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Telescopici passaggi astrali
della mente
sugli specchi d’avorio e nebbia
della notte in polvere che osservo
muta
nel velluto del silenzio
che mi abbraccia caldo di vapori,
code di comete in fiamme nei ricordi
di bambina
e desideri rilanciati come dadi verso il cielo.
E ora, che d’infanzia non è rimasto nulla,
resto, oltre i segni del passaggio in nero puro
dal tramonto al sonno,
ad osservare il fondo del cosmo luccicante
di misteri
e queste stelle che mi sembra possano volare
ricadono, d’oro in frammenti ed ali
negli occhi verdi muschio
per portarmi, cavalcando onde immaginarie,
verso te,
cielo di montagna, alto, freddo, intenso,
da toccare
nell’ultimo, morbido abbraccio
prima del sonno
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