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stelle piccine

IL LUPO E LE STELLE
RUBATE

Fiaba di Giuliana Sansoni

Personaggi:
Biondolupo, il lupo del cielo Boreale
Lupetta Irislupetta, la lupa della terra del Sud
Volpoca Tadorna Tadorna, l'anatra migratoria che univa i due emisferi
Lupo Bruno, il lupo del cielo Australe

La tana del lupo
Lui era un bel lupo di montagna e cercava casa.
Dopo un lungo girovagare alla ricerca del posto ideale ove realizzare la sua abitazione scoprì sulla cima di una montagna un ambiente che rispondeva al suo desiderio. Il sito si trovava fra levante e mezzogiorno ed a ridosso della montagna con un panorama immenso che vagava su intere vallate per confondersi con la pianura e continuare con altre trine di montagne che puntavano ardite verso il cielo per poi tornare ad unirsi col mare.
Il panorama eccezionale che aveva attratto Lupo non era solo quello terrestre, ma un altro ben più rilevante che era quello che il cielo gli offriva. Di giorno erano le nuvole dipinte ora simili a cavalli imbizzarriti, oppure navi con vele spiegate ai dolci alisei, ora uccelli maestosi con ali che potevano abbracciare ogni sua emozione. Ma era la notte che gli offriva lo spettacolo più entusiasmante che avesse mai conosciuto perché quel posto gli dava la possibilità di entrare completamente nel cielo stellato.
Lupo decise, dopo aver esclusi altri meravigliosi siti, che quel posto era quello che aveva sempre sognato e ideò subito il perimetro della sua residenza senza ripensamenti. La scavò per giorni e notti con la furia e la forza che ha il vento della tramontana, o l'acqua tumultuosa che muove il macigno. Scavò quindi una immensa caverna che si frapponeva fra terra e cielo, ma protetta dalla montagna e libera dalla parte che guardava il mare e lo spazio infinito. Scavò un intero autunno per completare la sua abitazione e prima che l'inverno cominciasse a tessere i suoi ricami di gelo, la sua tana scolpita nel marmo, ormai simile ad un mirabile castello, era completata e chiusa anche da una porta eccezionale. La porta che chiudeva la tana-castello era stata costruita con certe piante che lui ben conosceva e che avevano la possibilità di intrecciarsi, di aggrovigliarsi, di incatenarsi e costruire così una barriera invalicabile più forte di qualsiasi altro elemento. E con una forza inaudita con le sue zampotte da leone, ma delicate allo stesso tempo da sembrare il palpitare delle ali di una farfalla, creò l'intreccio più saldo che natura consegna: erano radici di biancospino, di madreselva, di rovo, di ulivo. Con la primavera le piante intrecciate cominciarono ad aggrovigliarsi tanto da creare l'invalicabile porta che non solo lo chiudeva bene dentro, ma anche gli incorniciava, gli filtrava il panorama che amava.
Il cielo
Biondolupo, così si chiamava, spesso neppure usciva la notte per vagabondare o cacciare come di solito faceva con certi compagni della sua generazione. Egli preferiva restare accovacciato nella sua cuccia per scrutare l'immensa volta dagli intrighi dei rami irti che formavano la porta della sua casa, anzi del suo castello. Amava il cielo stellato che simile ad un mare gli offriva navi di stelle e lune di ogni grandezza e serpeggianti via lattee che l'invitavano a compiere avventurosi viaggi. Allora, a secondo delle condizioni di luce, lo spettacolo che gli offriva il cielo era talmente affascinante che dimenticava di addormentarsi e spesso era l'alba che lo quietava e contornato dai canti degli uccelli, sfinito per tante emozioni, finalmente trovava il riposo.

...continua...
(documento in pdf)
L'ultima pagina

La lotta dei due lupi all'altro capo della terra
La Via Lattea scaricò il lupo dove sapeva e le altre stelle quelle della Croce del Sud lo guidarono davanti alla tana del lupo Bruno. Lupo Bruno col suo gruppo di sostenitori lo attendeva nella prateria sotto un cielo inverosimile poiché conteneva tutte le stelle dei due emisferi riunite. Una visione eccezionale.
Biondolupo, come invigorito dal pensiero d'amore che lo aveva portato in quell'avventura, sommerso da tutta la polvere che le stelle cadenti gli avevano lasciato sul pelo, cominciò subito il suo attacco. Prese il suo avversario alla gola, ma l'altro, anch'egli forte come un guerriero antico, lo immobilizzò con una azzannata nel mezzo al costato vicino al cuore. Cadde Biondolupo a terra come morto. La fazione che animava il lupo del Sud già applaudiva il suo vincitore. Ma la stella Arturo la stella più luminosa della costellazione Boote, che ben conosceva tutta la storia e anche il lupo Biondo, lasciò andare su di lui un raggio luminoso che infuse al lupo del Nord una incredibile potenza. Biondolupo così rianimato tornò sul campo di battaglia e richiamò alla lotta l'avversario che già esultante, credendo di essere il vincitore, stava per essere festeggiato dai suoi sostenitori. Biondo con la forza della disperazione, si lanciò sul nemico e con una zannata gli ferì la milza. Il sangue inondò la terra di Lupo Bruno e Lupo Bruno si lasciò coprire dalle sue stelle. Le stelle Boreali nuovamente libere poterono tornare all'istante nel loro emisfero a festeggiare la notte di San Lorenzo come non avevano mai fatto: il ballo delle stelle cadenti fu quella notte davvero eccezionale, perché per il cielo quella era la notte da festeggiare.
Lupetta Irislupetta appostata sulla cima della montagna attendeva con trepidazione, insieme all' amica Volpoca Tadorna Tadorna, il suo destino e quando scorse riaccendersi il cielo di tutte le stelle, comprese che Biondolupo aveva vinto la battaglia e di lì a poco sarebbe ritornato.
Giunse Biondolupo davanti alla sua tana-castello con Sirio che brillava come un sole e scese dalla Via Lattea con furia. Volpoca al suo arrivo se ne tornò verso il suo nido mentre Lupetta Irislupetta gli sorrideva con gioia. Lui, il lupo vincitore prese la sua dolce lupetta, la Lupetta Irislupetta e ripresero insieme a ballare con le stelle il più lungo ballo della loro giovane vita. Ormai le stelle tutte brillavano per loro fin nell'eternità.


Il 10 agosto 2006, la notte di San Lorenzo
Fine


Per gentile concessione dell'autrice Giuliana Sansoni

Stelline

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