umani e gli "atomi" emessi da questi oggetti celesti.
Tuttavia, il Nostro boccia decisamente quest'ultima ipotesi, in quanto, per poter produrre effetti così complessi su un numero elevato di persone, questi "atomi" dovrebbero agire di concerto fra loro, neanche fossero dotati di una qualche forma di intelligenza ; cosa, questa, decisamente assurda.
Ma, allora, stando così le cose, come mai le comete erano universalmente ritenute annunciatrici di grandi sventure per l'umanità ? Bayle articola la sua risposta su due punti : innanzitutto, non è affatto vero che disgrazie come guerre, inondazioni e carestie si verifichino puntualmente in occasione delle apparizioni delle comete, e, in secondo luogo, quando ciò accade, l'animo umano è pronto ad interpretare come presagi delle semplici coincidenze :

Se appariva una cometa nel momento in cui si voleva dichiarare guerra a qualche principe confinante, era facilissimo indurre gli astrologi a dichiarare che quella cometa minacciava in modo particolare quel principe, o a dire con tutta serietà ciò che Vespasiano affermò, forse scherzando, di una certa cometa apparsa durante il suo regno : che "era il re dei Parti con la sua lunga capigliatura a esserne minacciato e non lui, che portava i capelli corti". ( Pag. 148 ).
(...) qualsiasi cosa si vorrà scegliere, è altrettanto probabile che dopo alcuni anni accadano in qualche luogo della terra grandi calamità, quanto è probabile che in un ora di un qualsiasi giorno, un cittadino di Parigi, affacciandosi dalla sua finestra sul ponte Saint - Michel, per esempio, veda passare gente per la strada. Non per questo però gli sguardi di questo signore eserciteranno una qualche influenza sulle persone che traversano il ponte, che indubbiamente lo traverserebbero anche se quello non si fosse affacciato alla finestra. ( Pag. 57 ).

Come si è visto, il nostro autore dà la responsabilità della diffusione di queste false credenze all'astrologia, la quale attribuisce agli astri proprietà che essi non hanno, in nome di un'interpretazione arbitraria dell'aspetto della volta celeste :

Se una cometa ci appare in corrispondenza con certe stelle, chiamate dagli antichi Vergine (...) le nostre donne dovrebbero essere sterili, abortire o non trovare marito ?
(...) E' stato solo per un capriccio che si è rappresentato questo segno con una figura di donna, perché in realtà non somiglia più di un altro alla figura umana. (...) Ed infine quand'anche fossimo in grado di far tutte queste sottili distinzioni e sapere con sicurezza che un certo numero di stelle sono disposte in maniera tale da formare una figura di fanciulla, ne potremmo dedurre il fatto che esse comunicano a un corpo, forse distante trenta milioni di leghe, un influenza sfavorevole alla moltiplicazione del genere umano ? ( Pag. 45 ).
Se avessimo una giusta idea dell'universo, allora comprenderemmo anche che la morte o la nascita di un principe è, nei confronti dell'universale natura delle cose, un avvenimento così piccolo da non disturbare il cielo.

( Pag. 155 ).

Critica dell'astrologia


Come si è appena visto, il principale bersaglio della polemica di Bayle è rappresentato dall'astrologia, giustamente considerata dall'autore come la maggiore responsabile delle paure e del panico provocato fra la gente, anche di alto rango, dal manifestarsi dei fenomeni celesti.
A questo proposito, il Nostro nega ogni validità al principio del Vox Populi,Vox Dei , secondo il quale l'autorevolezza dell'astrologia deriverebbe dal fatto che un gran numero di persone ne riconoscono la validità :

"
Il mio scopo principale è infatti quello di screditare l'autorità delle opinioni che si fondano soltanto sulla maggioranza dei consensi, e il modo migliore per assolverlo è quello di mostrare che l'astrologia, pur non essendo mai arrivata a fondarsi su un principio che fosse almeno probabile, sia tuttavia riuscita a infatuare di sé in ogni secolo la maggior parte delle persone. Se ora guardiamo l'altra faccia della medaglia, possiamo giustamente affermare che, nonostante il consenso concesso da tanti all'astrologia, è falso e ridicolo aver fede nelle sue predizioni (...) aggiungerò che, tenendo conto dei molti errori generalmente diffusi, non c'è uomo che non abbia il diritto di esigere che si ascoltino le sue idee, anche se fosse il solo ad averle ; salvo, per coloro che lo ascoltano, di sapersene difendere con un approfondito esame e non con le prescrizioni o con il pregiudizio del loro numero" ( Pag. 56 ).

