14 - Hans Bethe: le reazioni nucleari che tengono “accesi” i reattori stellari.


Fisico di origine tedesca, nato nel 1906 a Strasburgo, Hans Bethe spiegò i meccanismi energetici che consentono alle stelle la produzione di ingenti quantitativi di energia sotto forma di radiazione.
Già nel corso dell'Ottocento numerosi scienziati si posero il problema di spiegare quale fosse la fonte di energia che "animava" il Sole, ma senza risultati soddisfacenti: il meccanismo della combustione chimica avrebbe comportato la consumazione dell'immensa massa solare in circa 1500 anni, il meccanismo gravitazionale proposto da Lord Kelvin avrebbe invece portato il Sole al collasso in circa 20 milioni di anni, mentre all'epoca era ben noto che il Sistema Solare aveva almeno migliaia di milioni di anni. Nel 1938 fu dunque Hans Bethe a giungere ad una spiegazione soddisfacente dell'enormità del bilancio energetico delle stelle: la fusione nucleare. Bethe formulò la teoria della catena protone-protone secondo la quale 4 atomi di idrogeno si fondono per costituirne uno di elio, con una perdita di massa dello 0,7% che si trasforma in energia secondo la celebre equazione E = mc2. Bethe teorizzò inoltre un altro meccanismo energetico, che interviene nelle stelle con massa molto superiore a quella del Sole (che è una stella di media grandezza): si tratta del ciclo di Bethe o ciclo del carbonio, cosiddetto poiché in tale meccanismo il carbonio funge da catalizzatore. Per queste scoperte Hans Bethe ricevette il Nobel per la Fisica nel 1967. Hans Bethe è morto il 6 marzo 2005 a Ithaca, nello stato di New York. (R. Santoru).

Proposta di G. A. -




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