Archeoastronomia
Ruota dei nove pianeti
Khiching
(India) - Pietra - Secolo X
In India lo studio dei
moti celesti o "scienza dei luminari"(jyotish) ha
origini antichissime e l'importanza dell'astronomia è
documentata in moltissimi testi scientifici e reperti archeologici.
Cenni
sul significato degli astri e della loro influenza sui destini
degli esseri viventi compaiono spesso come una componente
fondamentale del vivere quotidiano, dimostrando che, come
nel mondo classico, anche nella cultura antica della penisola
indiana l'astronomia ha avuto uno stretto legame con l'astrologia.
L'uso
degli oroscopi era ed è, purtroppo, ancora molto diffuso
in India, come anche in gran parte dell'Asia centrale e nel
Tibet dove, probabilmente, ha avuto origine "il cielo
dei dodici animali".
Anche in India lo zodiaco solare è suddiviso in 12
"case" e, già nel II secolo a.C., si dava
particolare importanza alla posizione dei pianeti nel momento
esatto della nascita di un bambino.
In moltissime sculture dell'India settentrionale di epoca
medievale compaiono spesso le figure della madre e del figlio
con sopra i pianeti disposti in fila (fila dei nove pianeti)
insieme alle divinità Ganesa e Siva che, rispettivamente,
secondo la tradizione, aiutavano il bimbo a nascere e lo proteggevano
in vita.
Nell'India meridionale compare invece la Ruota dei nove pianeti.
In entrambe le iconografie ai sette pianeti (graha) tra cui
il Sole, se ne aggiungono altri due, Rahu e Ketu, che sono
rispettivamente i due nodi ascendente e discendente della
Luna.
Si hanno così:
1) Sole (Surya o Ravi):
è rappresentato come figura umana maschile all'interno
del disco solare da dove conduce un carro e osserva e controlla
il bene e il male sulla Terra.
2) Luna (Soma o Candra): figura maschile che rappresenta
lo sposo di 27 fanciulle corrispondenti ad altrettante costellazioni
che attraversa nel corso dell'anno.
3) Mercurio (Budha): rappresenta la personificazione
della saggezza.
4) Marte (Mangala): personaggio malefico anche se il suo nome
significa "l'auspicioso", è il figlio della
Terra (prthivi) ma non rappresenta una divinità, bensì
un eroe di grande potenza.
5) Venere (Sukra): anch'esso di genere maschile, rappresenta
colui che protegge i demoni dagli dei.
6) Giove (Brhaspati): è il precettore degli
dei e rappresenta la religione e la pietà.
7) Saturno (Sanaiscara): dai movimenti lenti, rozzo
e claudicante è il figlio del Sole; il suo emblema
è un corvo.
8-9) I due nodi lunari (Rahu e Ketu): sono concepiti
come pianeti demoniaci rappresentati con un corpo unico tagliato
in due (Rahu la testa e Ketu il corpo) che, insieme, regolano
le libagioni della Luna che è a sua volta associata
con l'acqua dell'immortalità (amrta). Oltre
allo zodiaco solare esisteva anche uno zodiaco lunare, costituito
da 27 costellazioni chiamate "naksatra", al quale
si attribuiva notevole importanza anche per il computo del
tempo. Nel Rig-Veda (3000 a.C.) il Sole è descritto
come una ruota dai dodici raggi in riferimento al suo corso
annuale (Rasi) lungo le 12 case, complessivamente suddivise
nei 360 gradi del cerchio. La sovrapposizione dei due sistemi
rese poi alquanto complesso il loro calendario che restava
basato sul moto solare. In opere di poco successive, infatti,
compaiono accenni alle 27 naksatra. Considerare il moto lunare
rese così necessario il computo dei mesi da un plenilunio
all'altro. La necessità di far coincidere le due ripartizioni
portò all'applicazione dello yuga (grande era), ossia
ad un periodo di cinque anni con 62 mesi lunari, grazie al
quale era possibile il calcolo contemporaneo delle posizioni
dei due oggetti celesti e dell'inizio, culmine e declino delle
stagioni.
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Bibliografia:
Enciclopedia Universale dell'Arte - Istituto Geografico De Agostini,
Novara - Astronomia e Astrologia.
Claudio Del Duca, Astronomia (UAI), Almanacco 2004, pagina
1.
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