poiché ognuno preferisce credere piuttosto che giudicare, mai si esprime un giudizio sulla vita, ma ci si limita a credere: così l’errore, passato di mano in mano, ci travolge e ci fa precipitare. Lucio Anneo Seneca - De Vita beata - attorno al 58 D.C.

 

 

 

INTRODUZIONE

 

La prima volta che sentii  parlare di Fred Hoyle fu ai tempi dell’università nei primi anni 80, quando nel corso di Astronomia il docente ci spiegò la teoria della nucleosintesi stellare, secondo cui pressoché tutti gli elementi naturali vengono prodotti all’interno delle stelle tramite reazioni termonucleari.

 

Dopo qualche ulteriore lettura di approfondimento, trovai  che l’impulso decisivo alla teoria avvenne quando il fisico americano Willam Fowler scoprì sperimentalmente un livello risonante del C12, seguendo un indicazione puramente teorica  dell’astronomo britannico Fred Hoyle; ne rimasi molto impressionato e considerai che Hoyle aveva effettivamente coronato il sogno (o l’incubo) di ogni scienziato; predire teoricamente qualche cosa che si rivela poi sperimentalmente corretto.

 

Da allora, cominciai a far caso a tutte le volte che sentivo il nome di Fred Hoyle, solo per scoprire che i commenti su di lui non erano generalmente così  favorevoli come mi sarei aspettato. Erano  del tipo “beh certamente, forse, un grande scienziato, ma un caratteraccio, dapprima impuntato ostinatamente su una teoria cosmologica errata, lo stato stazionario,  mentre da ultrasessantenne è diventato fautore di idee stravaganti e controverse circa la vita dispersa ovunque nel cosmo, la Panspermia, malattie dallo spazio e robe del genere, in collisione diretta con un’altra teoria scientifica ampiamente accettata, il Darwinismo.

 

Confuso da questi pareri,  mi recai dal mio docente di astronomia e gli chiesi candidamente: “Mi scusi professore, come si spiegano i giudizi controversi su Fred Hoyle, cosa ha che non va?  “ Dopo qualche istante, un breve  sorriso apparve sulla  sua faccia seria,  e mi rispose. “Non ci faccia caso, non c’è niente che non va; Il problema di Fred Hoyle, se si può dir così, è di essere intelligente e determinato, forse troppo intelligente e troppo determinato per non infastidire la media dei suoi colleghi”

 

Negli anni successivi mi sono convinto che il mio docente aveva ragione, e mi piacerebbe darne testimonianza, raccogliendo nelle pagine seguenti alcune delle innumerevoli considerazioni, anche quelle non strettamente scientifiche,  che si trovano nel vastissimo repertorio di scritti dello scienziato inglese, nella speranza di riuscire a dare una idea   della sua originalità e profondità di pensiero nonché della sua determinazione, e nella convinzione che nessuno meglio di Fred Hoyle possa parlare di Fred Hoyle.

 

Gabriele Manzotti

Monza

 

 

The first time I heard of Fred Hoyle was in the 80s,  at the time of University;  during  the astronomy course the teacher came to explain  the theory of the  stellar nuclear synthesis, according to which almost all of the natural elements are produced inside the stars by thermonuclear reactions.

 

After  some further reading about the subject,   I found that the breakthrough in the theory occurred when the U.S. physicist William  Fowler discovered experimentally an unknown resonant level of C12, following a pure theoretical suggestion made by  the British Astronomer Fred Hoyle; I was really impressed by that and I argued  that Hoyle had indeed achieved  the dream (or the nightmare) of every Scientists:  to predict something theoretically that later comes out to be right experimentally.

Since then, I started to pay attention whenever I heard  the name of Fred Hoyle, only to find that  the general comments about him often were not  as fair as I had expected. On the air there were comments  like this  “ well, possibly, a great scientist, but some sort of a temper,   once stubbornly focused on a cosmological theory which came out to be wrong, the steady state,  while  now, in his sixties,   supporting  extravagant controversial ideas about life from everywhere,  Panspermia , diseases from space and all that stuff, in head-on  collision against another widely accepted scientific theory, the Darwinism.

 

As I remained confused by these opinions,   I went to my Astronomy teacher,  and I asked to him naively: “I beg your pardon Professor, why these controversial  judgments about  Fred Hoyle,  what’s wrong with him?”. After a few instants, a faint  smile appeared on his grave  face and  he replied to me “Oh never mind about that, there is nothing wrong with him; Fred Hoyle’s problem, if  I may speak so, is that  he’s  clever and  determined, perhaps too clever and too determined not to annoy the average of his colleagues”.

 

In the following years I came to the conclusion that my Professor was right, and in the next pages  I would like to show why, collecting  some of the numerous considerations, including   the non strictly scientific ones, you may find in the wide collection of Fred Hoyle’s writings, in the hope of  giving a little idea of his   originality  and deepness  of though as well as of his ruthlessness,  and  in the firm conviction that  no one better than Fred Hoyle himself can speak about Fred Hoyle.  - Gabriele Manzotti - Monza