I pianeti con dimensioni simili alla Terra e con corretta collocazione
orbitale non sono comuni.
La presenza di
una atmosfera appropriata, in grado di mantenere acqua di superficie,
pressioni e temperature favorevoli e capace di bloccare la radiazione
dannosa è un fatto raro. I pianeti Marte e Venere ne sono buoni esempi.
È improbabile
che la tettonica a placche e il ciclo del siano attivi su altri pianeti. Si tratta di due fattori
cruciali per la stabilità del nostro clima e nessuno dei pianeti conosciuti
li possiede.
L'esistenza
della nostra Luna è unica. Nessuno degli altri pianeti terrestri del nostro
Sistema Solare ha una luna grande a sufficienza da stabilizzarne l'asse di
rotazione.
Il sorgete della
vita da materiale inanimato è un evento altamente improbabile. Vi è un
elevatissimo grado di improbabilità ella formazione della vita in seguito a
una fortuita combinazione di molte migliaia di atomi che si configurano
nella rigida e accurata sequenza del RNA o del DNA.
Gli impatti di
asteroidi e comete sterilizzano qualsiasi traccia di vita. La nostra fortuna
sta nel fatto che gli oceani e la vita sulla Terra scamparono al
bombardamento, che avvenne prima che tutto cominciasse.
Le estinzioni di
massa ci ricordano come possano essere numerose le cause che attentano alla
vita: un attivo vulcanesimo, i periodi di drastico raffreddamento, un
aumento della radiazione ultravioletta del Sole, l'assottigliamento dello
strato di, ozono, un aumento del vento solare oppure l'inversione del campo
magnetico del pianeta.
È difficile che pianeti massicci come Giove, capaci di
attirare su di sé o di deviare la
maggior parte degli oggetti pericolosi in viaggio verso la Terra si
trovino alla giusta distanza dalla loro stella, facendo da "scudo" ai
pianeti interni. Anzi, la maggior parte dei molti dei pianeti di tipo
gioviano che sono stati scoperti intorno alle altre stelle hanno orbite
interne alla regione in cui si ritiene debbano trovarsi i pianeti di tipo
terrestre.
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Le ragioni per l'esistenza della vita extraterrestre sono fondamentalmente
basate su tre assunzioni principali:
Principio dell'uniformità della
natura.
Le leggi di natura sono le stesse in tutto l'universo. Questo implica che il
processo fisico che ha prodotto la vita sulla Terra possa produrre la vita
anche altrove.
Principio della pienezza.
La natura tende a realizzare tutto ciò che non è impossibile. È esperienza
generalizzata degli scienziati che sono pochi i processi consistenti con le
leggi naturali che non vengono iniziati da qualche parte in natura.
Principio Copernicano (o
principio della mediocrità).
Il pianeta Terra non occupa una posizione speciale o gode di uno status
particolare nell'universo. L'uomo non è il centro dell'universo, ma risiede
su un normale pianeta in orbita intorno a una stella normale situata in
prossimità del bordo di una galassia normale. Riguardo al problema della
vita extraterrestre, questo principio suggerisce che se non vi è nulla di
speciale nelle caratteristiche astronomiche, geologiche, fisiche e chimiche
della Terra, allora non ci dovrebbe essere nulla di speciale o unico neppure
riguardo alla sua biologia.
Accanto a queste ragioni di principio si possono elencarne altre
motivazioni più strettamente astronomiche:
Poiché si è stimato che l'universo
possa avere circa 14 miliardi di anni, la vita ha avuto un ammontare di
tempo sufficiente per riuscire a emergere, e la durata della fase di
sequenza principale per gran parte delle stelle nelle galassie è maggiore
del tempo finora trascorso dalla vita sulla Terra.
La vita è comparsa qui sulla Terra poco
dopo la sua formazione e subito dopo il violento bombardamento iniziale.
Questo suggerisce che la vita emerge non appena si imbatte in un ambiente
appropriato.
C'è una grande abbondanza di elementi
pesanti, come il silicio e il ferro, nelle nebulose in cui si formano le
stelle.
Si è trovata una abbondante presenza di
vapore d'acqua
e di
molecole organiche -i mattoni fondamentali della vita- nelle nubi di gas
cosmico. Dato che le stelle e i pianeti si formano da queste gigantesche
nubi di gas, il materiale a disposizione per costruire cellule viventi è più
che sufficiente.
Sono già stati identificati 147 sistemi
planetari appartenenti ad altre stelle, segno che la loro esistenza può
essere considerata un fatto piuttosto comune.
Gli organismi viventi si adattano agli
ambienti estremi. Forme di vita elementare sono state scoperte nelle
profondità oceaniche, nelle sorgenti termali, in pietre situate nell'arido e
gelido clima dell'Antartide, a grandi profondità sotto la superficie della
Terra e anche nel gelido vuoto cosmico.
Questa capacità di adattamento indica
che ci potrebbero essere molti modi di sopravvivere anche al di fuori della
fascia di abitabilità. Dato che alcuni organismi possono prosperare molti
chilometri al di sotto della superficie della Terra, c'è una buona
possibilità che organismi di simile tipologia possano vivere su pianeti con
acqua nel sottosuolo, una situazione che potremmo trovare oggi su Marte. Il
fatto che sono stati scoperti organismi nelle profondità degli oceani rende
probabile che sui pianeti o sulle lune che presentano un oceano appena sotto
la superficie -come quello che si ritiene possa esistere su Europa- possa
albergare la vita. Calcoli teorici, inoltre, affermano che è possibile che
un pianeta grande come la Terra sia in grado di mantenere la propria
superficie sufficientemente calda per garantire la presenza di acqua liquida
semplicemente sfruttando il proprio calore interno. Perché questo avvenga
occorre che ci sia una spessa atmosfera isolante, in grado di proteggere la
superficie dalla dispersione termica.
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