La tana del lupo
Lui era un bel lupo di montagna e cercava casa.
Dopo un lungo girovagare alla ricerca del posto ideale ove realizzare
la sua abitazione scoprì sulla cima di una montagna un
ambiente che rispondeva al suo desiderio. Il sito si trovava fra
levante e mezzogiorno ed a ridosso della montagna con un panorama
immenso che vagava su intere vallate per confondersi con la pianura
e continuare con altre trine di montagne che puntavano ardite
verso il cielo per poi tornare ad unirsi col mare.
Il panorama eccezionale che aveva attratto Lupo non era solo quello
terrestre, ma un altro ben più rilevante che era quello
che il cielo gli offriva. Di giorno erano le nuvole dipinte ora
simili a cavalli imbizzarriti, oppure navi con vele spiegate ai
dolci alisei, ora uccelli maestosi con ali che potevano abbracciare
ogni sua emozione. Ma era la notte che gli offriva lo spettacolo
più entusiasmante che avesse mai conosciuto perché
quel posto gli dava la possibilità di entrare completamente
nel cielo stellato.
Lupo decise, dopo aver esclusi altri meravigliosi siti, che quel
posto era quello che aveva sempre sognato e ideò subito
il perimetro della sua residenza senza ripensamenti. La scavò
per giorni e notti con la furia e la forza che ha il vento della
tramontana, o l'acqua tumultuosa che muove il macigno. Scavò
quindi una immensa caverna che si frapponeva fra terra e cielo,
ma protetta dalla montagna e libera dalla parte che guardava il
mare e lo spazio infinito. Scavò un intero autunno per
completare la sua abitazione e prima che l'inverno cominciasse
a tessere i suoi ricami di gelo, la sua tana scolpita nel marmo,
ormai simile ad un mirabile castello, era completata e chiusa
anche da una porta eccezionale. La porta che chiudeva la tana-castello
era stata costruita con certe piante che lui ben conosceva e che
avevano la possibilità di intrecciarsi, di aggrovigliarsi,
di incatenarsi e costruire così una barriera invalicabile
più forte di qualsiasi altro elemento. E con una forza
inaudita con le sue zampotte da leone, ma delicate allo stesso
tempo da sembrare il palpitare delle ali di una farfalla, creò
l'intreccio più saldo che natura consegna: erano radici
di biancospino, di madreselva, di rovo, di ulivo. Con la primavera
le piante intrecciate cominciarono ad aggrovigliarsi tanto da
creare l'invalicabile porta che non solo lo chiudeva bene dentro,
ma anche gli incorniciava, gli filtrava il panorama che amava.
Il cielo
Biondolupo, così si chiamava, spesso neppure usciva la
notte per vagabondare o cacciare come di solito faceva con certi
compagni della sua generazione. Egli preferiva restare accovacciato
nella sua cuccia per scrutare l'immensa volta dagli intrighi dei
rami irti che formavano la porta della sua casa, anzi del suo
castello. Amava il cielo stellato che simile ad un mare gli offriva
navi di stelle e lune di ogni grandezza e serpeggianti via lattee
che l'invitavano a compiere avventurosi viaggi. Allora, a secondo
delle condizioni di luce, lo spettacolo che gli offriva il cielo
era talmente affascinante che dimenticava di addormentarsi e spesso
era l'alba che lo quietava e contornato dai canti degli uccelli,
sfinito per tante emozioni, finalmente trovava il riposo.
...continua...
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L'ultima pagina
La lotta dei due lupi
all'altro capo della terra
La Via Lattea scaricò il lupo dove sapeva e le altre stelle
quelle della Croce del Sud lo guidarono davanti alla tana del
lupo Bruno. Lupo Bruno col suo gruppo di sostenitori lo attendeva
nella prateria sotto un cielo inverosimile poiché conteneva
tutte le stelle dei due emisferi riunite. Una visione eccezionale.
Biondolupo, come invigorito dal pensiero d'amore che lo aveva
portato in quell'avventura, sommerso da tutta la polvere che le
stelle cadenti gli avevano lasciato sul pelo, cominciò
subito il suo attacco. Prese il suo avversario alla gola, ma l'altro,
anch'egli forte come un guerriero antico, lo immobilizzò
con una azzannata nel mezzo al costato vicino al cuore. Cadde
Biondolupo a terra come morto. La fazione che animava il lupo
del Sud già applaudiva il suo vincitore. Ma la stella Arturo
la stella più luminosa della costellazione Boote, che ben
conosceva tutta la storia e anche il lupo Biondo, lasciò
andare su di lui un raggio luminoso che infuse al lupo del Nord
una incredibile potenza. Biondolupo così rianimato tornò
sul campo di battaglia e richiamò alla lotta l'avversario
che già esultante, credendo di essere il vincitore, stava
per essere festeggiato dai suoi sostenitori. Biondo con la forza
della disperazione, si lanciò sul nemico e con una zannata
gli ferì la milza. Il sangue inondò la terra di
Lupo Bruno e Lupo Bruno si lasciò coprire dalle sue stelle.
Le stelle Boreali nuovamente libere poterono tornare all'istante
nel loro emisfero a festeggiare la notte di San Lorenzo come non
avevano mai fatto: il ballo delle stelle cadenti fu quella notte
davvero eccezionale, perché per il cielo quella era la
notte da festeggiare.
Lupetta Irislupetta appostata sulla cima della montagna attendeva
con trepidazione, insieme all' amica Volpoca Tadorna Tadorna,
il suo destino e quando scorse riaccendersi il cielo di tutte
le stelle, comprese che Biondolupo aveva vinto la battaglia e
di lì a poco sarebbe ritornato.
Giunse Biondolupo davanti alla sua tana-castello con Sirio che
brillava come un sole e scese dalla Via Lattea con furia. Volpoca
al suo arrivo se ne tornò verso il suo nido mentre Lupetta
Irislupetta gli sorrideva con gioia. Lui, il lupo vincitore prese
la sua dolce lupetta, la Lupetta Irislupetta e ripresero insieme
a ballare con le stelle il più lungo ballo della loro giovane
vita. Ormai le stelle tutte brillavano per loro fin nell'eternità.
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