"D'altronde, afferma Bayle, è facile riconoscere come questo diffuso consenso verso l'irrazionale non derivi da un convincimento maturato singolarmente da ciascuno, quanto, invece, da un ottuso conformarsi alle idee di pochi :

Peccato che non si possa vedere che cosa passi nella mente degli uomini quando scelgono un'opinione ! Son sicuro che, se questo fosse possibile, potremmo ridurre il consenso di un'infinità di uomini all'autorità di due o tre persone, che, ritenute profonde conoscitrici di una dottrina, sono riuscite a diffonderla, grazie al pregiudizio che si aveva dei loro meriti : esse hanno infatti convinto molti altri, e questi a loro volta molti altri ancora, i quali, per pigrizia naturale, hanno preferito accettare immediatamente a occhi chiusi tutto quello che veniva detto loro, piuttosto che esaminarlo accuratamente (...) alla fine non c'è stata altra scelta che credere in ciò in cui tutti credevano per non passare per dei faziosi che vogliono sempre saperne più di tutti e contraddire la venerabile antichità ; come se fosse un merito non esaminare più nulla e rimettersi semplicemente alla tradizione."
( Pag. 29 ).

Ma per quale motivo tanta gente, anche di notevole cultura, dà tanto peso alle previsioni degli astrologi ? Il nostro autore avanza la seguente ipotesi :

(...) la naturale inclinazione dell'uomo a preoccuparsi del futuro, e la sua abitudine a trovare meraviglioso e misterioso tutto ciò che non avvenga frequentemente. Questa sua insaziabile curiosità rivolta al futuro ha prodotto non so quante forme di divinazione, tutte chimeriche e ridicole, nelle quali tuttavia gli uomini hanno sempre continuato a credere. Chi era così malevolo da volersi approfittare della debolezza umana e nello stesso tempo aveva abbastanza spirito per escogitare mezzi adeguati per pervenire a questo suo scopo, non ha mai mancato di approfittare di questa circostanza, vantandosi di conoscere il futuro (...) bastava dunque un po' di danaro, perché ognuno potesse sapere la sua buona fortuna (...) Altri poi, prendendo spunto da questi esempi, si sono vantati di altri generi di divinazione, per esempio la geomanzia, la chiromanzia e l'onomanzia. Così, senza accorgersene, il mondo si è trovato inviluppato nella superstizione, al punto di credere che tutte le cose fossero presagi dell'avvenire."
( Pagg. 144 - 146 ).

Questo spiega, secondo Bayle, la difficoltà incontrata dagli scettici a dimostrare l'inconsistenza scientifica dell'astrologia :

"Per quanti sforzi si facciano per ragionare nel modo migliore possibile, con persone che la pensano così non ci si guadagnerà mai nulla. Tanto più le vostre ragioni tratte dalla filosofia saranno convincenti, tanto più la gente penserà che sono sottigliezze inventate a bella posta per prendersi gioco della verità e per mettere in imbarazzo le anime semplici. ( Pag. 4 )
Agli uomini piace essere ingannati, e per questo dimenticano facilmente gli abbagli degli astrologi, per ricordarsi soltanto di quei casi in cui le loro predizioni sono passate per vere. (...) Se l'animo dell'uomo è così fatto, non si deve trovare strano che gli astrologi, nonostante tutti i decreti che di tanto in tanto venivano emanati contro di loro per bandirli e nonostante i pessimi servigi che rendevano a se stessi, predicendo cose che non si verificavano, siano riusciti a resistere ( Pag. 48 ).

D'altra parte, questa situazione non era certo nuova, se già nei testi compilati dagli storici dell'antica Roma si trovavano mescolati con noncuranza eventi soprannaturali e non :

"Vi trovereste eclissi, eruzioni dell'Etna, terremoti, inondazioni, statue che parlano e che sudano, tombe che si lamentano, mostri, apparizioni di fantasmi, invasati e molte altre cose di questo genere." ( Pag. 118 ).

E già in quell'epoca c'era qualcuno che pescava nel torbido, se è vero che :

(...) non si tollerava che, spiegando i prodigi con una causa fisica, venisse negata la loro funzione di presagi, e si togliessero così al popolo tante vane fantasie di cui si nutriva, e agli àuguri la maggior parte dei loro impieghi. ( Pag. 212 ).

L'opera di Bayle vide un grande successo all'epoca della sua pubblicazione, e fu molto apprezzata dai filosofi illuministi del secolo successivo, in particolare da Voltaire, che riconobbe nel Nostro uno dei suoi predecessori. E, per quanto si è detto, la sua opera meriterebbe maggiore attenzione anche ai giorni nostri.